giovedì,Aprile 18 2024

Medico di San Roberto porta il sistema Gps e l’intelligenza artificiale in sala operatoria

Francesco Porpiglia, docente universitario e primario dell’ospedale San Luigi di Orbassano, utilizza la tecnologia per la ricostruzione degli organi in 3D

Medico di San Roberto porta il sistema Gps e l’intelligenza artificiale in sala operatoria

Il professor Francesco Porpiglia è originario di San Roberto e sul Corriere della Sera ha definito «il futuro» la tecnologia che combina la ricostruzione degli organi in 3D con le potenzialità del robot chirurgo Da Vinci Xi.

«Ed è — aggiunge al Corriere — un futuro garantito. Questi due sistemi, combinati, permettono di rimuovere completamente i tumori, conservare i tessuti sani e, di conseguenza, anche le loro funzionalità originarie». Urologo, docente universitario e primario dell’ospedale San Luigi di Orbassano, Porpiglia lo dice a ragion veduta. È da anni al passo con le ultime novità in campo tecnologico che applica alla medicina. Con la startup Medics collabora fin dalla sua fondazione. E, assieme ai suoi ingegneri e al professor Enrico Vezzetti del Politecnico di Torino, lavora perché queste due tecnologie siano ancora più integrate e portino a risultati sempre più vantaggiosi per i pazienti.

«Noi — racconta — abbiamo effettuato nel tempo 250 ricostruzioni di organi in 3D. Rene e prostata. E in 120 casi abbiamo trasferito le immagini all’interno del robot chirurgo per massimizzare ancora i nostri risultati». Il «sistema gps» in sala operatoria, impiegato negli ultimi giorni all’ospedale Molinette per asportare un tumore al polmone, Porpiglia ha iniziato a utilizzarlo già da tre anni e mezzo negli interventi oncologici in urologia. E con i suoi partner lo ha reso di anno in anno maggiormente avanzato. «Ormai — racconta con orgoglio — noi possiamo parlare di intelligenza artificiale. A cui siamo arrivati dopo molti passaggi: prima il medico visualizzava semplicemente le immagini 3D attraverso il robot. Dopodiché, sempre tramite il Da Vinci, abbiamo iniziato a sovrapporre queste immagini al campo operatorio, prima in maniera semi-automatica e adesso, da qualche mese, in modo automatico, senza alcun intervento manuale. Una novità assoluta mondiale».

Tutto ciò avviene tenendo conto delle dimensioni e dell’orientamento dell’organo da operare. La sovrapposizione è perfetta, per il chirurgo è più semplice, per esempio, non andare a toccare i nervi e il paziente può tornare a una vita normale. Senza spiacevoli effetti collaterali. Porpiglia e la sua équipe hanno già effettuato sei interventi con il sistema del tutto automatizzato. Uno è stato eseguito solo 15 giorni fa all’Irccs di Candiolo, dove i medici dell’ospedale di Orbassano si sono trasferiti per qualche settimana a causa del Covid-19, che ha tenuto occupate le loro sale operatorie. Secondo il docente, finora la tecnica hi-tech si è rivelata efficace, ma la ricerca prosegue. «L’integrazione tra il software esterno e il robot ha già raggiunto un livello avanzato – ammette —. Tuttavia, continuiamo la nostra valutazione clinica tramite l’esecuzione di tot di interventi per continuare ad attestare efficacia ed efficienza di questa tecnica. Immaginiamo uno studio in più centri clinici, anche per avere la conferma che tutti gli urologi che la utilizzano arrivino agli stessi risultati». La soluzione è in fase di brevetto.

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