giovedì,Marzo 28 2024

Reggio, tagliati i fondi alle strutture sanitarie accreditate

La denuncia del consigliere comunale Misefari: «Nessun potenziamento del servizio pubblico. Al Morelli 4 ore di attesa. Basta col commissariamento»

Reggio, tagliati i fondi alle strutture sanitarie accreditate

«Il recente decreto del Commissario ad acta per la Sanità della Regione Calabria ha assestato un altro colpo alla già precaria situazione della sanità calabrese con la riduzione del budget per le strutture private. Sono state, infatti, ulteriormente ridotte le risorse per l’acquisto di prestazioni diagnostiche e strumentali dalle strutture accreditate».

È quanto afferma in una nota il consigliere comunale Valerio Misefari che attacca: «Ci saremmo aspettati che, contemporaneamente, si fossero messe a disposizione risorse per potenziare le strutture pubbliche, che, come si sa, sono fortemente penalizzate sia in termini di personale sia in termini di dotazioni strumentali, motivo per il quale non sono assolutamente in grado di fornire ai cittadini tutte le prestazioni necessarie per garantire il loro diritto alla salute».

L’analisi del consigliere si fa spietata: «Basta pensare che nella nostra città i principali presidi pubblici a cui possono fare ricorso i cittadini sono l’Ospedale Morelli ed il laboratorio della struttura di via Willermin. All’ospedale Morelli ci sono tempi biblici per i prelievi, anche di 4 ore o più, in via Willermin, a causa della riduzione di personale, il numero delle prestazioni giornaliere è stato ulteriormente ridotto. E sono proprio le strutture private, alcune di esse veramente eccellenti, che sopperiscono a queste carenze erogando ai cittadini quelle prestazioni che le strutture pubbliche non possono assicurare in tempi brevi».

Per Misefari «tagliare le risorse con la motivazione che la sanità calabrese è in piano di rientro non è più accettabile perché da dieci anni i vari commissari si affannano a tagliare per rientrare dal debito senza ottenere alcun risultato, anzi aggravando sempre più la spesa per la migrazione sanitaria che supera abbondantemente i 300 milioni annui». «Per questo la Regione Calabria è uno dei migliori finanziatori della sanità delle regioni del nord – rimarca Misefari – ma non è in grado di garantire ai propri cittadini di godere del diritto alla salute, sancito dalla costituzione, nella propria regione e nella propria città».

Il consigliere conclude battagliero: «È giunto il momento di dire basta a questa incresciosa situazione, è giunto il momento di eliminare il commissariamento della nostra sanità, è giunto il momento di un intervento straordinario dello Stato per mettere in grado le strutture sanitarie, pubbliche e private, di garantire ai cittadini calabresi di avere gli stessi diritti dei cittadini del Nord».

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