giovedì,Marzo 28 2024

Coronavirus, Luigi Fiato porta un messaggio di speranza dalla Cina a Locri

La testimonianza dell'uomo che in Oriente lavora per una società d'affari: «ogni persona deve utilizzare un QR code che mostra chi ha un grado di rischio-salute verde, arancione o rosso, in relazione ai luoghi visitati e ad altri dati raccolti dal sistema»

Coronavirus, Luigi Fiato porta un messaggio di speranza dalla Cina a Locri

di Elena Gratteri – Coronavirus, Luigi Fiato porta un messaggio di speranza dalla Cina a Locri. Attraverso questa intervista del 19 marzo scorso, conosceremo Luigi Fiato, un ragazzo di Locri che, attualmente, vive in Cina.

Le sue parole possono essere utili per affrontare al meglio l’emergenza, che stiamo vivendo, non perché Luigi sia un medico o uno scienziato, ma poichè mette a nostra disposizione la sua esperienza nel Paese dove ha avuto origine l’epidemia da corona virus, che oggi sta sconfiggendo quello che è diventato un nemico comune per l’ Italia e per tutte le Nazioni del mondo.

Che lavoro svolgi in Cina e da quanto tempo ti trovi lì?

«Prima di tutto, sono contento di poter dare una testimonianza sul campo, durante questa angosciosa emergenza globale. Ho 43 anni, lavoro per una società Italiana, Gruppo RINA, presente dal 1861 in circa 65 Paesi nel mondo. La società è attiva su 5 linee di business: Energy, Marine, Transport & Infrastructure, Industry e Certification. Lavoro in questa società dal 2006 ed adesso sono il Director ASIA Pacific della linea di Business Certification, che copre dall’Australia all’India. Sono qui da Gennaio 2018, dopo aver vissuto 2 anni a Dubai, seguendo i mercati del Medio Oriente e Nord Africa e prima ancora sono stato 9 Anni a Venezia.

Ricopro il ruolo di DG delle due società cinesi e della società di Hong Kong. Nella mia linea di business ci occupiamo di certificazione dei sistemi organizzativi gestionali (es. Certificazione ISO 9001, ambiente, sicurezza) e Servizi Industriali specifici, come le qualifiche del personale nell’ambito della saldatura, controlli non distruttivi ed ispezioni di preshipment.

Per questioni logistiche, in accordo al piano industriale aziendale, abbiamo convenuto con il Management dell’azienda che io vivessi in Cina e precisamente a Shanghai. Qui mi trovo molto bene, la cultura cinese è molto simile a quella italiana, grande storia e concetti di lavoro e famiglia molto vicini ai nostri. Shanghai è una megalopoli con oltre 24 milioni di abitanti, 2 aeroporti, 17 linee di metropolitana e sistemi di connessione autobus e bike sharing che ti permettono di arrivare ovunque.

Al momento dell’inizio dei contagi del corona virus ti trovavi in Cina oppure a Locri?

«Mi trovavo in Cina dal 2 cennaio 2020 e quindi ho vissuto sul nascere l’inizio del propagarsi dell’epidemia. Dal 28 Gennaio al 31 ero in Olanda per un seminario e quindi appena rientrato a Shanghai, il Governo aveva indetto la chiusura di alcune regioni (Hubei) e bloccato ogni tipo di trasferimento, obbligandoci tutti alla quarantena forzata.

In quel momento una voce interna mi diceva di rientrare velocemente in Cina e supportare l’azienda alla gestione dell’emergenza, sicurezza dei lavoratori e pronta riapertura delle nostre attività operative. Questo è stato un segnale importante nei confronti dei miei colleghi ed amici cinesi che mi hanno visto in prima linea, insieme ad altri colleghi italiani, a gestire con loro, ogni tipo di decisione per affrontare unitamente il problema.

Dal 1 Febbraio sono stato in quarantena e dal 17 febbraio abbiamo riaperto l’ufficio con attività remote (Smart-working) per una settimana. Dal 24 febbraio siamo ripartiti ma sempre a volumi ridotti, in quanto nel nostro lavoro è indispensabile spostarsi, viaggiare, incontrare le persone. Ma oggi con la tecnologia a disposizione fare questo è semplice. Ho iniziato a fare riunioni quotidiane in video conferenza con i vari manager sparsi in Asia.

I controlli sono quotidiani; ogni gestore di immobile o aziende sono direttamente responsabili dei controlli sulle persone. Ad oggi vi sono solo 26 casi di positivi a Shanghai. Questa riduzione è stata ottenuta con misure molto rigide e difficilmente attuabili in altri Paesi: ogni edificio ha un check-point per verificare temperatura corporea, spostamenti recenti e identità di ogni individuo.

Può entrare in un edificio chi vi lavora o chi ha domicilio registrato e non sono ammessi visitatori esterni; musei, cinema, palestre e quasi tutti i ristoranti sono stati chiusi dal 20 Gennaio e solo oggi qualche attività è stata autorizzata a riaprire. Chi proviene da una diversa provincia deve sottoporsi a quarantena in base alle regole dell’autorità locale e alle policy degli immobili residenziali e commerciali.

Per entrare in ufficio, fare la spesa, andare a prendere un caffè, occorre registrarsi e farsi misurare la temperatura corporea; ogni persona deve utilizzare un QR code che mostra chi ha un grado di rischio-salute verde, arancione o rosso, in relazione ai luoghi visitati e ad altri dati raccolti dal sistema. Inoltre, il governo cinese distribuisce mascherine in base ai nuclei familiari e a criteri territoriali e impone obbligo per chi gestisce attività economiche di dotare il proprio personale di mascherine e materiale». sanitario idoneo a fronteggiare la crisi.

Quali consigli ti senti di dare per fronteggiare il virus, avendo avuto già questa esperienza?

«Mi sento di dire di rispettare le decisioni di legge del Governo italiano che mi sembrano le più severe, ad oggi, in Europa. Il “contenimento” è la via maestra così come ha insegnato la Cina. Inoltre, importanti sono le linee guida della OMS che devono essere seguite».

Immagino che tu seguirai i TG italiani. Cosa ne pensi delle misure di contenimento adottate in Itali?

«Seguo quotidianamente i TG dell’ora di pranzo (ora di cena per me) e sento spesso la mia famiglia che vive a Locri. Non ho la competenza per giudicare delle decisioni politiche, ma credo che gli atti del nostro Governo siano in piena linea con quelli che sono stati i consigli dell’OMS e le esperienze già fatte dal Governo Cinese. Ogni persona è responsabile di se stessa ed anche delle persone che gli stanno attorno».

Cosa diresti ai tuoi concittadini, ai calabresi ed a tutti gli italiani per incoraggiarli in questo brutto momento storico?

«Mi sento di fare un grosso augurio all’Italia, alla mia Calabria ed all’amata Locri, utilizzando lo stesso incitamento che gli amici cinesi hanno fatto noi in questi giorni.
意大利加油。(Italy, Non mollare). Locri加油 (Locri Non Mollare!)».

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