Dialisi, Cotticelli spegne le speranze dei malati reggini
Dal pubblico al privato la delusione e l'incredulità regnano sovrana. Una decisione, quella messa nero su bianco dal commissario regionale, che lascia l'amaro in bocca soprattutto ai pazienti che saranno costretti ancora a traghettare per essere curati
Continua, inesorabile, il cammino verso lo sfacelo della sanità pubblica in Calabria. Nella provincia reggina, in particolare, l’ennesimo segnale arriva dal Commissario ad acta per la Sanità della Regione, Generale Cotticelli che ha messo la parola fine alle speranze di tutti i dializzati. Poche righe per liquidare una questione delicatissima che riguarda tanti ammalati.
Il no al centro territoriale pubblico
Cotticelli ha, di fatto, ribadito che nessun centro dialisi privato sorgerà a Reggio e che le prestazioni per i pazienti nefropatici cronici debbano essere erogate dalle strutture pubbliche. Se da un lato può trovare ampia accoglienza l’idea che sia la sanità pubblica a garantire un servizio di vitale importanza, dall’altro appare quantomeno paradossale che si spengano i riflettori anche sul Centro Dialisi di cui era stata individuata anche a sede nei locali dell’ex ENPAS di via Placido Geraci.
Le reazioni sono state molteplici, dal pubblico al privato l’indignazione non cambia ma a farne le spese sono sempre gli ammalati che, oltre ad essere fortemente provati dalla malattia sono costretti a fare i conti con mancanze ataviche.
La reazione dell’Aned
«Sono rammaricato per il fatto che, pur di bocciare il privato, si sia dovuto arrivare a delle false attestazioni – ha dichiarato Francesco Pontillo dell’Aned – Un intero anno di tavoli tecnici in prefettura per giungere ad una esplicitazione, concordata con tutti gli attori istituzionali, di fabbisogno per il comune di Reggio Calabria per 20 posti rene è stato inspiegabilmente buttato alle ortiche. Cosi naufraga definitivamente il progetto di centro dialisi pubblico nel comune di Reggio Calabria. Affermare così come ha fatto il generale Cotticelli che il fabbisogno del comune di Reggio Calabria è già soddisfatto dai centri pubblici esistenti significa mortificare i tanti dializzati reggini costretti ad emigrare per ricevere le cure salvavita. Oltre il danno, la beffa».
Proprio così perché mentre Cotticelli sostiene che Reggio e i centri periferici di Scilla e Melito bastino a soddisfare l’esigenza della provincia, dall’altro abbiamo ampliamente documentato in questi anni il calvario che molti pazienti sono costretti a vivere per avere le cure adeguate a Messina. Abbiamo raccontato i disagi legati agli spostamenti e la disperazione degli ammalati che, pur di non vivere più questa continua migrazione si sono detti disposti a interrompere le cure. L’emergenza è stata sempre tamponata ma mai realmente risolta e, proprio per questo, adesso la presa di posizione di Cotticelli è totalmente inaspettata.
Anche i privati piangono
Un fulmine a ciel sereno anche per chi, come Nicola Ilacqua, medico specialista in urologia e nefrologia, aveva investito molto per creare un centro che supplisse alle carenze pubbliche. Ma dopo un lungo percorso, anche giudiziario, arriva anche per Ilaqua l’amara conclusione.
«La normativa regionale che regola il rilascio delle autorizzazioni a costruire strutture sanitarie (art. 8-ter DL 502-92) dice che per ottenere il rilascio deve esistere su un dato territorio il fabbisogno dì prestazioni sanitarie. In atto il fabbisogno esiste perché pazienti di Reggio Calabria (almeno 5) continuano ad andare a Messina, per non parlare dei pazienti del comune di Reggio che dializzano a Scilla e a Melito. Per non parlare anche del dato statistico di 17 nuovi pazienti l’anno che entrano in dialisi solo nel comune di Reggio.
Per non parlare della mancanza di posti-Rene per la dialisi dei pazienti oriundi di Reggio o per quelli in vacanza che vogliono venire per brevi periodi nella nostra città! Se sulla stessa area insistono più progetti edilizi ha diritto di precedenza l’ordine cronologico, a prescindere se pubblico o privato. Il mio progetto è del 2017!
L’Asp di Reggio ha gia’ esplicitato il fabbisogno di 28 posti rene per pazienti nel comune di Reggio Calabria, mentre in atto ha creato solo 6 posti ( 3 al GOM e 3 a Melito)!
Esiste poi una inchiesta in procura su perché la Regione non vuole seguire gli indirizzi del Tar sul rilascio di questa autorizzazione. Pare che esista addirittura il sospetto di mendaci attestazioni e di abuso d’ufficio ( non si conosce Per quale motivo) alla base di questo diniego, senza tenere conto che la soluzione con il privato sarebbe entro pochi mesi, dando comunque modo al Servizio Pubblico di programmare nei suoi tempi tecnici lunghi ( almeno 2-3 anni) di realizzare ulteriori posti-rene.
Risalta il comportamento di un rappresentante regionale della ANED ( Pasquale Scaramozzino) che continua a pressare la struttura Commissariale con lo slogan che I dializzati calabresi, contrariamente al resto d’Italia, vogliono solo il Servizio Pubblico ( ma perché il Privato a Messina sì e a Reggio no?) e perché a Montalto Uffugo sì( tutti e due centri di proprietà di FRESENIUS-NEPHROCARE)! Sembra che il materiale di consumo per la dialisi ( per la maggior parte fornito da FRESENIUS) le ASP e le Aziende Ospedaliere lo acquistino a prezzi di gran lunga più alto rispetto ai Centri Privati. Perché per 10 anni il Centro Dialisi del GOM ha sfruttato i propri posti – rene al 50/100 lasciando che i pazienti dovessero recarsi in un Centro Privato a Messina , e solo da un anno lavorano a pieno regime? E qui mi fermo».
Una denuncia cruda, che avevamo già raccolto da Ilaqua prima che Cotticelli mettese la parola fine ad ogni aspettativa che sia essa pubblica o privata.
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