giovedì,Aprile 18 2024

Coronavirus, la “porta degli abbracci” ora è realtà nella “Casa di Riposo don Orione” di Reggio Calabria

La finestra ribattezzata di “Giulietta e Romeo” è stata benedetta da don Roberto Luciano

Coronavirus, la “porta degli abbracci” ora è realtà nella “Casa di Riposo don Orione” di Reggio Calabria

Inaugurata nella casa di riposo “Don Orione” la “Porta degli Abbracci”, realizzata per far ritrovare ai nostri nonni e nonne il calore di un semplice abbraccio, perso con l’emergenza legata al Covid-19, quell’abbraccio che allunga la vita. Ovviamente, l’affetto e la vicinanza umana i nostri nonni non l’hanno mai persi, grazie all’amore incessante di tutto il personale operante nella struttura: dagli OSS agli infermieri e medici, che in questi giorni hanno completato la fase vaccinale anticovid, dagli addetti alle pulizie e alle cucine, dal responsabile di struttura ai suoi collaboratori che si sono presi cura della struttura fin dal primo momento della Pandemia, e soprattutto grazie alla Comunità Religiosa Orionina che, con la sua presenza e servizio, ha dato serenità e tranquillità ai nonni che vivono nella casa di riposo e al personale tutto che vi opera.

Certo l’affetto e l’amore dei propri cari sono insostituibili e tutti sappiamo che per mesi le misure anticovid hanno tenuto i nostri nonni lontani dai propri cari, con cui hanno potuto comunicare tramite videochiamata o tramite la finestra ribattezzata di “Giulietta e Romeo”. Ma, da oggi, la porta degli abbracci ha messo fine a quella separazione forzata. Essa è stata benedetta da don Roberto Luciano, il quale ha sottolineato che «è da circa un anno che le strutture, che ospitano persone fragili come gli anziani, sono impenetrabili per motivi di sicurezza. Ora questo metodo ha aperto uno spiraglio e offre a ospiti e parenti, un’opportunità bellissima: abbracciarsi, toccarsi le mani  guardandosi negli occhi. Un’emozione anche per noi che osserviamo questo ritrovarsi e che vale ampiamente tutto il nostro sforzo organizzativo».  

La porta degli abbracci è un divisorio in plexglass con manicotti in tessuto plastico: l’ospite della casa di riposo e il familiare possono infilare le braccia nei manicotti per abbracciarsi affettuosamente. Ogni visita dura circa 10 minuti. Poi, il personale sanifica tutto e prepara la porta degli abbracci per la visita successiva. Ringraziamo chi con gioia ha voluto contribuire economicamente alla sua realizzazione e chi vorrà farlo in seguito.

E’ stata nonna Caterina la prima a vivere questa emozione. Dopo mesi di restrizioni, abbracciare la figlia Francesca, che l’ha guardata fissa negli occhi, le ha fatto battere forte il cuore prima che le lacrime scendessero abbondanti sul suo viso e su quello di Francesca. L’abbraccio è stato lungo e intenso, e ha suscitazione commozione sia negli operatori presenti che nei Religiosi. Il responsabile di struttura Domenico Talladira ha dichiarato: «Abbiamo pensato di dare una risposta ai famigliari, per rendere ancor più serena la vita dei nostri nonni nella casa di riposo don Orione. E’ un impegno aggiuntivo, che però tutto il personale della casa di riposo, è contentissimo di svolgere per far si che i parenti abbiano la possibilità di vedere e riabbracciare i propri cari».  

E mentre attende segnali positivi per la vaccinazione dei nonni, di tutti i nonni, l’Opera Antoniana ringrazia di cuore tutti coloro che con il loro amore, il loro servizio e responsabilità, stanno cercando di rendere la vita dei più fragili serena e dignitosamente da vivere. San Luigi Orione e S. Antonio di Padova intercedano presso Dio per il bene e l’amore di tutti e di ciascuno.

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