NON C’E’ NENTI | Reggio accende il fine settimana tra musica al tramonto, vino e pedalate in città
Dal rock teatrale dei Kutso al tramonto elettronico del Kalura tra mare e giuste vibrazioni, passando per DJ set, passeggiate collettive in bici e teatro generazionale: il weekend reggino è tutt’altro che vuoto

È la rubrica settimanale “Non c’è nenti” de ilReggino.it a fare da bussola a chi vuole muoversi tra i luoghi giusti, scoprire cosa succede in città e non perdere quel dettaglio che può accendere una serata. Una guida che non si limita a elencare, ma racconta: spostandosi tra concerti, eventi, piste da ballo e risvegli creativi, porta il lettore in giro per una Reggio viva e sorprendente.
A chi ancora sussurra che a Reggio Calabria “non c’è nenti”, questo weekend risponde con una serie di appuntamenti che si rincorrono tra musica, arte, teatro e corpi in movimento. Una città che per tre giorni vibra senza alzare troppo la voce, ma con una frequenza continua, sotterranea, fatta di suoni buoni, incontri giusti e scene che si contaminano. Il 16, 17 e 18 maggio diventano un unico flusso, e chi resta fermo è solo chi non vuole sentire.
Si parte giovedì 15 maggio con un’onda di rock e demenzialità firmata Kutso: la band romana, che da Sanremo è passata per mezza Europa con i suoi set teatrali e ironici, suona al Malavenda Café. Un live gratuito e senza freni, tra nonsense e verità storte, come solo il buon rock italiano sa fare quando si prende gioco di sé stesso.
Il giorno dopo, venerdì 16, sempre al Malavenda, dalle 17:00 alle 19:00, ci si prende tempo con Pennelli, vino & colori. Un laboratorio condotto da Natalia Lazebnikova e Barbara Priolo di Terraterra Ceramics: due ore dedicate alla lentezza, al gesto creativo, alla possibilità di stare senza dover produrre. Matite, vino rosso, vasi da decorare e pensieri da allentare.
La sera, la città cambia marcia. Via Zecca si trasforma in una linea d’onda tra due locali. Da una parte il Clubbino Bistrot, dove suonano i Purple: soul, pop e voce calda, una formazione che sa dare ritmo e intimità a ogni pezzo. Dall’altra, il Funky Drop Urban Taproom, dove Antonio Lubrano manda in play il suo Funky Friday: un DJ set che mescola funk, hip hop e groove elettronico tra murales, birre artigianali e vibrazioni sporche di Brooklyn.
Sabato 17 è un’esplosione controllata. Il Clubbino torna ad accendersi con i Triggitani, trio che porta sul palco il Mediterraneo: flamenco, jazz, latin e tutta la forza delle mani che suonano per davvero. Poche parole, molta intensità. Ma se la notte chiama altre frequenze, c’è chi risponde più a nord del centro: l’Undead, con il suo sound radicale e lo stile urban, ospita Borotalco, DJ di culto e selezionatore raffinato. La consolle di via Aschenez 64 promette una sessione free entry all’insegna di deep, beat minimali e groove morbido, mentre il mese si avvicina alla sua grande festa finale.
Domenica si apre con una boccata d’aria e libertà. Alle 9:30 parte Bicincittà, la pedalata popolare UISP che da Piazza Indipendenza porta cittadini, famiglie e curiosi lungo le strade urbane, restituendo ritmo umano alla mobilità e gioia condivisa al paesaggio urbano. L’arrivo è previsto al Circolo Tennis Crucitti, tra attività, ristori e sorrisi stanchi.
Il pomeriggio è sdoppiato tra mare e piscina. Al Kalura, il WOW Movement firma un altro episodio di “Sandro Portami al Mare”: camicie aperte, house elegante e cocktail salati, tutto dalle 15 fino al tramonto. Dall’altra parte, all’Oasi Pool Club, va in scena la nuova edizione di Melanina by Socio Crew, una delle realtà più affermate del clubbing reggino. Tra house, elettronica, visual e selezione musicale chirurgica, si entra in una bolla dove ogni cosa ha un bpm perfetto.
In chiusura, il teatro. «Quel dannato viaggio a Valencia» porta sul palco (location ancora da confermare) un racconto intimo, generazionale, in bilico tra ironia e malinconia. Una storia di partenze, sogni sgonfiati e ritorni interiori, per chi ancora pensa che il teatro possa raccontare meglio di tutti ciò che succede nel silenzio.
Alla fine, no: non è vero che non c’è niente. C’è tutto. Basta ascoltare. E se ti perdi qualcosa, la prossima volta sarà solo colpa tua.
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