Premio D Club al Capitano Operaio: Antonino Barillà, leader della Reggina e simbolo del calcio che lavora
Nella cornice del Teatro Rossini di Roma, la Lega Nazionale Dilettanti, insieme al Corriere dello Sport e Tuttosport, ha assegnato ad Antonino Barillà il Premio alla Carriera

Alla 12ª edizione del D Club, l’iniziativa della LND dedicata ai protagonisti della Serie D votati dai tifosi, Barillà è stato insignito di un riconoscimento speciale. Insieme a lui, sono stati celebrati anche nomi come Federico Baschirotto, Ottavio Palladini e Luigi Pinalli. Barillà, reggino e colonna della Reggina, continua a guidare la squadra con prestazioni, gol e un’identità che ha fatto breccia nel cuore degli appassionati.
Il Teatro Rossini ha fatto da cornice a una serata intensa, dove passione e riconoscenza si sono incontrate. Il D Club, ideato dal Dipartimento Interregionale della LND in collaborazione con Tuttosport e Corriere dello Sport, da oltre un decennio premia i volti autentici del calcio dilettantistico italiano. Le preferenze, espresse direttamente dai tifosi sui siti web dei due quotidiani sportivi, hanno superato quest’anno quota 30.000.
Tra i premi speciali, quello ad Antonino Barillà ha avuto un significato particolare, soprattutto per i tifosi amaranto. Il centrocampista è stato premiato per la scelta chiara e coraggiosa di tornare in Serie D, spinto da un amore viscerale per la maglia della Reggina. Una scelta controcorrente, che racconta un sentimento autentico in un’epoca in cui il calcio è sempre più guidato da logiche economiche.
Con oltre 400 presenze tra Serie A, B e C, Barillà ha vestito le maglie di Reggina, Parma, Monza, Trapani, Alessandria e Sampdoria. Proprio con la Reggina, club in cui è cresciuto, ha esordito giovanissimo in Serie A, lasciando il segno sin dagli inizi. Ed è sempre a Reggio Calabria che ha scelto di chiudere il cerchio. Tornato nel settembre 2023, ha disputato una stagione da autentico trascinatore: 10 gol realizzati in campionato da centrocampista, prestazioni costanti e leadership naturale. Un punto di riferimento in campo e fuori, che guida la squadra con grinta, personalità e spirito di sacrificio.
Al termine della stagione, il capitano, intervenuto ai nostri microfoni, ha lanciato un messaggio inequivocabile: la sua missione è riportare la Reggina tra i professionisti. In campo è la guida tecnica ed emotiva dei più giovani; fuori, rappresenta un esempio di appartenenza, disciplina e dedizione totale alla maglia amaranto. Una guida silenziosa ma costante, che lavora ogni giorno con serietà e cuore. Il “Capitano Operaio”, uno che vive il calcio con lo stesso impegno e rispetto di chi lavora in fabbrica, con il sudore come linguaggio e la maglia come seconda pelle.
Durante la cerimonia, sono stati premiati anche altri protagonisti del calcio dilettantistico. Federico Baschirotto, oggi al Lecce in Serie A, ha ricevuto un riconoscimento alla carriera per il suo percorso esemplare partito dalla Serie D. Ottavio Palladini, allenatore della Sambenedettese, è stato celebrato per le sue quattro promozioni, l’ultima nella stagione appena conclusa. Un premio anche per Luigi Pinalli, presidente del Fiorenzuola da oltre vent’anni, e per gli allenatori Domenico Gargiulo e Angelo Carrano, due figure storiche e vincenti del calcio dilettantistico campano e pugliese.
Come ha dichiarato Luigi Barbiero, coordinatore del Dipartimento Interregionale della LND, il D Club “testimonia non solo il senso di appartenenza, ma anche le radici delle rispettive carriere, con impresso il DNA della Serie D”. Il premio a Barillà, come quello agli altri protagonisti, è l’immagine di un calcio vissuto con passione, sacrificio e legame profondo con il territorio.
Il riconoscimento consegnato ad Antonino Barillà è un omaggio alla scelta coraggiosa di tornare a casa, per lottare sul campo e trasmettere ai compagni e ai tifosi il valore dell’identità. In un’epoca in cui spesso si sceglie per convenienza, Barillà ha scelto la sua città, la sua gente, la sua Reggina. Il Capitano Operaio continua a trascinare la squadra amaranto dentro e fuori dal campo. E lo fa con una promessa chiara: non si fermerà finché quella maglia non tornerà tra i professionisti, dove merita di stare.