A TU PER TU | Varacalli e i nodi della sanità territoriale: «Ecco come funzioneranno le case di comunità» – VIDEO
Il presidente di Federsanità Anci Calabria ospite del salotto de “Il Reggino”. «Non saranno in concorrenza con gli ospedali. Le guardie mediche? Devono essere attrezzate»

«I lavori per la nuova casa di comunità nei locali dell’ex ospedale di Gerace procedono bene, ma non possiamo perdere altro tempo». Ad affermarlo è Pino Varacalli, presidente di Federsanità Anci Calabria, ospite nel salotto de “Il Reggino” per affrontare i temi della sanità territoriale. «La casa di comunità non sarà in concorrenza con l’ospedale di Locri – ha precisato – né con le altre strutture sanitarie presenti sul territorio. Le case di comunità hanno una forma di gestione prettamente infermieristica per gli ammalati che non riescono a gestire gli studi medici per una terapia aggiuntiva, a differenza di quanto accade negli ospedali».
Un tema cruciale riguarda la situazione delle guardie mediche. «Sono in fase di rideterminazione ma a mio avviso devono essere a mio avviso riviste come punti di primo intervento e attrezzate con farmaci indispensabili e mezzi per fare un elettrocardiogramma. Questo significa evitare le file al Pronto Soccorso. Così facendo noi risparmiamo qualche giorno di ricovero in ospedale, e un giorno di ricovero in ospedale costa da un minimo di 600 € al giorno. E’ quindi necessario investire nelle guardie mediche in quelle zone non servite dagli ospedali e dalle case di comunità».
Ma se da una parte grazie ai fondi del Pnrr diverse strutture sono state dotate di attrezzature all’avanguardia, dall’altra bisogna fare i conti con la carenza di medici ed infermieri. «Un giovane medico che esce dall’università vuole giustamente andare a lavorare in una struttura di eccellenza, e questo rappresenta un problema sicuramente da risolvere. Oggi vediamo che c’è la rincorsa nelle nell’università a scegliere delle specializzazioni particolari. Non si trova più per esempio un chirurgo, è difficile, vengono banditi concorsi per chirurghi e non si riesce a coprire i posti».
Varacalli infine valuta positivamente l’operato di Occhiuto in qualità di commissario straordinario della sanità regionale. «Quando sono arrivati i medici urbani molti li contestavano, io credo invece che se non ci fossero stati per molti ospedali sarebbe stato un problema. Io vedo un uomo che cerca di impegnarsi a risolvere questi problemi, ma non può essere il solo».