Niente acqua calda al Palloncino, salta la doccia per i senzatetto di Reggio
In cinque si sono presentati davanti alla struttura, ma nessuno aveva azionato in tempo lo scaldabagno. Perché tanta sufficienza?
L’acqua era fredda e non hanno potuto fare la doccia al Palloncino, ieri mattina, i 5 senza tetto che si erano recati nella struttura messa a disposizione dal comune di Reggio Calabria, con l’aiuto di Protezione civile e Croce Rossa e col supporto della Caritas. Nessuno ha acceso lo scaldabagno e l’acqua è rimasta fredda.
Ogni martedì i locali della struttura sportiva, che al momento non viene utilizzata, vengono adibiti a docce per i senzatetto. Una soluzione trovata dopo tante ricerche, considerato che, per motivi di sicurezza considerata l’emergenza da coronavirus, non è possibile fare le docce ad Archi al Centro d’ascolto monsignor Italo Calabrò della Caritas diocesana (dove è rimasta attiva la mensa da asporto).
Dopo un primo utilizzo delle docce, due settimane fa, lo scorso martedì non c’erano stati ospiti in visita. C’era anche per i senza fissa dimora il problema di non avere ricambi: una volta lavatisi, avrebbero dovuto rimettere gli stessi panni sporchi. Ma a risolvere questo inconveniente ci aveva pensato la Caritas che aveva portato al Palloncino la biancheria di ricambio. Che però è rimasta lì.
E invece, ieri mattina, non si è potuto fare nulla, troppo tardi è stato avvertita la persona che aveva accesso al posto in cui ci sono gli interruttori dello scaldabagno. Erano passate le undici e i poveri erano pronti a recarsi alla mensa di Archi. Per questa settimana niente doccia.
Chi organizza un servizio però dovrebbe avere cura che le cose funzionino dall’inizio alla fine. Perchè tanta noncuranza? I fatti accaduti ieri denotano una totale sufficienza nel modo di gestire una situazione che forse non porterà molti voti in futuro, ma che rappresenta i canoni minimi sulla base dei quali una città possa dirsi civile.