Reggina, il dg Giuseppe Praticò giura sulla solidità del futuro amaranto: «La nostra rosa è sana, completa e in perfetta forma»
Il direttore generale amaranto riflette su passato, presente e futuro, affrontando temi cruciali come il mercato, la crescita societaria, i progetti a lungo termine e la «serenità» che guida le scelte strategiche del club

di Francesco Trimboli – Il direttore generale della Reggina Giuseppe Praticò illustra la visione che guida le scelte della dirigenza, sottolineando l’importanza della serenità e della sostenibilità nel processo di sviluppo della società, sia sul piano sportivo che finanziario. Praticò discute anche dei temi cruciali per il futuro del club, come le dinamiche del mercato, gli sviluppi del centro sportivo Sant’Agata e l’apertura del nuovo store, che rappresentano passi fondamentali per consolidare la crescita e l’identità della Reggina. Il DG offre uno sguardo chiaro e realistico sul presente, con uno sguardo rivolto a un futuro solido e in continua evoluzione.
Giovedì 23 gennaio si terrà l’udienza, e la società continua ad affrontare la situazione con grande serenità.
«Siamo assolutamente tranquilli. Abbiamo agito sempre nel pieno rispetto dei regolamenti e affrontiamo questa vicenda con la serenità che deriva dal parere dei nostri legali. Ci auguriamo che il 23 gennaio questa situazione possa finalmente trovare una soluzione. La Scafatese ha fatto bene a sollevare la questione, ma se la documentazione che presenteremo riuscirà a dissipare ogni dubbio, siamo certi che anche loro ne prenderanno atto»
Oggi sembra che si respiri un clima di maggiore rispetto nei confronti della società.
«Questa società è partita davvero dalle macerie delle gestioni precedenti – afferma il Direttore – e ha dimostrato in modo evidente valori che non possono essere smentiti, come serietà e competenza. Se oggi parliamo di un organico di qualità, lo dobbiamo proprio a questi valori. A giudizio degli esperti, abbiamo una delle migliori formazioni di giovani talenti e alcuni giocatori di grande spessore. Questo testimonia che la società ha lavorato molto bene durante l’estate e oggi i frutti di quel lavoro stanno emergendo».
Oltre al lavoro fatto sulla prima squadra, il Direttore sottolinea anche il grande impegno profuso nel settore giovanile, che oggi vede ben dodici squadre impegnate nei campionati organizzati dalla FIGC, comprese due squadre femminili. «Questo è un passo importante per il futuro del club», dice il Direttore.
Guardando al percorso compiuto, il Direttore si dice particolarmente soddisfatto dei progressi fatti in poco più di un anno. «Se consideriamo che la nostra attività è iniziata ufficialmente nel settembre 2023, siamo a gennaio 2025 e possiamo dire che in un anno e quattro mesi abbiamo fatto passi da gigante, rispettando tutti gli impegni presi. Questo è il segno di una società seria e concreta», afferma.
Sul piano sportivo, il Direttore ricorda la scorsa stagione, quando la Reggina ha perso una finale play-off all’ultimo minuto, ma senza mai perdere la determinazione. «L’anno scorso abbiamo fatto una grande cavalcata nel girone di ritorno, dopo un inizio difficile. Quest’anno siamo a soli tre punti dalla capolista, con un entusiasmo che cresce ogni giorno, sia tra i tifosi che tra i giocatori. La squadra sta trovando la propria identità e sta giocando un calcio che a tratti è anche spumeggiante».
Direttore, qual è l’aspetto che l’ha ferita di più e quello che invece l’ha reso più orgoglioso?
«Ci sono molte cose che mi hanno fatto male. In particolare, le fake news che sono state diffuse tra i tifosi. Purtroppo sono tante e alcune sono state particolarmente violente, ignorando completamente che dietro a queste figure ci sono anche famiglie. Questo è qualcosa che mi ha colpito profondamente. Un altro aspetto che mi fa soffrire è l’odio sui social. È un fenomeno che oggi sta dilagando e che andrebbe combattuto con forza. Credo fermamente che il confronto sano e civile sia lo strumento migliore per risolvere qualsiasi problema, ma purtroppo vediamo spesso sentenze emesse da profili fake. Questo non solo fa male a chi legge, ma anche a chi sta intorno a queste persone, e danneggia la maggior parte dei tifosi che, invece, ragionano in maniera sana».
