giovedì,Marzo 28 2024

Su 10 sale operatorie solo due in funzione. Disperato bisogno di personale al Gom

Mentre medici e infermieri sono costretti a turni massacranti di 12/15 ore, si continua a morire e non di covid, in attesa di operazioni salvavita

Su 10 sale operatorie solo due in funzione. Disperato bisogno di personale al Gom

Non chiamiamoli eroi. Non hanno superpoteri e, come ognuno di noi, sono fatti di carne e ossa e per chi non ha poteri sovrannaturali la stanchezza si fa sentire, nonostante la buona volontà. Ed è questo che sta accadendo ai tanti medici, infermieri e operatori sanitari che da oltre un anno, in modo del tutto volontario (quindi gratuitamente), stanno sacrificando famiglia, figli e vita privata per mettere a disposizione la loro professionalità e il loro tempo per sconfiggere questo maledetto male. Sono arrivati a lavorare anche 15 ore al giorno e lo hanno fatto per strappare ogni singola vita al covid. Ma dopo un anno di doppi turni, 8 ore nei reparti e poi di corsa al reparto covid o a vaccinare, tutto il personale rischia di cedere. Il tutto mentre si aspettano ancora le nuove assunzioni che, dopo anni di attese, sono misteriosamente chiuse in un limbo dal quale la Regione Calabria non pare aver voglia di uscire. Esistono fiumi di carte e decisioni prese con tanto di fondi destinati, eppure, si fatica a comprendere il perché non vengano assunte le unità, oggi più che mai, necessarie. Vitali per non far collassare l’intera struttura.

Carenza cronica di personale

L’ospedale ha fatto sforzi immani per affrontare questa guerra con personale già sotto organico che si è andato via via a ridimensionare ulteriormente con i pensionamenti che non sono mai stati rimpiazzati. Sono genitori, figli, mariti e mogli, non sono robot e, ci piace ribadirlo, non sono eroi. Quello che però fa più rabbia è il malessere che si respira nei corridoi dell’ospedale quando incroci camici bianchi e occhi stanchi. La stanchezza è palpabile e si sa che è amica dell’errore. Come si può pretendere che siano impeccabili se vengono costretti a lavorare almeno 12 ore al giorno. Ecco il lato oscuro della sanità calabrese. Una sanità commissariata che da anni continua a tagliare con logiche prettamente economiche a danno della salute dei cittadini e, oggi più che mai, anche sulla pelle di medici, infermieri e personale sanitario.

Volontari in trincea

«Stiamo andando avanti solo grazie alla buona volontà e al sacrificio di tutto il personale – ci racconta amareggiato il direttore di presidio del Gom Antonino Verduci – ma a causa di questa grave carenza di personale tutto viene utilizzato, dal punto di vista lavorativo, al minimo». Arriva l’ennesimo grido d’allarme dal Gom di Reggio Calabria. Dopo un anno in prima linea per combattere il covid ora il poco personale rimasto è allo stremo ma delle nuove risorse neanche l’ombra mentre si continua a morire e non solo di covid.

Sale operatorie chiuse, liste d’attesa e morti non covid

«Su dieci sale operatorie – ci conferma Verduci – ne possiamo utilizzare soltanto due perché a causa della doppia apertura della rianimazione, una normale e una covid, il personale si è dovuto sdoppiare e di conseguenza le persone che sono in attesa di essere operate, parliamo di interventi di classe A i cosiddetti salvavita come tumori o patologie importanti, vedono la lista allungarsi. Siamo passati da liste di due mesi d’attesa a 6/7. Tante persone, purtroppo, sono costrette a partire ma altre non hanno la stessa possibilità economiche e, dunque, devono attendere il loro turno o, peggio ancora, rinunciano alle cure. Tutti i medici stanno attenti a valutare le priorità ma è chiaro che ce anche chi rischia di non fare in tempo».

Ore di fila anche al pronto soccorso

Ma l’attenzione dei medici non può bastare, li abbiamo riconosciuti come eroi ma tali non sono e con le forze ormai sature chiedono al commissario Longo un segnale per poter continuare a dare un’assistenza di qualità perché al momento anche le emergenze sono affrontate a fatica. «Un’altra grave problematica la stiamo riscontrando al Pronto Soccorso – evidenzia Verduci – dove siamo costretti a lavorare con pochissime sale e i nostri pazienti sono obbligati ad aspettare ore ed ore in fila prima di essere visitati. Noi siamo davvero addolorati perché in tutto questo chi ci va di mezzo sono gli ammalati che noi invece vorremmo assistere nel modo migliore possibile in tempi idonei».

Eppure il Gom ha dimostrato di poter eccellere anche negli ultimi giorni aprendo le porte ai pazienti cosentini. «Sembra un paradosso – conclude Verduci – noi più lavoriamo e diamo una mano di aiuto anche alle altre strutture delle altre provincie più veniamo penalizzati dal punto di vista del personale».

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