venerdì,Aprile 19 2024

Una ricerca riabilita il caffè: due o tre tazzine al giorno mantengono la pressione bassa

È quanto emerso da una ricerca condotta dall'Università di Bologna e dall’Irccs Azienda Ospedaliero-Universitaria di Bologna - Policlinico di Sant'Orsola

Una ricerca riabilita il caffè: due o tre tazzine al giorno mantengono la pressione bassa

Bere due o tre tazzine di caffè al giorno aiuta a mantenere la pressione bassa. Un dato che vale sia a livello periferico che per la pressione aortica centrale, ossia quella più vicina al cuore. È quanto emerge da una ricerca pubblicata sulla rivista “Nutrients” con il titolo “Self-Reported Coffee Consumption and Central and Peripheral Blood Pressure in the Cohort of the Brisighella Heart Study”, realizzata dagli studiosi Arrigo CiceroFederica FogacciSergio D’AddatoElisa GrandiElisabetta Rizzoli e Claudio Borghi del Dipartimento di Scienze Mediche e Chirurgiche dell’Università di Bologna e Irccs Azienda Ospedaliero-Universitaria di Bologna – Policlinico di Sant’Orsola.

Il campione esaminato

Fino a oggi il caffè era stato ampiamente sconsigliato a chi soffre di problematiche legate alla pressione sanguigna, ma quest’ultima ricerca, dimostrerebbero il contrario. Gli studiosi hanno preso in considerazione un campione di 720 uomini e 783 donne a partire da una sub-coorte del Brisighella Heart Study: uno studio osservazionale coordinato da Claudio Borghi, professore al Dipartimento di Scienze Mediche e Chirurgiche dell’Università di Bologna. Per ognuna delle persone individuate, sono stati confrontati i livelli della pressione sanguigna e le abitudini di consumo del caffè, insieme a una serie di altri dati clinici. La ricerca dimostrerebbe tutti i benefici derivanti dalla regolare assunzione della bevanda.

I risultati

«I risultati che abbiamo ottenuto mostrano che chi beve regolarmente caffè ha una pressione sanguigna significativamente più bassa a livello periferico rispetto a chi non ne beve», hanno spiegato gli studiosi. «Per la prima volta abbiamo potuto confermare questi effetti anche rispetto alla pressione aortica centrale, quella vicina al cuore, dove si osserva un fenomeno quasi identico, con valori del tutto simili per chi beve abitualmente caffè rispetto ai non consumatori», ha aggiunto Arrigo Cicero, professore al Dipartimento di Scienze Mediche e Chirurgiche dell’Università di Bologna e primo autore dello studio. «Si tratta del primo studio a osservare questa associazione sulla popolazione italiana, e i dati confermano l’effetto positivo del consumo di caffè rispetto al rischio cardiovascolare», ha concluso il prof. Claudio Borghi, responsabile dello studio.

Fa bene anche decaffeinato

Il merito non sarebbe della caffeina. Effetti positivi sono stati registrati anche tra chi consuma caffè decaffeinato. «La caffeina è solo uno dei diversi componenti del caffè e certamente non è l’unico che ha un ruolo attivo: effetti positivi per la salute umana sono stati registrati infatti anche tra chi consuma caffè decaffeinato – ha spiegato Cicero -. Sappiamo che la caffeina può contribuire ad aumentare la pressione sanguigna, ma altri componenti bioattivi nel caffè sembrano controbilanciare questo effetto, con un risultato finale positivo rispetto ai livelli della pressione».

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