Reggina, Ballarino: «Con Trocini piena sintonia tecnica, siamo pronti al ripescaggio»
Il patron amaranto: «Il mister ha già indicato chi confermare in Serie D o C. Chi ama la Reggina porta la vara. Io, ultras la domenica e dirigente dal lunedì»

È un intervento lungo, appassionato e denso di significati quello con cui Nino Ballarino si è raccontato ai microfoni di Fuorigioco, la trasmissione sportiva di Reggio TV. Il patron della Reggina ha fatto il punto sulla stagione appena conclusa, sul futuro del club, sul rapporto con la città e sulla figura dell’allenatore Bruno Trocini. Ma soprattutto ha parlato con il cuore, con il tono di chi non ha bisogno di slogan: ha solo la voglia, visibile e onesta, di spiegare dove si sta andando e perché.
Ballarino parte da una verità semplice: due anni fa la Reggina non esisteva più.
«Abbiamo cercato di costruire qualcosa che non c’era più, portato via da chi è andato via. Quest’anno abbiamo sfiorato un traguardo straordinario e siamo rimasti aggrappati al sogno fino alla fine. Abbiamo vinto i playoff e anche se magari non servirà a nulla sul piano sportivo, per me è stato un segnale forte».
È il tono di chi ha lottato ogni giorno in trincea, non solo sul campo, ma in un contesto cittadino e calcistico dove le difficoltà non mancano mai.
Sul futuro della panchina amaranto, le idee sembrano molto chiare:
«Con Trocini c’è sintonia tecnica. Ha già indicato chi confermare e chi no, e siamo d’accordo. I miei direttori stanno parlando con il suo procuratore e siamo a buon punto. Mi auguro si arrivi presto all’ufficialità».
Nessuna forzatura: solo una linea di continuità voluta e cercata, dopo i risultati straordinari del girone di ritorno.
Ma se c’è una parola che torna spesso nell’intervista, quella è dignità. Non detta per riempire un vuoto, ma come valore fondante del suo lavoro:
«La dignità non è mediocrità. È qualcosa che si costruisce ogni giorno, restando sul pezzo, accettando i momenti difficili senza piangersi addosso. Siamo stati perfetti dopo Siracusa, eppure abbiamo perso il campionato per un punto. Questo non significa che abbiamo fallito. Significa che dobbiamo continuare a crescere».
Un altro passaggio cruciale riguarda il centro sportivo Sant’Agata, che Ballarino non esita a definire «il cuore della Reggina»:
«Lì non si lavora per caso. Abbiamo dodici squadre giovanili. Quest’anno l’Under 19 ha portato sei ragazzi nella rappresentativa nazionale del girone, l’Under 17 e l’Under 15 hanno avuto convocati in azzurro. La Reggina vera nasce lì, ogni giorno, tra allenamenti, sudore e sogni».
E parlando del centro sportivo, ricorda anche la partecipazione al bando: «Insieme alla Soseteg, stiamo progettando qualcosa di storico. Serviranno milioni di euro, ma non ci fermiamo. Reggio merita una struttura degna di questo nome. Non un favore, ma una visione».
In tanti, anche tra i tifosi, continuano a chiedersi se esista la possibilità di un passaggio di mano. Anche qui, Ballarino è netto: «Io non ho chiesto nulla al Comune, né alla Provincia. Non sono venuto qui a cercare soldi, ma a costruire. Se arriva qualcuno con un progetto serio, sarò il primo ad agevolare il passaggio. Ma non c’è stato nessuno, lo dico chiaramente. A chi dovrei dare la Reggina, gratis, senza un progetto? Al primo che passa?»
Il riferimento non è solo agli imprenditori assenti, ma anche a un certo clima che a volte si respira attorno alla società: «Criticare è facile. Dire “io l’avevo detto” è ancora più facile. Ma chi ama davvero la Reggina la porta sulle spalle, come la vara in processione. C’è chi porta, chi si appende e chi finge di portare. Noi sappiamo chi siamo. Nonostante queste vittorie, la rincorsa al Siracusa non è bastata, pazienza. Ma non ci siamo mai fermati. Né noi, né la squadra, né i tifosi veri».
Il patron parla, ammettendo: «Ho le spalle forti e vado avanti. Perché mi sono innamorato della Reggina, come tutti i reggini. Anche quelli che mi criticano».
Un passaggio, tra i tanti, riassume forse più di tutti lo spirito dell’intervento:
«Io la domenica sono un ultras, il lunedì un dirigente. Questa è la mia Reggina».
Non ci sono dubbi: per Nino Ballarino la Reggina non è una parentesi, né un investimento da liquidare. È un impegno quotidiano, concreto, spesso doloroso. Ma mai affrontato a metà.
E mentre si attende di capire se il ripescaggio in Serie C potrà concretizzarsi, la certezza più forte arriva proprio dalle sue parole:
«Domani io lavoro. Per la mia azienda e per la Reggina. Perché niente arriva per magia. Il futuro si costruisce. Con passione. E con dignità».
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