giovedì,Marzo 28 2024

Terapie ai bimbi autistici, Meloni (Asp): «Lavoriamo per risolvere problemi ereditati»

Il commissario ha ricevuto i genitori che avevano annunciato lo sciopero della fame confermando che il percorso è ancora lungo poiché «è nostro dovere e responsabilità garantire la qualità dei servizi erogati»

Terapie ai bimbi autistici, Meloni (Asp): «Lavoriamo per risolvere problemi ereditati»

Tante famiglie, genitori di bimbi autistici questa mattina sono stati costretti a protestare, annunciando lo sciopero della fame, per ottenere i rimborsi delle terapie dei loro figli. Un diritto sancito anche da una sentenza del tribunale che, nel 2019, ha imposto all’Asp di risarcire le cure dei piccoli autistici. Tutto questo considerando che, in assenza di strutture pubbliche o accreditate, queste famiglie hanno dovuto farsi carico di spese enormi per garantire ai propri fili le terapie privatamente. Solo dopo ore di proteste il commissario dell’Asp Giovanni Meloni ha incontrato una delegazione prendendo un impegno a rivedere le pratiche e riaggiornarsi a giovedì. Dopo due anni dalla sentenza è ancora tutto work in progress per ottenere quello che dovrebbe essere garantito considerando che l’autismo, e le terapie ad esso collegate, rientrano nei Lea.

«Da tempo stiamo interfacciandoci in maniera produttiva con le famiglie interessate – ci ha confermato il commissario Meloni –  questo è un problema veramente importante che come commissione stiamo attenzionando pur con le ormai note e abbastanza incisive carenze che abbiamo ma anche problemi ereditati di disorganizzazione a livello di distretti, a livello centrale ma anche di direzioni amministrative. Nonostante tutto questo e giustamente poiché comprendiamo che è un problema serio, abbiamo avviato dei percorsi di intesa con i genitori. L’impoverimento dell’ente si riflette sul piano organizzativo.

Quando per la prima volta abbiamo parlato con questi genitori che reclamavano i loro diritti sulla base di un provvedimento giudiziario ci siamo ritrovati di fronte a qualcosa che non aveva funzionato da parte della nostra struttura, quindi , abbiamo dovuto riprendere tutto. Diciamo che siamo work in progress e stiamo tentando di definire dei criteri che saranno seguiti anche dopo. Non più agire in modo sparso ma creare un percorso che garantisca degli automatismi e che i bimbi vengano curati dove devono essere curati con le garanzie di qualità dei servizi». Si torna all’accreditamento di strutture idonee perché per il commissario Meloni «è nostro dovere e responsabilità garantire la qualità dei servizi erogati. Per questo si sono allungati i tempi».

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