Vaccini, carenza di dosi nella Piana. Sindaci in subbuglio
Centri attivi a singhiozzo o sulla carta. Gli amministratori locali preoccupati. «C'è un problema di ritto negato»
Non va bene, tutto è fermo o quasi. La riassumono così la loro analisi i sindaci dell’associazione Città degli Ulivi – che rappresenta i 33 Comuni della Piana reggina – che hanno convocato una conferenza stampa a Polistena per illustrare il senso di una lettera di fuoco indirizzata ai commissari, alla Regione e al prefetto. Cittadini mandati indietro perché nei Centri vaccinali non ci sono dosi e altre problematiche specifiche in questo territorio. «Non si capisce ancora per quale motivo ancora oggi – attacca il presidente Francesco Cosentino – la piattaforma indirizzi i cittadini di questa zona verso altre province».
Il sindaco di Melicucco, Salvatore Valerioti, ha raccontato la sua brutta esperienza. «La piattaforma mi aveva prenotato per questa mattina a Polistena – ha detto mostrando il foglio con il codice – ma ieri sera mi hanno chiamato dall’Asp per dirmi di non presentarmi perché non c’erano dosi».
I sindaci elencano i tanti centri attivi, ma solo a singhiozzo o sulla carta, ed esprimono preoccupazioni «anche per il futuro – rimarca Giuseppe Zampogna che è anche consigliere metropolitano – alla luce dell’annuncio fatto dal commissario Figliuolo per il quale nei prossimi giorni deve partire la vaccinazione libera anche per i ragazzi». Per gli amministratori il sistema locale non è pronto, sulle barricate c’è anche il sindaco di Taurianova – il paese del governatore Spirlì – la cui struttura è da sempre considerata un fiore all’occhiello. Per il sindaco di Laureana di Borrello, Alberto Morano, «c’è un problema di diritto negato con gravi pregiudizi per la salute pubblica, poiché anche ai soggetti fragili viene risposto in molti casi che non ci sono dosi».
Ma problemi sono emersi anche nel Centro interno all’ospedale di Polistena, e il sindaco di Cinquefrondi Michele Conia – anche lui consigliere metropolitano – sostiene che «le difficoltà che stiamo incontrando ancora per vaccinare gli anziani e i fragili, devono farci ipotizzare anche la distribuzione più capillare sul territorio dei Centri, magari prevedendone uno in ogni paese».