Reggina-Scafatese, vigilia di speranza: un’ultima battaglia per sognare ancora
Una settimana di silenzio, di concentrazione, di lavoro: domani al Granillo si chiude un ciclo. In palio orgoglio, dignità e ripescaggio

La Reggina si prepara alla sfida decisiva. Contro la Scafatese non è solo una finale playoff, è l’ultima tappa di un percorso che ha ricostruito una squadra e una città. Vincere domani significa sperare ancora, tenere aperta la porta della Serie C.
È stata una settimana diversa. Nessuna frase a effetto, nessuna distrazione. Solo silenzio. Ma non un silenzio vuoto: un silenzio operativo, pieno di concentrazione, fatica, sudore e determinazione. La Reggina ha lavorato così, lontano dai riflettori, preparando l’ultima battaglia di una stagione infinita.
Domani, alle 16, lo Stadio Oreste Granillo sarà il centro di tutto. Reggina contro Scafatese, la finale playoff, l’ultimo ostacolo da superare per tenere vivo un sogno. La Serie C non è ancora lì, ma potrebbe essere all’orizzonte: una vittoria è l’unico modo per restare in corsa, per poter sperare in un ripescaggio, per provare a riportare la Reggina dove merita.
Questa squadra ha saputo trasformare lo scetticismo in rispetto. Lo ha fatto con il lavoro, con la forza del gruppo, con il carisma silenzioso di mister Bruno Trocini, con una serie di partite che hanno restituito dignità, orgoglio e identità a una maglia che pesa.
Domenica non finisce solo una stagione. Finisce un ciclo: quello della rincorsa, della ricostruzione, del crederci sempre. E se la Reggina dovesse vincere, si aprirà un nuovo orizzonte. Non una certezza, ma una possibilità vera, concreta, di rientrare nel calcio professionistico dalla porta del merito sportivo.
Adesso serve solo una cosa: esserci. Col cuore, con la voce, con l’anima.
Perché domani si gioca il futuro di un popolo intero. È il giorno della Reggina.