venerdì,Aprile 19 2024

Covid, studio allarme obesità: boom in Lombardia e Calabria

In Calabria un cittadino su quattro è aumentato di peso e fra i disoccupati l’aumento di peso ha raggiunto anche il 43% in più

Covid, studio allarme obesità: boom in Lombardia e Calabria

Ancora una forma di disuguaglianza che colpisce gli italiani. E questa volta riguarda la forma fisica. «A causa della pandemia, circa la metà degli italiani è aumentata di peso.

Tra lockdown, smart working e una generale tendenza a consumare cibi meno salutari e alcolici, infatti, mantenere il peso forma e uno stile di vita sano è stata un’impresa ardua per molte persone. Da evidenziare anche come abbiano influito la crisi economica e il boom dei servizi di food delivery che,  generalmente, incentivano il consumo di alimenti che causano l’aumento di peso».

Un vero e proprio allarme obesità, dunque, come illustra  la direttrice scientifica di Pool Pharma Camilla Pizzoni, che poi aggiunge: «In Italia gli obesi sono circa 7 milioni, con un costo sanitario stimato intorno ai 9 miliardi di euro. A causa della pandemia, purtroppo, questi numeri sono aumentati». Tra le regioni più colpite spiccano, secondo lo studio Poolpharma, la Lombardia e la Calabria. Due regioni interessate  in modo diverso dalla pandemia, la Lombardia con molti più morti . In media in Lombardia un cittadino su cinque  si dice colpito da aumento di peso  post pandemia. Questo non stupisce visto che Coldiretti parla di 500 mila poveri nella ricca regione del nord.  E ben uno su cinque  si  definisce ‘a rischio obesita’ E la concentrazione aumenta del 30% in quelli che l’Istat gli svantaggiati.

In Calabria, una splendida regione, ma con il tasso di disoccupazione più alto d’Europa vale a dire il 20% della popolazione, l’obesità seguita alla pandemia ha colpito duro. Un cittadino su quattro è aumentato di peso e fra i disoccupati l’aumento di peso ha raggiunto anche il 43% in più.  Pool Pharma, azienda leader nel settore degli integratori alimentari e nei prodotti per il benessere del corpo, da decenni opera nel mercato del dimagrimento, mercato che solo in Italia vale 7 miliardi di euro, di cui più di 300 milioni nel circuito delle farmacie.

«Ma – aggiunge Pizzoni – in un quadro dominato dalla sedentarietà e dalle cattive abitudini alimentari degli ultimi mesi, perdere peso rapidamente con l’aiuto di questi prodotti potrebbe non bastare più, senza un supporto efficace e continuativo. Fondamentale è l’attività fisica, ma anche non commettere alcuni errori: ad  esempio non ci si dovrebbe rimpinzare prima o dopo l’allenamento come fanno in molti, poi non bisogna rinunciare mai alla colazione. Un altro suggerimento può essere quello di variare molto la propria dieta e di rendere i piatti più accattivanti, magari con l’uso di spezie esotiche.

E poi basterebbe rinunciare a sole 100 calorie al giorno per perdere circa 10 chili in un anno, ma al di là della tavola bisognerebbe prestare attenzione a due fattori: il livello di stress e la qualità del sonno, molti sottovalutano questi aspetti ma sono fondamentali per un buon stato fisico» «Il problema ha riguardato tutti, ma in particolar modo chi ha una condizione economica peggiore e un basso livello di scolarità. Dal punto di vista del genere, gli uomini sono stati leggermente più coinvolti delle donne, specialmente gli anziani.

Ma chiunque abbia cambiato le proprie abitudini lavorative o di routine ha, in generale, assunto peso».

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