mercoledì,Settembre 18 2024

Servizi psichiatrici sospesi: oltre 200 famiglie in bilico. I lavoratori s’incatenano alla Regione

L'Usb questa volta ha creato un blocco all'ingresso di Palazzo Campanella prima dell'inizio dei lavori del Consiglio Regionale chiedendo a tutti i rappresentanti istituzionali di prendere un impegno

Servizi psichiatrici sospesi: oltre 200 famiglie in bilico. I lavoratori s’incatenano alla Regione

Sono arrivati allo stremo delle forze, senza stipendio da dicembre e costretti a lavorare senza alcuna tutela. Questa mattina i lavoratori delle cooperative psichiatriche con il sindacato Usb come ultimo atto estremo si sono visti costretti ad incatenarsi all’ingresso di Palazzo Campanella in vista del Consiglio Regionale. Ogni singolo consigliere o assessore regionale si è visto il passaggio sbarrato, costretto a confrontarsi con le richieste dei lavoratori che chiedono solo di comprendere perchè, dopo anni di precariato, sono finiti in un limbo dove la singola firma del dirigente e l’ok dal parte del commissario Guido Longo sta tenendo oltre 200 famiglie con il fiato sospeso. Gli animi si sono surriscaldati quando, impendendo l’ingresso a palazzo di dipendenti e politici, i lavoratori hanno preteso attenzione. L’intervento della polizia ha immediatamente ricomposto l’ordine e tutti i rappresentanti regionali hanno ascoltato il grido d’aiuto di questo settore.

Proprio così 200 famiglie perchè ad essere arrivate con l’acqua alla gola non sono solo i lavoratori delle cooperative ma anche le famiglie dei pazienti psichiatrici che, in assenza della firma sul piano territoriale che accrediti le strutture, saranno costrette a trasferire i propri cari malati fuori regione. Una spesa esorbitante per il sistema sanitario calabrese che i rappresentanti sindacali non riescono a spiegarsi. «Perchè mandare fuori regione i nostri ammalati, con costi enormi, quando possiamo assisterli qui. Ci stanno facendo lavorare da mesi nell’illegalità senza accreditamento eppure parliamo di un servizio essenziale che noi stiamo continuando a mantenere per non abbandonare i tanti pazienti presenti nelle nostre strutture». Ora la questione è nota a tutti e nessuno può far finta di niente: «La politica deve fare il suo – ha ribadito il sindacalista Aurelio Monte – adesso devono darci risposte».


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