Reggio, l’assemblea provinciale dei cinquestelle getta le basi per le future comunali. Auddino: «Ci siamo e vogliamo contare»
Il coordinatore provinciale punta a coinvolgere la società civile e lancia un messaggio: «Bisogna capire se ogni forza in coalizione avrà lo stesso diritto di proporre il proprio candidato». Intanto la coordinatrice regionale si dice «preoccupata» per le vicende giudiziarie che stanno interessando la Cittadella

Un confronto franco, senza fronzoli, quello andato in scena nel corso della prima assemblea provinciale del Movimento 5 Stelle di Reggio Calabria. Il caldo intenso non ha favorito una più larga partecipazione ma l’idea lanciata dal coordinatore provinciale, l’ex senatore Fabio Auddino, è quello di ripetere questo tipo di incontri almeno in altre due occasioni per coinvolgere militanti e territori.
Presenti la coordinatrice regionale Anna Laura Orrico, con i parlamentari Vittoria Baldino, Riccardo Tucci e Federico Cafiero De Raho, nelle vesti di moderatore Auddino ha rimarcato i due passaggi fondamentali per la ripartenza del Movimento reggino: l’inaugurazione di una sede fisica e appunto l’assemblea provinciale degli iscritti.
«Ho voluto tanto che si partisse da qui e che Reggio Calabria città avesse prima la sede che per tanti anni abbiamo provato a costituire e fondare e adesso questo primo incontro Provinciale che è importante per due motivi: innanzitutto perché nel nuovo corso di Giuseppe Conte, il presidente non fa altro che richiamare tutti noi e anche se stesso, a questa necessità di ristrutturarsi nei territori e poi perché non potevo non partire da Reggio Calabria, la città più importante non solo per un fatto numerico, ma anche politicamente parlando, dove le destre hanno governato in passato, adesso governa il cosiddetto centrosinistra – e dove però non c’è mai stato uno spazio per un movimento politico che si, è giovane, perché siamo nati nel 2009 ma politicamente in Parlamento nel 2013 ma voglio dire 12 anni di cui quattro e mezzo in Parlamento in maggioranza come è capitato a me, e adesso all’opposizione sono secondo me necessari e sufficienti per poter dire la nostra».
Auddino naturalmente intende partire dagli attivisti e dagli iscritti conscio del fatto che quello di oggi è solo il primo di tanti incontri che si intendono fare. Il prossimo con ogni probabilità sarà previsto per l’autunno con apertura alla società civile, dove il Movimento è solito pescare idee e forza. «Già nella seconda sessione, oggi, c’è tanta società civile e tanti sindaci invitati che saranno con noi insieme a tante forze politiche diverse. E questo perché il territorio secondo me – sottolinea Auddino – nella ristrutturazione nel movimento deve poter dire la sua. Questa è la mia idea è questo è quello che vorrò fare nei prossimi giorni».
D’altra parte nel giro di due anni ci sono due importantissimi appuntamenti elettorali ovviamente le regionali nel 2027 e il prossimo anno le comunali a Reggio. «L’appuntamento più importante adesso è quello di maggio ‘26 delle comunali, poi nel 2027 le Regionali. Sono due eventi che io collegherei per motivi politici che rendono noi che dovremmo, ma qui dobbiamo capire quali sono i presupposti, lavorare per una coalizione ma per farlo ci deve essere la buona volontà da parte di tutti, sia a livello comunale che a livello regionale. Per questo Reggio deve poter dire la sua, perché il movimento a Reggio c’è e c’è perché questi due appuntamenti ci devono dare il là, non solo per ristrutturarci ma per far capire a Reggio che c’è anche il Movimento 5 Stelle, che negli ultimi anni è stato diciamo un pò distratto».
Auddino insomma lancia con forza il Movimento nella mischia non escludendo naturalmente la proposizione di nomi. «Ogni forza politica pensa al proprio candidato, è ovvio, tutto sta nel capire se ogni forza in coalizione avrà lo stesso diritto di proporre il proprio, e poi si sceglie il migliore. Io non so cosa farà il Pd, un giorno parlano di primarie e un altro no e peraltro sono freschi di nuova elezione per quanto riguarda la federazione provinciale. Quindi, anche su questo ci misureremo con una Avs, con l’associazionismo, c’è la strada di Saverio Pazzano, insomma c’è tanta roba».
Il lavoro non sarà un lavoro semplice. Lo stato di salute del Movimento 5 stelle reggino è definito «disceto» dalla responsabile del gruppo territoriale Giovanna Milena Roschetti che conta quasi un centinaio di iscritti. «Cerchiamo di prepararci a quelle che saranno le nuove elezioni amministrative – dice – e di capire cosa vorrebbero i cittadini. Certo è che l’interesse della cittadinanza è rivolta al tema della salute visto che la sanità è vissuta veramente come un incubo».