Il Direttore prosegue raccontando un episodio positivo: «All’apertura dello store e in altre occasioni pubbliche in cui la proprietà e la dirigenza sono stati presenti, ci sono stati sempre sorrisi, strette di mano e parole di incoraggiamento. Questo è il mondo reale, quello che vediamo quotidianamente. Il mondo virtuale, invece, a volte è pervaso da odio e negatività, e questo non aiuta né l’ambiente né la Reggina né i tifosi».
«La cosa che mi rende più orgoglioso», continua, «è vedere la crescita della Reggina e l’affetto dei tifosi, soprattutto quelli della Curva Sud, ma anche di chi, come ieri sera, segue la squadra da tanti anni e porta sempre nel cuore i colori amaranto. Queste persone sono la spinta che ci permette di andare avanti ogni giorno su tutti i fronti, con l’obiettivo di non deluderli mai».
C’è coesione tra la società e il mister nelle scelte di mercato?
«Si, assolutamente», risponde con fermezza il Direttore. «Voglio fare un’osservazione importante: a luglio abbiamo costruito una rosa che, secondo me, è molto forte, sia a livello mentale che fisico. Quando il mister è arrivato, in conferenza stampa ha subito dichiarato che avevamo una squadra fortissima. E alla fine, ci siamo ritrovati d’accordo tutti, io, il Direttore Sportivo e lo staff. Parliamo quotidianamente e siamo ben consapevoli di ciò che manca, ma sappiamo anche di avere una squadra che sta dimostrando il suo valore».
Poi, il Direttore prosegue: «Il mister ha portato la squadra a un livello molto alto e, secondo me, è una persona molto determinata. Il mercato è il frutto di una continua condivisione di idee tra il mister e il DS».
Il Direttore spiega anche il processo decisionale: «Il Direttore Sportivo, seguendo le indicazioni del mister, individua dei calciatori che vengono poi condivisi con lui. Questo è il modo in cui funziona il mercato. Non c’è mai un solo obiettivo di mercato: il mister non ha mai detto che non voleva un giocatore, ma semplicemente che non lo conosceva. Poi, una volta visto il calciatore, ha dato il suo parere, ed è così che il processo si sviluppa, come avviene in tutte le squadre».
Un altro argomento caldo riguarda la possibile acquisizione di un attaccante. Come si sta muovendo la società a riguardo?
«Sì, è un tema molto discusso», dice il Direttore. «Molti pensano che l’acquisto di un attaccante risolva magicamente i problemi e che la Reggina possa vincere il campionato solo per questo. Ma, a mio avviso, questa equazione non è corretta. La Reggina ha già degli ottimi attaccanti. I fatti parlano chiaro: dopo la Scafatese, siamo la squadra con il miglior attacco del girone I. I numeri non mentono».
Il Direttore prosegue sottolineando che la squadra attuale è completa nel reparto offensivo: «Abbiamo attaccanti che stanno facendo bene. Ragusa, ad esempio, sta facendo un campionato fantastico, anche grazie alla sua presenza fisica e alle sue giocate decisive. Curiale, quando è stato chiamato in causa, ha sempre risposto positivamente. Rosseti, che si sta allenando al massimo, fa parte della nostra rosa e se continua così, diventerà sicuramente un giocatore importantissimo.» E aggiunge: «Quando parliamo di prendere un attaccante, dobbiamo essere sicuri che si integri perfettamente con il gruppo. La nostra rosa è sana, completa e in perfetta forma fisica. Se arriverà un nuovo giocatore, dovrà essere qualcuno che rispetti questa filosofia e che possa aggiungere valore, ma non dobbiamo fare scelte frettolose. Il mercato può presentarci opportunità inaspettate all’ultimo momento».
