martedì,Aprile 23 2024

Reggio, l’infettivologa Polimeni: «Long Covid ha incidenza ancora da definire ma donne più colpite»

In fase di studio l'ipotesi vaccinale per ridurre i malesseri e le linee guida del Ministero

Reggio, l’infettivologa Polimeni: «Long Covid ha incidenza ancora da definire ma donne più colpite»

Il Covid può continuare a condizionare la vita delle persone anche dopo la negativizzazione. In alcuni pazienti si riscontra, infatti, un faticoso recupero non solo respiratorio ma anche psicologico, dopo la fase acuta della malattia virale specie, ma non soltanto, se segnata da complicanze respiratorie gravi. Il Long Covid (o sindrome da post Covid) è una condizione che, ancorché in fase di definizione medica e scientifica, si sta già riscontrando. Ci sono degli studi frammentari che stanno attenzionando questa patologia che è tale anche se secondaria ad un evento acuto e che non è infrequente trattandosi condizione postuma rispetto ad una malattia virale. L’incidenza è ancora da definire anche se dalle prime esperienze, si traggono elementi utili per mettere a punto protocolli e primi interventi.

«Al Gom abbiamo aperto un ambulatorio per i soggetti post Covid, che possono essere visitati con impegnativa del medico di base. Da questo osservatorio, sembrano più esposti i soggetti che abbiano avuto una forma conclamata grave della patologia ma il fenomeno riguarda anche i cosiddetti paucisintomatici, con sintomi più lievi», ha spiegato Maria Polimeni, dirigente medico dell’unità operativa di Malattie Infettive del Grande Ospedale Metropolitano di Reggio Calabria. Al momento numeri e percentuali sarebbero imprecisi ma il fenomeno inizia a delinearsi. Certamente sono persone che hanno contratto il virus, che hanno superato la forma acuta e che si sono negativizzate. 

«Pur non potendo ancora determinare una percentuale, certamente colpisce più donne che uomini. Ciò è probabilmente dovuto ad un sistema ormonale particolare che favorisce il cosiddetto mimetismo molecolare; esso innesca una reazione immunitaria capace anche di slatentizzare malattie autoimmuni molto più diffuse nel sesso femminile. Non è infrequente il riscontro di malattie autoimmuni in persone che prima di aver contratto il Covid non avevano mai avuto alcuna manifestazione. Si tratta di situazioni che poi rientrano», ha spiegato ancora la dottoressa Maria Polimeni. Dunque il quadro è in corso di definizione. Non ci sono ancora delle linee guida per ricondurre i sintomi al Long Covid, anche se alcuni malesseri prolungati nel tempo, e che prima non si manifestavano, sono più frequenti di altri.

«Il sintomo più diffuso che si prolunga oltre la fase acuta è l’astenia. Ad essa si aggiungono l’affanno, la dispnea da sforzo, le cefalee, il disturbo del sonno, del gusto e dell’olfatto, dolori muscolari. Il mimetismo molecolare di cui parlavo prima, per esempio, si manifesta soprattutto attraverso i dolori muscolari, segno di un processo infiammatorio di tipo immunitario che il virus ha innescato e che ancora non si è esaurito. C’è anche un impatto psicologico da prendere in considerazione, con paura di ricadute e timori di maggiori esposizioni ad altre malattie», ha sottolineato l’infettivologa del Gom.

Gli studi in corso riferiscono pure di bambiniche, in casi molto limitati, manifestano svogliatezza, irrequietezza, disturbi del sonno e della concentrazione, cefalee e disturbi intestinali, con un’accentuazione laddove la problematica sia preesistente.  «Ancora è prematuro poter affermare con certezza quale sia la durata di questa condizione. Facendo tesoro dell’esperienza finora condotta nell’ambito generale sulle patologie postume rispetto ad altre infezioni virali, i sintomi potrebbero prolungarsi anche fino a sei mesi», ha spiegato la dottoressa Maria Polimeni. È al momento in fase di studio un protocollo che preveda una sorta di vaccinazione per attutire questi sintomi prolungati. 

«Seppur ancora allo stadio embrionale, alcuni studi rivelano che la vaccinazione produce effetti positivi su persone affette da Long Covid, specie su coloro che abbiano alla base delle comorbilità come il diabete, l’ipertensione e malattie respiratorie. Il vaccino dovrebbe essere somministrato non prima dei tre mesi dalla guarigione clinica e non oltre i sei mesi dalla stessa. Ma è un protocollo ancora in fase di studio. Intanto sul fronte della cura e delle terapie, non ci sono farmaci specifici. D’altra parte, tutto quello che oggi utilizziamo per combattere il Covid ha lo scopo di ridurre la mortalità e accorciare i tempi di guarigione. Tuttavia per i soggetti con prolungate difficoltà respiratorie, come l’affanno che pregiudica la quotidianità, la riabilitazione polmonare e neuromotoria è particolarmente consigliabile. In realtà l’attività motoria ha effetti positivi anche in caso di forte stress psicologico da Long Covid», ha sottolineato l’infettivologa.

«Come tutte le patologie post infettive anche questa ci preoccupa. Siamo in attesa delle linee guida e vorremmo avere maggiori strumenti per assistere meglio questi pazienti. Io presto servizio anche in ambulatorio e da quello che riscontro, prevedo un incremento del fenomeno», ha concluso Maria Polimeni, dirigente medico del reparto di Malattie Infettive del Grande Ospedale Metropolitano di Reggio Calabria. 

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