Reggina, una partita da all-in: contro la Scafatese non si può sbagliare
Nel doppio confronto contro la Scafatese si riflette l’intera stagione della Reggina: solo la vittoria può tenere vivo il sogno della Serie C

La Reggina arriva alla finale playoff dopo un campionato fatto di luci e ombre, segnato da due gestioni tecniche diverse e due partite contro la Scafatese dai risvolti opposti. Ora, al Granillo, arriva la squadra di Atzori, in una sfida che non ammette errori. Tra speranze, recuperi e scelte tattiche decisive, tutto è pronto per un’ultima battaglia che vale il futuro.
La stagione della Reggina è racchiusa simbolicamente proprio nel doppio confronto contro la Scafatese, l’avversario che ora si troverà di fronte nella finale playoff del girone I. Una partita che vale moltissimo, forse tutto: la vittoria rappresenta l’unica strada percorribile per sperare nella promozione in Serie C. Ma è anche una partita che racconta, con le sue ombre e le sue luci, il doppio volto della Reggina versione 2024-2025.
All’andata era ancora la Reggina di Pergolizzi a sedere in panchina. Una squadra che faticava a trovare identità, che in quel confronto diretto venne sconfitta da una Scafatese aggressiva, organizzata e cinica. Una sconfitta pesante, non solo nel punteggio, ma soprattutto nello spirito. Il gioco non decollava, le idee erano confuse, e quell’incontro sembrava aver lasciato il segno.
Tutto cambiò nel ritorno. Con Bruno Trocini alla guida, la Reggina offrì una delle prestazioni più convincenti della stagione. In vantaggio grazie a un gol di Girasole, con tanto di esultanza liberatoria, gli amaranto dominarono gran parte del match, imponendo ritmo e qualità. Ma un colpo di testa su corner riportò la Scafatese in parità. E quel legno colpito da Barillà, quel maledetto rigore sbagliato dall’immenso capitano, trema ancora nei ricordi dei tifosi: un episodio che lasciò l’amaro in bocca, ma che consacrò la rinascita di una squadra finalmente viva, combattiva e consapevole.
Ora tutto si azzera. Al Granillo andrà in scena una vera e propria battaglia sportiva. Da una parte la Reggina, motivata dal sogno e dalla speranza di ripescaggio, rinvigorita da un girone di ritorno in crescendo, guidata da un Trocini che ha restituito gioco e compattezza. Dall’altra, la Scafatese di Gianluca Atzori, ex tecnico amaranto, che conosce bene l’ambiente e che sogna di regalare una grande gioia al presidente Romano.
Fondamentale sarà la condizione fisica di due colonne portanti: capitan Barillà, alle prese ormai note con un ginocchio acciaccato, e Adejo, uscito malconcio dall’ultima contro la Vibonese. Le loro condizioni saranno valutate fino all’ultimo, ma c’è ottimismo sul loro recupero. Nel resto dell’undici titolare non dovrebbero esserci sorprese, con la solita staffetta tra Cham e Ndoye sulla corsia sinistra e con una formazione ormai rodata e capace di adattarsi in corsa alle esigenze del match.
Quella di domenica sarà la resa dei conti. La Reggina ha l’occasione di completare la propria trasformazione e rilanciare il proprio nome tra i professionisti. La Scafatese cercherà di confermare quanto di buono fatto finora. Ma nel catino del Granillo, con il pubblico amaranto pronto a spingere, sarà la fame di riscatto a fare la differenza. E in quel sogno chiamato Serie C, la Reggina non vuole smettere di credere.
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