mercoledì,Aprile 23 2025

Verso Sambiase-Reggina, mister Morelli: «La Reggina è una meteora per la D, ma noi vogliamo scrivere una nuova pagina di storia»

La scalata in Serie D, il legame tra i giocatori, i complimenti di Zenga, il rapporto con il fratello Massimo e il rispetto per gli amaranto: il mister racconta i momenti chiave di un’annata straordinaria

Verso Sambiase-Reggina, mister Morelli: «La Reggina è una meteora per la D, ma noi vogliamo scrivere una nuova pagina di storia»

Claudio Morelli, allenatore del Sambiase, si distingue per la sua dedizione, umiltà e visione del calcio. Partito dalle categorie inferiori, ha costruito una squadra affiatata e determinata che gioca con un calcio verticale, concreto e veloce. La sua filosofia di gioco e il legame umano che ha instaurato con i suoi giocatori sono alla base del successo della squadra. Mister Morelli non solo è un tecnico capace, ma un leader che sa motivare e trasmettere valori di rispetto e professionalità. La sua storia è quella di un uomo che ha creduto nei propri sogni, rimanendo sempre umile e concentrato sull’obiettivo di costruire qualcosa di grande, passo dopo passo.

Mister, tutti parlano della favola Sambiase: da dove nasce questo progetto e quali sono stati i primi passi e le idee iniziali?

Il progetto ha origini lontane, risalenti ai tempi della Promosport, quando Angelo Folino, il presidente, insieme al direttore Antonio Mazzei, abbiamo fatto il campionato di Eccellenza arrivando alla semifinale nazionale, perdendo contro l’Enna due anni fa. L’anno scorso è passato il titolo al Sambiase con lo stesso staff, stesso organico e dirigenza. Poi c’è stata la cavalcata dell’anno scorso e la lungimiranza della società che ha continuato su quel percorso, rimodulandolo in alcuni aspetti, migliorando anche lo staff tecnico con figure qualificate come il professor Bruni, che ha aumentato la qualità del lavoro.

Il Sambiase adotta un calcio estremamente verticale, contraddistinto da una qualità eccezionale. Qual è la filosofia che guida questo stile di gioco?

Come hai detto bene, gioca molto in verticale e concretamente, cercando sempre di creare situazioni di gioco in velocità, sfruttando gli uomini a disposizione. Facciamo una buona fase difensiva, lavoriamo tanto su questo aspetto e cerchiamo di mettere ognuno nella migliore condizione per esprimere le proprie qualità. La simbiosi che si è creata dallo scorso anno, insieme a tre o quattro innesti nuovi, ci ha permesso di costruire questo bel “giocattolo” che oggi funziona.

La vittoria più grande è sicuramente quella di aver costruito una squadra così unita. Come è riuscito a creare questo legame speciale tra i suoi giocatori?

La cosa principale che metto sempre in evidenza è l’aspetto umano, non solo tecnico. Ci sono delle regole dentro uno spogliatoio e soprattutto il rispetto dei ruoli. Io ho sempre voluto che ci fossero delle gerarchie, e questo ha fatto sì che si creasse questa alchimia di rispetto all’interno dello spogliatoio. Questo si ripercuote anche in campo, e sebbene a volte ci riesca meglio e altre volte meno, credo che questo sia il concetto che porto avanti.

A proposito di alchimia, il legame con suo fratello Massimo, parte del suo staff è speciale. Che emozione prova nel lavorare insieme?

Con Massimo condivido un percorso professionale che dura da venti anni. Fin dall’inizio, è stato sempre al mio fianco, e oggi continua a essere il mio consigliere e preparatore atletico, lavorando insieme al professor Bruni. Un legame che mi dà una grande forza.

Luca Ferraro è senza dubbio il talento più promettente di questa squadra. Cosa ci può raccontare su di lui?

Sono contento del percorso di Luca Ferraro. Sono felice di avergli dato la massima fiducia e di vedere che l’ha ripagata. È un ragazzo per bene, prima di tutto, ed è sempre a disposizione della squadra. Voglio che continui ad avere questa mentalità, perché quando si smarriscono queste caratteristiche, i giocatori pensano troppo a se stessi e lì inizia un problema. Io leggo soprattutto con chi dà il massimo per la squadra.

Mister, cosa prova ad essere il protagonista di questa magica storia del Sambiase?

Sono orgoglioso, soprattutto perché farlo nella mia città, a Lamezia Terme, con il Sambiase, e vincere scrivendo tante pagine di storia importanti, è motivo di grande soddisfazione. Ma i meriti vanno alla proprietà, allo staff, ad Antonio Mazzei, che è sempre al mio fianco, a Gennaro Porpora e Nicola Samele, che sono persone con cui mi confronto quotidianamente.

Mister, quale messaggio desidera trasmettere ai tifosi e cosa può dirci su di loro, che colorano ogni stadio con tanta passione?

