venerdì,Marzo 21 2025

Ripartire o continuare? Reggio Capitale della Cultura non resti solo un sogno

Il percorso è tutt’altro che concluso. Ci sono oltre 250 milioni di euro da finalizzare nel triennio 25-27. La Città riuscirà a diventare il parco culturale sul Mediterraneo?

Ripartire o continuare? Reggio Capitale della Cultura non resti solo un sogno

C’è delusione. Al di là delle parole edificanti del presidente della giuria Davide Maria Desario e del ministro Alessandro Giuli. Al di là del commento del sindaco di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà, che si è soffermato sulla positività del percorso che ha preceduto la “sconfitta” odierna. C’è, comunque, delusione.

Un’occasione mancata, un sogno sfumato quello di associare alla Città dello Stretto il prestigioso titolo e quello di vedere Reggio al centro di un programma di iniziative culturali per un anno intero nel 2027. Lo avrebbe meritato? Certamente. Abbiamo giocato bene tutte le nostre carte? Forse no.

A volere vedere il bicchiere mezzo pieno, come ha fatto il sindaco di Reggio Calabria nel suo commento a caldo, resta «una bellissima esperienza. Per noi è comunque una vittoria, a prescindere dall’esito finale». Al di là di un approccio positivo e pragmatico, questo suona un pò come affermare che anche se non saremo proclamati ci sentiremo comunque Capitale della Cultura. Però, che non lo saremo e, al di là del premio di consolazione che il ministro Giuli si è impegnato a finanziare, questo fatto resta.

E da qui occorre ripartire o forse basta continuare. Forse. Perché, merito e complimenti certamente a Pordenone per la sua affermazione, qualcosa potrebbe non essere andata come avrebbe dovuto e sarebbe utile analizzare e capire perché, visto che la sfida del parco culturale sul Mediterraneo è appena all’inizio, non siamo riusciti a convincere la giuria pur avendola inebriata con il profumo di Bergamotto. Il mordente non è stato abbastanza.

Certo è che la sinergia talmente allargata messa in campo per condividere programmi e visioni, e rispetto alla quale qualcuno ha lamentato un mancato coinvolgimento, ha avuto un’accelerata proprio a seguito della decisione di partecipare al bando. Dunque potrebbe essere prematuro, ritenerla già a sistema nel modus operandi di un’amministrazione in carica da quasi due mandati. Il dialogo con il territorio resta la chiave di volta, con l’auspicio che lo stesso territorio di casa dentro il palazzo, con le sue visioni, le sue proposte, le sue ricchezze, assuma sempre più una dimensione di corale normalità.

Qualche spunto per un’analisi arriva dai quesiti posti dalla giuria in sede di audizione con riferimento all’articolata programmazione finanziaria da associare al milione di euro, e tuttavia non enunciata anche nel dossier. La strategia non è parsa evidentemente solida e questo era un aspetto dirimente per valutare la candidatura. Ma le risorse c’erano e ci sono.

L’altro nodo, questo potrebbe essere rimasto ben stretto, è stato quello relativo al coinvolgimento dell’Università. Assente infatti nella delegazione proprio l’università Mediterranea, fulcro di ogni comunità che coltivi una visione specie di una che si proietta su un’area ampia e complessa come il Mediterraneo e ben oltre il confine temporale del 2027.

Non sarà bastato citarla tra le partnership e inserirne la collaborazione in taluni progetti nel dossier né giustificare l’assenza con un impegno concomitante del rettore, per riconoscere il ruolo che la giuria reputava adeguato. Si tratta di una dialettica essenziale e che deve evidentemente crescere e rafforzarsi. Sono solo spunti sui quali riflettere visto che la Città deve continuare il percorso intrapreso comprendendo in cosa può e deve migliorare. L’esperienza è stata, comunque, di quelle che passeranno agli annali anche se in tono minore, vista la sconfitta, e per questo merita un’analisi dalla quale imparare e mettere in pratica nel tanto che ancora c’è da realizzare.

Il Cuore Mediterraneo continuerà a battere, lo assicura il primo cittadino Falcomatà volato a Roma da dove rientra senza il prestigioso riconoscimento e senza il milione di euro da investire in Cultura nel 2027. Certamente con tutto il lavoro che l’Amministrazione comunale ha già in essere per realizzare comunque la sua “rivoluzione gentile”, mancherà il tempo per crogiolarsi ma sarà necessario quello dell’analisi.

Ci sono oltre 250 milioni di euro per interventi diretti alla rigenerazione dei luoghi della cultura e le sfide sono tutt’altro che concluse.

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