Il Direttore conclude con una riflessione importante: «Non credo che prendere un attaccante risolva automaticamente i problemi, e infatti se ne stanno valutando diversi profili, sia di Serie C che di Serie D. Se dovesse arrivare un attaccante, deve avere un’ottima attitudine al gol, ma anche la capacità di giocare per la squadra. Perché noi siamo molto soddisfatti degli attaccanti che già abbiamo. Voglio sottolineare con orgoglio che non è stato facile portare Bruno Barranco a Reggio, ma è un bomber che ha segnato 20 gol lo scorso anno. Se dovessimo prendere qualcuno, sarebbe per migliorare ulteriormente e supportare il nostro obiettivo, ma senza mai commettere errori».
Quando è arrivato alla Reggina, la società le era sconosciuta. Come si è evoluto nel tempo il suo legame con il patron Ballarino e il presidente Minniti?
«Quando sono arrivato alla Reggina, non conoscevo né il patron Ballarino né il presidente Minniti. Ci siamo incontrati e da subito abbiamo capito che condividevamo gli stessi valori. È nato così un rapporto di stima reciproca che ci ha portato a lavorare insieme. Questo legame ha fatto sì che, dopo l’esperienza dell’anno scorso, mi venisse proposto di assumere il ruolo di direttore generale. È stato un riconoscimento che mi ha fatto molto piacere, ma anche una grande responsabilità. Nel corso di quest’anno e mezzo, si è creata una squadra di persone serie che lavorano con passione. Sono diventati amici, e mi riferisco anche al direttore Pippo Bonanno e a tutti i nostri collaboratori. La Reggina è tornata ad essere una famiglia, e credo che questo sia un punto di partenza molto importante per costruire i successi del futuro. Sempre con l’obiettivo della sostenibilità, perché oggi, senza sostenibilità, qualsiasi azienda, nel calcio come in altri settori, rischia di fallire in tempi brevissimi».
Direttore, ha lavorato con Pergolizzi e ora con mister Trocini. Quali sono le principali differenze tra i due? La squadra sembra avere un altro passo sotto la guida di Trocini, cosa ha cambiato?
«Entrambi sono persone molto serie e preparate, ognuno con il proprio approccio. Bruno Trocini ha avuto un vantaggio iniziale: conosceva già circa il 70-80% della squadra, avendo lavorato con la maggior parte dei giocatori già l’anno scorso. Questo ha sicuramente facilitato il processo di adattamento e ha creato un legame importante tra lui e i calciatori. Dal punto di vista umano, Bruno ha dato molto alla squadra e ha contribuito a stabilizzare l’identità di gioco che oggi ci permette di esprimerci al meglio. Sotto la guida di mister Trocini, la squadra ha allargato la base dei titolari, non sono più solo 11 giocatori a essere protagonisti, ma l’intera rosa ha acquisito un ruolo fondamentale. La qualità del gruppo è aumentata, e ora la competizione tra i giocatori è molto più equilibrata».
Si parla tanto del centro sportivo Sant’Agata. Qual è la situazione attuale e come si inserisce nei progetti a lungo termine della Reggina?
«Il centro sportivo Sant’Agata rappresenta un elemento fondamentale per la nostra crescita. Al momento, la struttura ha bisogno di importanti interventi di rinnovamento e potenziamento per rispondere alle esigenze moderne di una società ambiziosa come la nostra. Stiamo lavorando affinché, in futuro, possa diventare un punto di riferimento non solo per la prima squadra, ma anche per il settore giovanile, che sta crescendo in modo significativo. L’obiettivo è trasformare il centro in una struttura all’avanguardia, dove ogni dettaglio, dall’infrastruttura agli impianti, possa contribuire a migliorare le performance dei giocatori e supportare al meglio la nostra visione a lungo termine. Inoltre, il progetto non riguarda solo il campo sportivo, ma anche la creazione di un ambiente che possa diventare parte integrante della città di Reggio Calabria. Il nostro impegno è quello di portare la Reggina e il suo centro sportivo a essere un fiore all’occhiello, sia per il meridione che per l’intero panorama calcistico europeo».
Direttore, domenica tornerà la maglia amaranto?
