Coronavirus a Reggio Calabria, Vitale: «Associazioni sportive dilettantistiche in ginocchio»
LA LETTERA | La missiva del professore indirizzata al ministro Spadafora. Ci sono tutti i presupposti per lavorare in sicurezza, con ingressi dei tesserati contingentati e turni da programmare, ma il Governo si è dimenticato della categoria
Riceviamo e pubblichiamo:
«Se ho capito bene non posso lavorare dal 9 marzo e siamo a maggio, senza aver avuto nemmeno una data certa di apertura per organizzarci, niente bonus per i collaboratori sportivi comunque pagarli. Altro che sospensione ma posso (forse) accedere al prestito che comunque dovrò restituire. Perfetto, direi posso comprendere la grave situazione, posso comprendere il momento tragico, ma non posso comprendere perché il Governo nazionale non abbia lavorato affinché “nessuno venga lasciato da solo”, “nessuno venga lasciato indietro”.
Non comprendo perché posso recarmi tranquillamente a fare la spesa, attendere in fila ore ed alla fine accedere al supermercato, dove in una giornata sono entrate centinaia di migliaia di persone, dove tutti i prodotti ovviamente vengono manipolati e non possono essere sanificati quotidianamente, dove sopratutto si paga anche in contanti alla cassa ed il carrello della spesa, viene maneggiato da tutti, mentre noi, Associazioni Sportive Dilettantistiche e piccoli imprenditori di noi stessi, motore dello Sport di base, che operiamo nel settore del benessere, dove solo ed esclusivamente i soci tesserati possono accedere, dove potremmo pianificare dei turni individuali di allenamento, dove abbiamo tutti i recapiti e le mail per organizzarci;
noi che, nella maggior parte dei casi, abbiamo locali dai 300 ai 500 metri quadrati, e quindi potremmo ospitare tranquillamente 5-10 persone l’ora, mantenendo ben oltre le distanze di sicurezza raccomandate e non determinando alcun assembramento, pur essendo da tutti riconosciuto che lo sport ha un ruolo primario per il benessere psico-fisico, sopratutto in questo momento.
Noi che siamo in grado di organizzarci per i pagamenti con bonifico da subito per evitare assembramenti nei locali di segreteria e di accoglienza, noi che potremmo ripartire gradualmente, rispettando tutte le norme ed i dispositivi di sicurezza, offrendo una valida alternativa allo stress crescente e al malessere imperante, noi siamo stati abbandonati!
Ho sempre rispettato le regole, ma debbo, dobbiamo riprendere a lavorare, pur nel rispetto delle attuali misure di sicurezza. Non solo il Covid-19 ci ha fatto cadere in un baratro; anche voi, Rappresentanti delle Istituzioni, ci avete messo in ginocchio.
Ma non umiliati, io non voglio il vostro aiuto (prestito), io voglio lavorare, ripeto, in sicurezza e nelle nostre palestre abbiamo tutte le possibilità di farlo….
Caro Ministro, nel ringraziarla nuovamente per la sua cortese attenzione, Le chiedo di riflettere, le chiedo un momento del suo tempo, le chiedo di mettersi nei nostri panni, le chiedo solo di rispettarci e di rispettare i nostri figli, le nostre famiglie, noi vogliamo solo lavorare, non vogliamo aiuti, siamo abituati a faticare, siamo lavoratori con dignità, consapevoli dei valori della nostra Costituzione, che nel primo articolo afferma “L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro».
Professor Marco Vitale