CA…LCI NOSTRI | Dirsi “sì” sotto la Curva… e godere di un rigore allo scadere
Squadra ancora a caccia della propria identità, poi entra l'implacabile Nino Barillà. Si aspetta ancora, come la giunta a Palazzo San Giorgio
Diciamoci la verità: un rigore al novantesimo resta una goduria, anche quando il palcoscenico non è quello a cui siamo abituati e, sul piatto, c’è un derby metropolitano nelle nebbie del dilettantismo e con una squadra, il Locri, che al Granillo, in una partita ufficiale, non ci aveva mai messo piede. Blasone a parte però, in campo ci vanno i giocatori, e quelli del Locri oggi si sono divertiti divertendo e mettendoci in difficoltà nel solito (nostro) primo tempo passato a cercare di capirci qualcosa.
I mesi passano, qualcosa comincia a girare ma ancora il mister fa fatica a trovare la squadra titolare e finiamo per rimanere per lunghi tratti immobili in attesa della quadratura del cerchio. Praticamente la stessa cosa che succede in Comune, con Falcomatà che non sa decidere i nomi della sua prossima giunta, lasciando Reggio nelle sabbie mobili dell’incertezza e del rinvio. Non so, sarà qualcosa nell’acqua.
Ben tornato Capitano, quanto ci sei mancato. Non è solo una questione di capacità tecniche o conoscenze tattiche. Nino Barillà è il cuore stesso di questa squadra. È lui per primo che corre ad abbracciare il ragazzino dopo la bella giocata con cui si è procurato il rigore. Ed è sempre lui che si prende la responsabilità di scacciare l’incubo dell’ennesimo risultato negativo al Granillo. Con l’età lo abbiamo scoperto anche rigorista implacabile. Tanta roba.
A proposito del ragazzino. Solo Provazza sa quanto pesava quella palla dopo le polemiche della settimana scorsa per un’occasione buttata via. La pressione è tanta, non era facile mantenere la calma. Lui lo ha fatto partendo dalla panchina e rompendo la partita, due volte bravo.
Buoni sentimenti in Sud. Tra primo e secondo tempo anche una dichiarazione di nozze con tanto di inchino, anello e applausi degli ultras. Non ci possiamo chiamare ancora Reggina, ma in curva ci si diverte lo stesso. Il campionato è quello che è, la vetta della classifica è lontanissima, ma il cuore del tifo amaranto continua a battere forte. Non era scontato. E non si tratta solo di numeri (che in serie B, per dire, 4 mila persone mica le fanno tutti). Oggi, per qualche secondo, i cori li ha lanciati una ragazzina che poi si è messa a ballare sulle note di quello stesso coro cantato dalla curva. Se non è identità questa. (Barney p.)