I tifosi del Sambiase sono stati una novità in Serie D per colore e folklore. Ricordo quando vennero ad Agrigento vestiti da Babbo Natale o pulirono il settore ospiti a Reggio Calabria. Questi gesti mostrano la maturità del loro ambiente. Sono sempre al nostro fianco, anche nei momenti difficili, e li ringrazio. Sono orgoglioso del gruppo ultras US 01, che si fa apprezzare ovunque e che incita la nostra squadra senza mai mancare di rispetto agli avversari.

Quali sono gli obiettivi del Sambiase per la stagione che resta?

Dobbiamo continuare a rimanere nella griglia dei play-off, essere protagonisti come lo siamo stati dall’inizio e lo vogliamo essere fino alla fine, sempre con massimo rispetto per gli avversari. Questo percorso è stato impensabile all’inizio, ma l’abbiamo fatto con umiltà, sacrificio e tanto lavoro. Chiedo ai ragazzi di applicarsi fino alla fine con questo senso di appartenenza che ci ha accompagnato finora.

Il trade d’union tra lei e il presidente Folino e il direttore sportivo Mazzei è stato sicuramente fondamentale. Che rapporto ha con loro?

Sono due persone importanti per il mio percorso calcistico. Insieme a loro abbiamo costruito tante vittorie e momenti importanti. Abbiamo sempre programmato insieme quello che oggi stiamo raccogliendo con massimo rispetto e condivisione. Il presidente è una persona straordinaria, un manager che sa come gestire una società. Avere Antonio Mazzei al mio fianco è qualcosa in più, che ti permette di crescere professionalmente.

Mister, lei ha iniziato davvero dal basso. Che significato ha per lei oggi essere considerato uno degli allenatori di punta della categoria?

È un punto di partenza per me, non di arrivo. Dopo tanti anni di gavetta, spero di continuare su questa strada. Il calcio è un ambiente difficile, e puoi passare dalle stelle alle stalle in un attimo. L’importante è rimanere sé stessi, essere umili e comprendere i propri limiti, cercando di trasformarli in forza.

Con il Siracusa ha fatto bottino pieno quest’anno. Come ha vissuto il momento della vittoria in trasferta al De Simone?

È stato un momento fantastico. Vedere quella classifica in quel momento, vedere il pubblico del Sambiase che sognava, è stato incredibile. È stato un onore avere con noi 500-600 tifosi a Siracusa e farli gioire. È stato un momento di grande orgoglio.

Riguardo alla Reggina, oggi è una squadra competitiva allenata da un tecnico di grande valore come Trocini. Che partita si aspetta domenica prossima?

Per noi è un onore parlare di derby con la Reggina. La società del Sambiase ha fatto un grande lavoro per far sì che questa gara avesse tanta rilevanza. La Reggina è una meteora per questa serie D, ha molta storia e, sinceramente, questa categoria non le appartiene. Sarà una partita difficile, ma noi siamo pronti a scrivere una nuova pagina di storia.

Qual è il suo ricordo di partita di andata al Granillo ?

Lasciare il Granillo imbattuti è stato un motivo di grande orgoglio. Anche se siamo andati sotto dopo un minuto, la squadra ha reagito. Dopo un inizio difficile, siamo usciti bene e abbiamo meritato il pareggio. Questo ci ha confermato che siamo una squadra forte, con le potenzialità per chiudere la stagione nei quartieri alti.

Mister, se dovesse descriversi in tre parole, quali sarebbero?

Umiltà, professionalità e rispetto.

C’è qualche aneddoto o momento di questa stagione che le è particolarmente caro e che ricorda con affetto?

Alla fine della gara contro il Siracusa, i complimenti ricevuti da Zenga sono stati un momento che non dimenticherò. Vedere un uomo così importante del calcio avvicinarsi e farmi i complimenti è stato davvero speciale.

Quest’anno c’è stata una partita che ha definito un vero e proprio incubo? Un incontro che non è riuscito a togliersi dalla testa?

La partita contro il Pompei nel girone di andata, dove abbiamo perso 2-0. È stata la prima sconfitta e ho avuto timore che potesse segnare l’inizio di un cammino difficile. Ma la squadra ha reagito e ha preso consapevolezza del campionato, crescendo sempre di più.

Mister, in una vita parallela, se non fosse impegnato con il calcio, cosa farebbe?

Non Guarderei le partite senza sosta. Il calcio mi appassiona così tanto che non mi stanca mai. A volte, dopo due giorni di trasferta, torno a casa e mi ritrovo a guardare altre partite, preparando già la sfida successiva.

Il suo telefono squillerà sicuramente tanto dopo questa straordinaria stagione.

Sono concentrato a chiudere questo campionato nel miglior modo. Il Sambiase mi ha dato tanto e finché la società vuole che io sia l’allenatore, non ci sono problemi.

Chi è Claudio Morelli, oltre ad essere l’allenatore del Sambiase?

Sono una persona normalissima, faccio questo con passione e dedizione. Sono anche un padre di famiglia e seguo molto le vicende delle mie figlie. Quando ho tempo, cerco di stare vicino a loro.

Articoli correlati

top