giovedì,Marzo 28 2024

Coronavirus, gli scienziati all’Oms: «Ci sono prove che il virus si trasmette tramite l’aria. Rivedere le linee guida»

Si tratta di uno studio firmato da 239 scienziati di primo piano di 32 paesi, verrà pubblicato su una rivista specializzata la prossima settimana

Coronavirus, gli scienziati all’Oms: «Ci sono prove che il virus si trasmette tramite l’aria. Rivedere le linee guida»

«Ci sono prove che il coronavirus si trasmette tramite l’aria».  A stabilirlo è uno studio firmato da 239 prestigiosi scienziati di 32 paesi, che verrà pubblicato su una rivista specializzata la prossima settimana. Da qui l’invito all’Oms a «Rivedere drasticamente le proprie linee-guida sulle misure consigliate ai governi di tutto il pianeta per il contenimento del morbo».

il problema si era posto da inizio pandemia ma, finora, non erano state trovate risposte certe sulla trasmissibilità aerobica della malattia. Huffington Post riporta le anticipazioni del New York Times sul contenuto della lettera aperta, in cui la squadra di ricercatori internazionali ha constatato al di là di ogni dubbio che la SARS-CoV-2 può trasmettersi, infettando più persone, sia tramite le goccioline più grosse che vengono ad esempio prodotte quando si starnutisce (e questo era già stato appurato) sia da quelle più piccole e più leggere, capaci quindi di attraversare uno spazio.

Finora l’Oms aveva chiarito che il virus non è generalmente aerobico, sostenendo al contrario – come, da ultimo, in un documento del 29 giugno – che il Covid-19 non si trasmette per via aerea che in certe condizioni estreme, come ad esempio nel corso di una serie di procedure mediche nelle quali si generano degli aerosol, ovvero delle polverizzazioni di particelle nell’aria come ad esempio nel caso delle intubazioni, delle broncoscopie o ancora in caso di una rianimazione cardiopolmonare. Da qui la considerazione che la distanza interpersonale di un metro e mezzo-due metri fosse sicura al fine di evitare il contagio.

Ed è qui che entra in gioco lo studio dei 239 scienziati mettendo in discussione questo criterio: il rischio di contagio di cui si parla è relativo soprattutto agli spazi chiusi e in tal senso il nuovo studio si pone come messa in guardia all’Oms, in quanto sarebbe chiaro che le mascherine – al contrario di quanto sostenuto finora – sarebbero necessarie anche negli spazi al chiuso a prescindere dal distanziamento sociale. Da tutto ciò deriverebbe inoltre una revisione dei sistemi di ventilazione nelle scuole, negli ospizi, nelle case e negli uffici per minimizzare il ricircolo dell’aria.

Articoli correlati

top