«Ne parlano molto, ma non c’è nessun tipo di problema. La questione è semplice: il regolamento impone che, quando una squadra gioca in casa, sia la società ospitante a cambiare la maglia, indossando la seconda maglia. Questo è un regolamento della Lega Nazionale ed è bene chiarirlo. Le maglie vengono decise prima della partita, in base alle esigenze e ai colori della squadra ospite. Non c’è mistero, come avrai visto anche ieri, durante l’apertura dello store, le maglie sono state esposte e vendute in gran numero. Non vedo alcun problema in questa situazione, ma mi fa piacere rispondere a questa domanda perché, a volte, anche le domande che sembrano più scomode, in realtà hanno risposte molto semplici che chiariscono fraintendimenti creati ad arte».
La società sta lavorando sia per i risultati sul campo che fuori. Può darci una panoramica di come la Reggina si sta muovendo in entrambi i settori?
«Ci sono dei dati oggettivi che dimostrano il nostro impegno: stiamo lavorando con determinazione sia sul fronte sportivo che su quello infrastrutturale. La società sta investendo nel centro sportivo e sta portando avanti il bando per l’ampliamento con risorse significative. La costruzione della squadra e del settore giovanile è stata affrontata con mille difficoltà, a partire dalle carenze strutturali, ma anche in campo possiamo dire che questa società ha messo insieme una squadra di grande valore, con giocatori di talento e personalità. Se analizziamo la rosa, non troveremo nessun giocatore che non sia all’altezza. Le scelte che portano a questo livello di qualità sono frutto del lavoro della proprietà e dei direttori sportivi, insieme ai loro collaboratori. In sintesi, la società è in continuo movimento e opera per il bene della squadra e del club. La valutazione dei risultati non può essere limitata solo ai successi sul campo, ma deve tenere conto anche di quanto viene fatto fuori dal campo, perché la Reggina non è solo una squadra di calcio, è un’entità che ha un impatto significativo sulla comunità e sul territorio».
Cosa possiamo aspettarci dal nuovo store e come sarà gestita la vendita online?
«L’apertura del nuovo store è un segno tangibile di crescita per la Reggina. Situato nel cuore della città, rappresenta un punto di incontro per i tifosi, dove possono vivere la passione per la squadra e sentirsi ancora più vicini al club. La vendita online è già in fase di definizione e il nuovo store avrà sicuramente delle promozioni dedicate, sia per i tifosi che per gli abbonati, per premiare la loro fedeltà. Inoltre, stiamo progettando di includere anche una biglietteria all’interno dello store, in modo da offrire ai tifosi un punto di riferimento centrale in città. Ci aspettiamo che questa nuova iniziativa possa essere un ulteriore stimolo per avvicinare i tifosi alla Reggina».
La Reggina è in regola con i pagamenti e le scadenze?Come valuta il rapporto con i fornitori e che benefici portano alla crescita della società?
«La nostra società si distingue per un approccio trasparente e puntuale nei pagamenti. Non abbiamo arretrati e siamo molto attenti a rispettare le scadenze, cosa che garantisce serenità nel nostro operato quotidiano. Questo approccio è alla base della crescita della Reggina, perché una società che gestisce correttamente le proprie finanze può lavorare in modo sereno e senza le difficoltà derivanti da debiti arretrati. La proprietà ci consente di lavorare con tranquillità sotto questo aspetto, permettendoci di concentrarci su obiettivi concreti per il futuro.»
Come vede il futuro del centro sportivo Sant’Agata e a che punto siamo con il bando e la concessione?
«Il progetto per il centro sportivo Sant’Agata è in pieno svolgimento. Recentemente abbiamo integrato la documentazione richiesta dalla Città Metropolitana e siamo in attesa della pubblicazione del bando. La Reggina, insieme ai suoi partner, ha presentato un progetto ambizioso e speriamo di essere gli aggiudicatari. Se ciò accadrà, avremo la possibilità di trasformare Sant’Agata in una struttura moderna e funzionale, un punto di riferimento per il calcio e per la città di Reggio Calabria».
C’è stato qualche errore che la società ha commesso e che si sarebbe potuto evitare?
«Un errore che avrebbe potuto essere evitato riguarda il nome iniziale della società, che ha suscitato alcune critiche. Si trattò di un errore dovuto alla fretta e a una cattiva comunicazione con gli enti preposti. Purtroppo, questa scelta non è stata ben digerita dai tifosi, ma si è trattato di una decisione che è stata corretta e che non ha influito negativamente sugli obiettivi a lungo termine».
