sabato,Maggio 17 2025

Reggina corri fino all’ultimo chilometro: a San Cataldo l’ultimo sacrificio e l’ultima speranza

Tappa conclusiva di un campionato vissuto con passione, tra sacrifici, rinunce e amore incondizionato per la maglia amaranto

Reggina corri fino all’ultimo chilometro: a San Cataldo l’ultimo sacrificio e l’ultima speranza

La partita contro la Sancataldese segna l’epilogo di un cammino lungo, faticoso e intenso. Più di un campionato, è stata una prova di resistenza e dedizione. Un viaggio che ha messo alla prova energie, risorse e cuore, ma che ha rafforzato il legame tra la Reggina e chi l’ha seguita ovunque.

San Cataldo è l’ultima tappa di questa stagione. Ma più che una semplice destinazione, rappresenta il capolinea simbolico di un percorso fatto di sfide, chilometri e sacrifici. La Reggina ha affrontato un campionato duro, in salita, spesso lontano dai riflettori, ma sempre sotto lo sguardo vigile di chi, per quella maglia, ha scelto di non mancare mai. È stato un anno complesso, dentro e fuori dal campo, eppure attraversato da un unico filo conduttore: la passione.

Ogni domenica è stata un viaggio non solo geografico, ma emotivo. Da Agrigento a Ragusa, da Pompei a Paternò, da Scafati a Favara e oltre: chilometri su chilometri macinati per stare accanto alla squadra, affrontando trasferte lunghe e ostiche, spesso al limite delle possibilità. Si è trattato di veri e propri atti di fede, fatti anche di sacrifici economici importanti. Benzina, pedaggi, pasti, notti fuori, ferie consumate o spostate, giorni liberi saltati: ognuno ha messo qualcosa di proprio per esserci. Non per dovere, ma per amore.

C’è chi ha rinunciato a una serata in famiglia, chi ha risparmiato su altro pur di non mancare, chi ha affrontato la fatica del viaggio dopo una settimana piena. Perché seguire la Reggina non è stato mai solo vedere una partita: è stato testimoniare un’appartenenza. È stato esserci anche quando sarebbe stato più comodo restare a casa. È stato condividere il pane e la strada con chi parla la stessa lingua del cuore: quella amaranto.

A bordo campo, sugli spalti, in sala stampa: ogni momento ha rappresentato un tassello di questa lunga storia collettiva. Ogni voce, ogni racconto, ogni applauso o stretta di mano hanno alimentato il fuoco di un tifo che non ha conosciuto sosta.

Con San Cataldo si chiude un cerchio. Ma da qui ne parte subito un altro, fatto di speranza e consapevolezza. La speranza di tornare dove questa squadra merita, ma soprattutto la certezza che questa tifoseria, fatta di gente vera, appassionata, irriducibile, non smetterà mai di esserci. Perché quando l’amore è autentico, nessuna distanza è troppa, nessun sacrificio è eccessivo. La Reggina ha ancora accanto il suo popolo. E questo viaggio, in fondo, è appena cominciato.

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