giovedì,Marzo 28 2024

Diagnosi più rapide e precise, il vetrino del microscopio diventa virtuale

Uno schermo al posto del tradizionale microscopio eviterà ai pazienti di doversi spostare per avere un secondo parere

Diagnosi più rapide e precise, il vetrino del microscopio diventa virtuale

Addio al vetrino tradizionale che si fa tecnologicamente avanzato. Adesso il campione di un tumore, generalmente analizzato al microscopio, può trasformarsi in pochi minuti, in un file virtuale così da poter essere condiviso in tempo reale attraverso una piattaforma che collega in rete tutti i laboratori. Si tratta di un passo in avanti della cosiddetta digital pathology verso una diagnostica sempre più democratica, perché può evitare ai pazienti di percorrere centinaia di chilometri per portare, fisicamente, il loro vetrino nei diversi centri per raccogliere un parere in più sulla diagnosi e sulle possibili terapie.

Come funziona

Si rinnova così l’anatomia patologica. Il vetrino, cioè il tessuto tradizionalmente analizzato al microscopio, diventa un file e può essere analizzato in tempo reale attraverso una piattaforma che collega in rete tutti i laboratori italiani, ma può essere studiato da esperti in ogni parte del mondo. Siapec-Iap, la Società italiana di anatomia patologica e citopatologia diagnostica sta guidando questo percorso e ha stilato un documento con l’Istituto superiore di sanità per stabilirne i requisiti minimi. Il testo sarà presentato da Francesco Gabrielli (direttore del Centro nazionale per la Telemedicina e le nuove tecnologie assistenziali dell’Iss) al Congresso della stessa società scientifica che si aprirà oggi.

«L’anatomo-patologo esamina al microscopio qualsiasi tessuto “malato”, sia esso ottenuto da un intervento chirurgico, da una biopsia o da un agoaspirato – ha affermato Anna Sapino, presidente Siapec-Iap -. Ci viene chiesto di definire la natura delle lesioni, esprimendo una diagnosi importante per il percorso del paziente. È quindi, un lavoro che richiede alta professionalità, la possibilità di confronto e l’utilizzo di nuove tecnologie, perché non sempre è tutto ‘bianco’ o ‘nero’, e in questi casi dobbiamo avere un supporto per limitare al massimo il dubbio diagnostico».

L’apporto del Covid

Per Filippo Fraggetta, presidente eletto Siapec-Iap, «la pandemia da Covid-19 sta favorendo l’implementazione della patologia digitale e le condivisioni virtuali. L’introduzione di scanner capaci di trasformare il vetrino “fisico” in file consultabili da computer ha posto le basi per la diffusione della telepatologia. Il sistema più avanzato al mondo si trova in Giappone, e prevede la centralizzazione dei referti di tutti i pazienti – ha continuato Fraggetta -. In Europa è virtuoso l’esempio dell’Olanda. In Italia vi sono alcune esperienze di laboratori di anatomia patologica completamente digitalizzati dalla ricezione del campione di tessuto alla diagnosi finale, in Sicilia e in Piemonte».

Il punto di partenza per terapie mirate

Le cellule prelevate con l’esame citologico e analizzate in laboratorio dall’anatomo-patologo consentono non solo la diagnosi ma anche lo studio delle alterazioni dei geni, indispensabile per la selezione dei pazienti oncologici che possono essere trattati con terapie mirate. L’analisi del vetrino è quindi il punto di partenza dell’oncologia di precisione, che può migliorare le percentuali di sopravvivenza nella fase metastatica della malattia, fino a raddoppiarle.

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