Come vede il futuro della gestione di Nino Ballarini alla Reggina?
«Il futuro della gestione Nino Ballarino è senza dubbio pluriennale. La stabilità e la continuità sono fondamentali per costruire qualcosa di solido e duraturo. Non siamo interessati a proclami effimeri o a promesse che poi si rivelano delusioni. Siamo convinti che questa proprietà possa portare la Reggina verso un futuro di successi e di crescita costante».
Quanto è presente il supporto di Reggio e quali strategie sta adottando per ampliare la rete degli stakeholder?
«La città di Reggio Calabria è un elemento fondamentale per il successo della Reggina. L’impegno della comunità verso la squadra è forte, ma bisogna lavorare ancora di più per ampliare la rete di sostenitori e per coinvolgere anche piccole e medie imprese nel progetto. La sponsorizzazione non deve essere solo una questione economica, ma deve diventare una partnership che dia valore e visibilità a chi la sostiene. Per questo, il nostro obiettivo è creare un progetto di marketing che attragga gli imprenditori locali e faccia crescere il supporto alla squadra».
In quali ruoli la società ha delle lacune e dove pensi che si possa migliorare?
«La società è ancora giovane e ci sono molti ruoli che possono essere sviluppati. Con il tempo, valuteremo tutte le necessità e lavoreremo per migliorare ulteriormente la struttura organizzativa. Siamo consapevoli di dover crescere gradualmente, ma la nostra rapida evoluzione finora ci ha permesso di compiere passi importanti».
Gli afflussi allo stadio sono ancora sotto le tremila presenze. Come si può riportare la gente allo stadio?
«Per riportare più tifosi allo stadio, la ricetta è semplice: vincere. Quando una squadra dà il massimo, come sta facendo la Reggina in questo periodo, è inevitabile che l’entusiasmo torni tra i tifosi. La squadra sta dimostrando grande impegno e passione, e questo sta facendo riavvicinare il pubblico. Reggio Calabria ha sempre avuto una grande tradizione di supporto alla propria squadra e siamo certi che, man mano che il campionato si avvicina alla fine, il dodicesimo uomo in campo sarà sempre più presente».
Capomaggio è già disponibile per domenica? Lazar, invece, come sta?
«Capomaggio è già disponibile per la partita di domenica, dopo aver scontato il turno infrasettimanale. È in ottime condizioni fisiche e potrebbe essere chiamato in campo. Lazar, invece, avrà bisogno di un’altra settimana di recupero, ma stiamo monitorando la situazione e speriamo di averlo presto a disposizione».
Cosa si porta dietro dalla vicenda di Ba e Bonacchi e pensi che il Siracusa abbia fatto la sua parte?
«Ba e Bonacchi sono due ottimi giocatori che non stavano trovando spazio nella nostra squadra. Nonostante le buone prestazioni iniziali, entrambi hanno avuto dei cali, sia fisici che mentali, e non si sentivano più parte del nostro progetto. Quando un giocatore non si sente parte integrante della squadra, è meglio trovare una soluzione che sia vantaggiosa per tutte le parti coinvolte. La gestione della situazione è stata legittima e secondo i regolamenti, e la società non ha nulla di cui rammaricarsi».
Al di là del tuo ruolo dirigenziale, quali sono le sue ambizioni professionali e personali? Come vede la responsabilità di rappresentare la Reggina?
«La mia ambizione, sia professionale che personale, è quella di contribuire alla crescita della Reggina e di fare in modo che il club diventi un punto di riferimento nel calcio e nella comunità. Per me, rappresentare la Reggina è una grande responsabilità che porto con orgoglio. Ogni mia azione è guidata dalla volontà di fare ciò che è meglio per la città e per la squadra. A breve, mi auguro di ottenere l’abilitazione da direttore sportivo, ma la mia priorità è costruire qualcosa di duraturo insieme alla proprietà. Il mio impegno nel calcio è totale, e il futuro della Reggina è la mia più grande preoccupazione».
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