Melanina è una promessa mantenuta: da Reggio a Ibiza, la scena house viaggia grazie a Socio Crew
Domenica dopo domenica, il format firmato Socio Crew trasforma l’Oasi Pool Club nel cuore pulsante della scena elettronica reggina. Un palco che dà voce ai talenti locali e costruisce connessioni internazionali. Ieri, due DJ reggini e un ospite siciliano con trent’anni di carriera hanno raccontato – a suon di house – perché la Calabria è pronta per il salto. E il 21 giugno arriva il primo Festival.

C’è una generazione di DJ che non aspetta più che qualcosa cambi. La sta cambiando. A Reggio Calabria, ogni domenica all’Oasi Pool Club, Melanina accende la scena elettronica come una miccia costante: suono pulito, vibe precise, gente che balla, artisti che sperimentano. Non è solo una festa, è una dichiarazione d’intenti. E domenica ha confermato tutto questo, affidando la consolle a tre voci forti di questa rivoluzione musicale: due reggini – Claudio Cox e Fabio Tascky – e un ospite siciliano d’eccezione, Hazner.
Claudio Cox non è un nome nuovo per chi frequenta la scena. Reggino, classe operaia della musica elettronica, ha iniziato 16 anni fa grazie al fratello, ma il vero salto l’ha fatto nel 2011 con THC – The House Concept, progetto house nato insieme a Fabio Surace e Luigi Morabito. «Poi ci siamo fermati, ognuno ha preso la sua strada. Io sono andato fuori per qualche anno, ma quando sono tornato a Reggio ho trovato i ragazzi di Socio Crew e ho capito che era il momento giusto per ripartire».
Da allora Claudio non si è più fermato. «Ho sempre suonato anche altro, ma questo è il genere che mi fa sentire vivo. E adesso che ho iniziato anche a produrre grazie all’aiuto di un grande produttore, è tutto più completo. Finalmente faccio quello che amo».
Un punto di svolta? «Suonare a Ibiza. L’anno scorso, insieme a Fabio, siamo stati invitati in un locale storico, gestito da uno dei fondatori della scena dell’isola. È stata una di quelle serate che ti ripagano di tutto, delle pause, delle porte chiuse, delle serate con dieci persone. È lì che capisci che valeva la pena insistere».
Accanto a lui, sul palco e nel percorso musicale, c’è Fabio Tascky. Energia pura, selezione raffinata e un passato che parla di ricerca. «Nel 2012 avevamo aperto una radio web per portare la musica elettronica a Reggio, quando ancora sembrava una follia. Poi sono partito per lavoro, ho girato Roma, Milano, perfino la Slovenia. Ma la musica è rimasta». Il ritorno a Reggio, nel 2020, lo ha riportato in contatto con Luigi e Jack.
E Jack, fondatore di Socio Crew, lo ricorda bene quel momento: «Fabio è arrivato al Free Spirit e ha spaccato. Aveva una selezione musicale che ci rispecchiava, ma soprattutto trasmetteva una vibrazione fortissima. Ballava in consolle più del pubblico, era il primo a divertirsi. Ho capito subito che doveva stare con noi». Da quel momento, Fabio è diventato uno dei punti fermi del progetto. «Il giovedì al Piro era il suo giorno, e spesso c’era più gente lì che al venerdì. La gente veniva per lui, per la sua energia, per il suo modo di stare in pista».
Ma non è solo una questione di presenza scenica. Fabio investe tempo, studio e soldi in ogni set. «Non ripeto mai lo stesso DJ set. Ogni volta è diverso, perché la musica va cercata, costruita, selezionata. Non suono solo per far ballare, voglio anche raccontare qualcosa, dare cultura, far crescere la scena». E Jack lo conferma: «È un artista vero, uno che sperimenta, che rischia, che non si accontenta. Uno zoccolo duro di questa crew. Senza di lui, tante cose non le avremmo fatte».
E poi c’è Hazner. Classe 1977, originario di Ragusa, una carriera che inizia nei primi anni ’90 e si estende tra Sicilia, Milano, Berlino e Africa. Ha suonato con i Tinturia, ha preso parte al festival “Uniao Electronica” in Angola, ha prodotto dischi per label come 8Bit, Natura Viva, Food Porn Music, Seta Label. «Con i ragazzi di Socio Crew è nata una sinergia naturale – racconta – abbiamo sentito subito che c’era un linguaggio comune. Da lì è nato uno scambio: io vengo qui, loro vengono da noi. La musica è questo. Connessione».
Hazner oggi lavora anche in studio come produttore: «Non faccio solo clubbing. Lavoro con musicisti, registro voci, arrangio. Credo che un DJ debba avere una visione a 360 gradi. E con crew come questa, che credono davvero in quello che fanno, il livello si alza. È bello vedere che dalla Calabria sta venendo fuori qualcosa di così solido».
E ora arriva il prossimo passo: il primo Festival a Reggio, targato ovviamente Socio Crew. È ufficiale: il 21 giugno, alla Villa Comunale Umberto I , si terrà una giornata intera dedicata alla musica elettronica, tra set house, spazi food, area bimbi e mercatini. Ma non sarà solo musica. «Vogliamo riqualificare uno spazio dimenticato della città – spiegano i ragazzi –. Un luogo dove da bambini ci portavano i nonni, e che oggi è stato abbandonato. Noi vogliamo ridargli vita. Come si fa a Pantelleria per The Island o a Rende per il Park Life. Perché anche Reggio ha diritto al suo festival». E forse, quest’estate, lo avrà davvero.
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