martedì,Marzo 18 2025

Gigi Canotto cuore amaranto: «La Reggina non muore mai. Vincere per far capire chi comanda nel girone»

L’ex esterno della “banda Inzaghi” spera di tornare un giorno a indossare la maglia amaranto e realizzare il sogno della serie A: « Ho vissuto momenti bellissimi, e ho visto i miei figli crescere in questa città»

Gigi Canotto cuore amaranto: «La Reggina non muore mai. Vincere per far capire chi comanda nel girone»

Gigi Canotto condivide il suo desiderio di vedere la Reggina tornare in Serie A e di portare a termine il progetto avviato, con la speranza di poter un giorno rimettere la maglia amaranto. Il legame con la città e i tifosi è forte, alimentato dai ricordi indelebili, come il gol del 19 maggio 2023 contro l’Ascoli, che ha regalato la qualificazione ai playoff. Nonostante le difficoltà, Canotto guarda con ottimismo al futuro della Reggina, sostenendo che, con un progetto serio, un ritorno è ancora possibile. Il calciatore continua a tifare per la squadra e sogna di contribuire un giorno al suo ritorno ai massimi livelli.

Il gol al 94° minuto del 19 maggio 2023 contro l’Ascoli, che ha garantito la qualificazione ai playoff, quanto è stato significativo per te?
«Quel gol è stato indimenticabile, soprattutto perché è stato segnato proprio il giorno del mio compleanno. È stato un momento speciale, che resterà per sempre nel mio cuore. Per me, per la squadra, è stata una grande emozione, soprattutto dopo aver superato le difficoltà interne. La gioia che ho provato è unica e questo ricordo mi accompagnerà per sempre».

La tua gioia dopo il gol è rimasta impressa nella memoria di tutti. C’è la speranza di tornare a vestire quella maglia?
«Sì, spero sinceramente di poter tornare a indossare quella maglia. Ho sempre detto che il mio addio non è stato definitivo, ma solo un arrivederci. Il mio sogno è vedere la Reggina tornare a competere nei palcoscenici che merita, e per quanto mi riguarda, la speranza di tornare a Reggio è sempre viva. La seguo con affetto, la Reggina è nel mio cuore. Non nascondo che, se ci fosse un progetto serio e ambizioso, la possibilità di tornare sarebbe concreta».

Come valuti l’ambiente che hai trovato a Reggio e il legame con la città?
«Mi dispiace per come è andata la mia esperienza a Reggio, perché la città e l’ambiente mi sono rimasti nel cuore. Quando un giocatore trova il posto giusto, è come sentirsi parte di una famiglia. Ho visto tutto l’affetto dei tifosi e l’amore che mi ha dato questa città è qualcosa che non dimenticherò mai. Ho vissuto momenti bellissimi, e ho visto i miei figli crescere in questa città. La gente mi ha sempre trattato come uno di loro, e questo legame è qualcosa che mi ha davvero segnato».

Essendo un “figlio” del centro sportivo Sant’Agata, come hai vissuto la tua esperienza lì?
«Il centro sportivo Sant’Agata è stato fondamentale nella mia carriera. Quando ero giovane, vivevo lì, ed è stato emozionante tornare come giocatore della prima squadra. È stato un sogno che si è avverato, dopo tanti sacrifici e anni trascorsi in quella struttura».

Cosa ne pensi dei giovani cresciuti nel settore giovanile della Reggina che oggi sono diventati punti di riferimento per la prima squadra?
«La Reggina oggi ha tanti giovani che sono cresciuti nel suo settore giovanile, e questo è un valore enorme. Conosco molti di loro, e so quanto tengono alla maglia. Spero che trasmettano la stessa passione e dedizione ai nuovi arrivati, affinché capiscano davvero cosa significa indossare quella maglia».

Cosa ti aspetti dalla partita contro il Siracusa?
«Sono sicuro che sarà una partita difficile, ma sono convinto che i tifosi amaranto saranno il dodicesimo uomo. La curva deve farsi sentire, come ai vecchi tempi, e se c’è quella spinta, il Granillo può diventare davvero un’arma in più per la squadra. La Curva Sud ha sempre avuto un impatto incredibile e ho ricordi bellissimi di quei momenti».

Come hai vissuto quella difficile stagione della Reggina e cosa pensi del suo futuro?
«Quella stagione è stata davvero difficile per tutti. Ho dormito poco, perché la Reggina meritava qualcosa di più. Non so di chi sia la colpa, ma so che quell’anno poteva essere quello giusto per tornare in Serie A. Nonostante tutto, sono fiducioso, perché la Reggina non muore mai, e sono sicuro che tornerà più forte di prima».

Cosa pensi della situazione attuale della Reggina in Serie D?
«Oggi la Reggina è in Serie D, ma sono fiducioso che, con il giusto supporto, tornerà dove merita. Ogni volta che parlo con gli amici, sono sempre il primo tifoso. Spero davvero che la squadra faccia un passo in avanti, magari vincendo la partita contro il Siracusa, per far capire chi comanda in quel girone».

Cosa ti ha insegnato quella stagione con la Reggina?
«Quella stagione mi ha insegnato che, anche nei momenti di difficoltà, c’è sempre la possibilità di rialzarsi. Bisogna rimanere forti, sia per la squadra che per i tifosi. I momenti difficili passano, ma bisogna sempre credere in se stessi».

Come vivi l’esperienza di avvicinare i tuoi figli al calcio?
«Mio figlio Tommaso ha quasi quattro anni e già ama giocare con la palla. Lo sto portando piano piano nella scuola calcio, sperando che un giorno diventi più forte del papà».

Come valuti il tuo percorso calcistico fino ad oggi?
«Guardando indietro, sono soddisfatto del mio percorso calcistico. Ogni scelta che ho fatto mi ha portato fino a qui. A volte si può sbagliare, ma fa parte del gioco. È importante imparare dagli errori e continuare a credere in se stessi».

Hai ancora obiettivi da raggiungere nel calcio?
«Il mio sogno è tornare in Serie A e farlo con la Reggina. So che non è facile, ma ci credo ancora».

Gigi Canotto guarda al futuro della Reggina con speranza, alimentato dal forte legame emotivo con la città e la maglia amaranto. Nonostante le difficoltà e le sfide degli ultimi anni, il calciatore rimane un grande tifoso e sostiene la squadra con affetto. Il ricordo di momenti speciali come il gol contro l’Ascoli rimane vivo nel suo cuore e la sua speranza di tornare a fare parte della storia della Reggina è sempre presente.

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