Il confronto con la comunità reggina e con la cosiddetta società civile è cominciato quindi già oggi, visto che nella seconda parte della giornata si è parlato di sanità, lavoro e turismo. Un dibattito che per la coordinatrice regionale, la parlamentare Anna Laura Orrico, servirà per «darci la possibilità anche di costruire una proposta politica che il MoVimento 5 Stelle offrirà ai calabresi alle prossime elezioni regionali».
Un percorso «costruttivo» lo chiama la Orrico che segue le assemblee provinciali già svolte a Crotone e Vibo, e che vedrà il Movimento impegnato a settembre a Cosenza e Catanzaro, per poi puntare dritti all’assemblea regionale in autunno, durante la quale saranno presentati i punti nevralgici della proposta cinquestelle che confluirà e farà parte poi della proposta della coalizione progressista.
«Sui nomi – confida la coordinatrice regionale – ancora non abbiamo ragionato, perché crediamo che debba esserci innanzitutto un programma vincente, quindi un programma sincero, onesto, fatto di reali battaglie in comune con gli alleati, quindi un programma credibile. Dopodiché ovviamente ci concentreremo sul profilo che meglio di tutti sarà in grado di interpretare e di portare avanti questo programma. Ma l’obiettivo è soprattutto di costruire una squadra, anche perché abbiamo visto in Calabria non esiste l’uomo o la donna sola al comando che può salvare i calabresi. La Calabria si salverà se tutti i calabresi decideranno di lavorare insieme per cambiare rotta».
Naturalmente c’è molta attenzione a tutto quello che sta succedendo attorno alla Cittadella, con Occhiuto indagato e l’ultima visita della Finanza negli uffici regionali. «Purtroppo c’è un sistema che continua ad essere perpetrato. Quando in Calabria, così come nel resto del paese e tanto il governo Meloni quanto la giunta Occhiuto, decidono di spostare il servizio sanitario dal pubblico al privato è ovvio che poi ci sia qualcosa che non va, ed è ovvio che all’interno degli appalti sulla sanità privata spesso e volentieri quella trasparenza non venga garantita. Attenderemo ovviamente l’esito delle indagini, perché ci preoccupa non solo lo stato di salute della sanità calabrese che sappiamo essere purtroppo molto lontano da quello che racconta il governatore Occhiuto attraverso i social media, ma ci preoccupa soprattutto, come dire, dover dare ancora una volta l’immagine di una Calabria dove i livelli istituzionali probabilmente gestiscono la cosa pubblica come una cosa non molto pubblica».
Nel frattempo a livello nazionale a tenere banco sono le discussioni sulla natura “militare” del Ponte sullo Stretto e su un governo che, per le opposizioni, sulle tasse non rispetta la parola data agli elettori. «Noi abbiamo un governo Meloni che da quando si è insediato non ha mai fatto una politica o un’azione politica che andasse incontro non solo alle realtà più fragili del nostro paese, anzi – aggiunge Orrico – se possibile li hanno individuati proprio come un nemico con tutti i tagli che ci sono stati, anche con l’abolizione del reddito di cittadinanza, ma abbiamo assistito anche ad una propaganda che alla fine va ad alimentare soltanto le risorse di chi già ha le risorse».
Il riferimento è alla scelta di investire il 5% del Pil sul riarmo: «è una chiara scelta che significa favoriamo le lobby delle armi, favoriamo l’industria bellica, che è per lo più statunitense e americana, piuttosto che investire per migliorare i servizi che servono ai cittadini, dagli asili nido che loro hanno tagliato riducendo i finanziamenti del Pnrr ai servizi socio-sanitari. Come dicevo prima, il governo Meloni nelle ultime leggi di bilancio ha preferito finanziare e aumentare i finanziamenti per la sanità privata piuttosto che migliorare invece gli investimenti sulla sanità pubblica, stessa cosa il Ponte sullo Stretto di Messina che ora vogliono far rientrare nella spesa delle Infrastrutture tra virgolette per la difesa. La verità è che questo sarà un altro sperpero di cui al momento né calabresi né i siciliani né gli italiani hanno bisogno, perché calabresi e siciliani hanno bisogno di altre infrastrutture, hanno bisogno di una viabilità che sia normale, hanno bisogno di poter raggiungere le proprie destinazioni sia in Calabria che in Sicilia in maniera agevole e non con ferrovie che sono del 1800».