Coronavirus, al via la quarta dose per i pazienti fragili dai 12 anni in su

Con la Circolare del Ministero della Salute del 20 febbraio scorso, è stato dato il via alla somministrazione della quarta dose (con vaccino a mRna) per i pazienti fragili dai 12 anni in su, a 120 giorni dalla terza dose. Secondo la circolare, le categorie di pazienti ammessi sono i «soggetti con marcata compromissione della risposta immunitaria, per cause legate alla patologia di base o a trattamenti farmacologici e soggetti sottoposti a trapianto di organo solido». Le iniezioni sono iniziate il 1° marzo e ad oggi circa 30mila fragili hanno ricevuto il cosiddetto «secondo booster» (3,7% del totale).

Cosa accadrà in futuro?

Dipende dalla strategia vaccinale che l’Italia intenderà adottare. Se si vorrà tenere bassa la circolazione del virus ed evitare così i contagi, l’ulteriore booster avrà senso. Se invece lo scopo è quello di prevenire la malattia severa o la morte, la quarta dose generalizzata non sarà necessaria perchè con tre dosi il ciclo vaccinale è completo ed efficace.

I dati

Secondo studi preliminari condotti ad Israele, dove la somministrazione della quarta dose ad alcune categorie è già cominciata da un paio di mesi, la protezione contro Omicron dopo il secondo booster resta sostanzialmente uguale a quella garantita dalla terza iniezione. Nella fattispecie non impedisce la possibilità di reinfettarsi anche se in modo lieve, sebbene il livello degli anticorpi aumenti fino a cinque volte.

Secondo quanto spiegato al Corriere della sera il dottor Mario Clerici, «se si espone un organismo ad alte dosi di antigene virale in successione, si crea uno stato di “tolleranza”. In sostanza, certe cellule immunitarie non producono più anticorpi. Rimane però efficace, la cosiddetta risposta cellulare dei linfociti T».