giovedì,Aprile 25 2024

Covid a Reggio Calabria, l’allarme dell’Asp: «Non siamo pronti per la fine dello stato di emergenza»

Il commissario Scaffidi evidenzia numeri dei contagi in constante crescita: «Focolaio in struttura privata e all’ospedale di Polistena. Reparti ancora affollati»

Covid a Reggio Calabria, l’allarme dell’Asp: «Non siamo pronti per la fine dello stato di emergenza»

«Se guardiamo i numeri certamente notiamo che sono in crescita quasi costante. Un altro dato importante che ci deve fare riflettere sono gli attuali degenti sia del Gom che dell’ospedale di Gioia Tauro». Dal commissario dell’Asp di Reggio Calabria Gianluigi Scaffidi arriva un monito che non può passare inosservato.

Mentre il resto d’Italia si accinge a lasciarsi alle spalle l’emergenza coronavirus da Reggio Calabria arriva l’allarme i contagi non sono diminuiti anzi un trend in costante crescita preoccupa sulle misure nazionali annunciate. «La notizia è che il 31 marzo cesserà lo stato di emergenza – conferma Scaffidi – però finché non vedo il documento resto in attesa perché ho già scritto che questa realtà oggi ci renderebbe difficile l’attività degli addetti utilizzati esclusivamente per il covid considerando che è noto che sono quattro le regioni che non hanno questo decremento di contagi che si è registrato nel resto della nazione».

E i numeri parlano chiaro, la provincia reggina in particolare è quella che, nonostante tutto, no è riuscita ad impattare l’ultima ondata e con i reparti covid ancora pieni è rischioso anche solo pensare a una totale eliminazione delle restrizioni. «Abbiamo 29 pazienti a Gioia Tauro e oltre 80 al Gom – conferma Scaffidi – a Gioia erano arrivati a 10 e poi è scoppiato un cluster in una struttura privata e anche nell’ospedale di Polistena per cui li stiamo dirigendo Gioia Tauro come primo impatto senza fare il giro al Gom. Ci siamo presi anche questa responsabilità perché professionalmente sono in grado i medici. Sto aspettando di capire le disposizioni ministeriali che cosa ci indurranno a fare». Cresce la preoccupazione nella certezza che, oggi, Reggio non sarebbe in grado di gestire i contagi in assenza di restrizioni.

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