giovedì,Marzo 28 2024

Coronavirus, le indennità della Regione per i sanitari calabresi «miserie ed elemosine»

Le sigle sindacali hanno espresso dissenso per il premio previsto per quelli che sono stati definiti "eroi" e poi ringraziati con pochi euro in più in busta paga

Coronavirus, le indennità della Regione per i sanitari calabresi «miserie ed elemosine»

«Ieri, 6 luglio 2020, CGIL, CISL e UIL, d’intesa con la Regione Calabria hanno sottoscritto un accordo per gratificare il personale del Servizio Sanitario Regionale esposto al SARS COV 2.

A circa 2900 dipendenti direttamente impegnati nei reparti e per attività COVID 19 correlate andranno € 1835 lordi che, al netto di IRPEF, IRAP, Fondo Pensioni, addizionali varie, restituiranno al singolo dipendente un migliaio di euro. Questo cifra, divisa per i 120 giorni del periodo di emergenza, equivale a 8,33 euro/die.

Ad un altro migliaio di dipendenti ospedalieri e non, direttamente coinvolti, andranno € 883 lordi che si trasformeranno, al netto delle medesime ritenute di cui sopra, in € 516, pari a 4,30 euro/die.

Ai restanti circa 15000 dipendenti andranno € 252 lordi (€ 147 netti) che si traducono in 1,22 euro/die. Ai Dirigenti Medici e Sanitari, le cui aliquote fiscali sono maggiori, il netto in busta paga sarà ancora più basso. Tanto più basso dal vergognarci noi per primi a declinarne gli importi».

Questo il contenuto del volantino firmato dai rappresentanti di categoria AAROI-EMAC, ANAAO-ASSOMED, ANPO, CIMO, FASSID (AIPAC-AUPI-SIMET-SINAFO-SNR), FEDIRETS FESMED, FIALS, FVM (SIVeMP-SMI-FIALS area Dirigenza Medica e Sanitaria-FISMU), NURSING UP.

«Miserie ed elemosine. La regione avrebbe potuto destinare circa sedici milioni di risorse aggiuntive da distribuire per gratificare realmente i propri operatori sanitari e ristorarli dei gravi rischi corsi e del disagio patito lavorando in condizioni di pericolo costante lungo tutto il periodo dell’emergenza ed oltre.

Evidentemente preferisce investire le proprie risorse in marketing ed immagine, lasciando i propri medici, infermieri ed OSS sempre meno incentivati, sempre più demotivati, sempre più soli ad arrabattarsi nel nel tenere in piedi la baracca, quella sanità che, senza discontinuità alcuna con la gestione dei decisori precedenti, è sempre più allo sbando. A fronte di sedici milioni erogabili come risorse aggiuntive, ne saranno, col beneplacito dei firmatari, distribuiti solo due».

Le sottoelencate Organizzazione Sindacali (sedici sulle 19 sigle della sanità, con oltre il 90% dei sindacalizzati della Dirigenza) si sono rifiutate di firmare l’accordo, a nome di tutti gli operatori che, tra quei 20000, si sono sentiti offesi da una simile “gratifica”.

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