venerdì,Marzo 29 2024

Chiuso il pronto soccorso di Gioia Tauro, Minniti: «Senza medici è pericoloso. Tuteliamo i cittadini»

Bandi andati deserti, graduatorie non condivise, medici andati in pensione e reparti svuotati. Queste, in estrema sintesi, le motivazioni che hanno spinto l'Asp reggina a bloccare il pronto soccorso del nosocomio gioiese

Chiuso il pronto soccorso di Gioia Tauro, Minniti: «Senza medici è pericoloso. Tuteliamo i cittadini»

«La carenza e fuga di medici dal pronto soccorso e dalle unità del 118 è una criticità che riveste tutto il territorio nazionale, da noi naturalmente, visto il contesto, ha risvolti che sono decisamente più pesanti. Medici dell’emergenza urgenza, lo stiamo dicendo da mesi se non da anni, non se ne trovano più perché le loro condizioni di lavoro non sono idilliache». Sono chiare le parole del direttore sanitario Domenico Minniti per spiegare le motivazioni che hanno costretto l’Asp a chiudere, temporaneamente, il pronto soccorso di Gioia Tauro.

Le motivazioni

Bandi andati deserti, graduatorie non condivise, medici andati in pensione e reparti svuotati. Queste, in estrema sintesi, le motivazioni che hanno spinto l’Asp reggina a bloccare il pronto soccorso del nosocomio gioiese. «Il cittadino di Gioia Tauro ha capito perfettamente che quel pronto soccorso è pericoloso perché non ha alle spalle una struttura ospedaliera di supporto rispetto all’emergenza per cui, nel tempo il numero di accessi al pronto soccorso di Gioia Tauro è andato scemando e anche la tipologia di accesso. In Italia il 70% degli accessi e caratterizzato dall’arrivo di codici verdi al pronto soccorso in Gioia Tauro, negli ultimi mesi, la percentuale di codici verdi era del 96% su una media di accessi giornalieri di 13 pazienti. Questo la dice lunga sul fatto che il cittadino di Gioia si rende perfettamente conto che quella è un’unità operativa che non era assolutamente affidabile».

Le responsabilità

E Minniti non fa fatica ad intercettare le responsabilità di uno sfacelo praticamente annunciato: «Ricordo che, e su questo magari bisognerebbe cominciare in Regione a rimettere mani a modificare il Cda64 del 2016 che ci vincola nell’organizzazione delle nostre strutture ospedaliere, a Gioia Tauro è rimasta soltanto l’unità operativa di medicina, il pronto soccorso ormai ripeto senza medici, non ci sono la struttura complessa in chirurgia, la struttura complessa di ortopedia, l’anestesia, non c’è una pediatria, quindi, il cittadino che si approccia quel pronto soccorso, soprattutto, per le patologie tempo dipendenti quelle per le quali bisogna fare una diagnosi tempo reale, rischia la vita».

L’allarme è reale e la possibilità che un paziente grave si recasse a Gioia Tauro trovando la desolazione andando incontro alla morte, ha reso sempre più necessaria la disposizione di chiusura seppur estrema. Ma il dato principale è l’afflusso predominante di codici verdi: «A fronte di questi numeri e, soprattutto, a fronte del fatto comunque siamo stati costretti, mi auguro temporaneamente, a chiudere il pronto soccorso non avevamo evidentemente altri scelte».

E Minniti rispedisce al mittente le accuse del sindaco Aldo Alessi che ha tacciato la direzione sanitaria dell’Asp di aver preso una scelta “scellerata”. «Campanelli d’allarme ve ne sono stati nei mesi e negli anni precedenti. Pensare di addebitare a questa direzione strategica responsabilità che sono di natura politica e di natura organizzativa non sta in piedi. Francamente definirla scelta scellerata non lo concepisco perché è stata fatta nel solo interesse della tutela del cittadino che comunque deve essere salvaguardato. Ci siamo insediati solo ad aprile e senza risorse, solo con la buona volontà di far ripartire l’Asp. Il pronto soccorso di Gioia Tauro, ripeto, è una struttura pericolosa lo abbiamo chiuso nell’interesse del cittadino in maniera tale che il cittadino sappia che non c’è e abbia come punto di riferimento in caso di malessereil pronto soccorso di Polistena che possiede un Dipartimento d’emergenza e accettazione di primo livello con la rianimazione».

Le azioni fatte per scongiurare la chiusura

Guardando ai numeri spicca quel 96% di accessi con codice verde e per quelli Minniti rassicura: «Sull’ospedale di Gioia Tauro insiste una postazione di continuità assistenziale, la guardia medica per intenderci che può occuparsi dei codici verdi, ed esiste anche una postazione di emergenza territoriale cioè l’ambulanza certo il problema della piana come più volte ci siamo detti e che anche sull’ambulanza manca il 40% dei medici ma se ci lasciamo lavorare noi abbiamo bandito un concorso per 18 medici».

Locri come Gioia Tauro

Ovviamente i tempi burocratici per il reclutamento del personale mancante sono lunghi ma l’Asp ha già messo a bando diverse posizioni. Ma a mostrare diverse criticità è anche il pronto soccorso di Locri: «Un altro pronto soccorso che versa in condizioni catastrofiche è quello di Locri ma dalla quale graduatoria attingeremo anche per integrare in questo caso direi implementa ex novo l’organico dei medici di Gioia Tauro e contestualmente, proprio per abbattere i tempi, è stato anche il bandito un avviso a tempo determinato con scadenza 15 giorni al quale non abbiamo avuto nessuna risposta. Abbiamo pagato prestazioni aggiuntive a medici extra orario per garantire luglio, agosto e settembre ma i medici non sono più disposti pur essendo pagati extra per cui non abbiamo proprio nessuno da mandare».

L’emergenza covid

E ad essere valutata è stata anche l’emergenza covid che ormai interessa a pieno il nosocomio gioisse: «Questo è un problema talmente sentito da parte della popolazione che per noi è stato soltanto una presa d’atto perché sei lei ha visto il numero di accessi di pazienti al pronto soccorso di Gioia Tauro, si è dimezzato per cui la gente si approccia l’ospedale di Gioia Tauro, sapendo che ci sono unità colpite dal covid19, con maggiore titubanza».

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