venerdì,Aprile 19 2024

Salute mentale a Reggio Calabria, associazione malati psichiatrici: «Cancellare la legge Rocco»

L’Oms ha rivolto ripetuti richiami ai governi affinchè si assumessero importanti impegni per supportare e prendersi cura delle persone che esprimono una fragilità mentale e proteggere i loro diritti e la loro dignità

Salute mentale a Reggio Calabria, associazione malati psichiatrici: «Cancellare la legge Rocco»

Dopo la denuncia del garante dei detenuti in merito alle condizioni di un detenuto psichiatrico al carcere di Reggio Calabria, ad intervenire è Immacolata Cassalia presidente dell’Unasm. «Il folli rei …..Cancellare la legge Rocco. Non sappiamo se realmente nella agenda politica in queste elezione ci sia la Salute Mentale, considerando si è comunicato  di tutto lasciando un vuoto di parole e di programma su questa necessità che spinge a dedicare attenzione per le persone che soffrono di fragilità mentale.

L’Oms ha rivolto ripetuti richiami ai governi affinchè si assumessero importanti impegni per supportare e prendersi cura delle persone che esprimono una fragilità mentale e proteggere i loro diritti e la loro dignità.  Nella Conferenza Nazionale per la Salute Mentale molti interventi sono state rivolti alle condizione delle persone  detenute in carcere o in Rems. Persino una sessione al G20 salute di Roma è stata dedicata una sessione specifica sul tema della Salute Mentale. Qualche segnale s’è sviluppato ma forte sono ancora le resistenze e i ritardi nel’applicazione della riforma che ha chiuso i manicomi giudiziari, la legge 81/2014, Il processo per il superamento degli Opg è stato dimenticato da Governo e Regioni.

Così s’è trascurato di ottimizzare la parte della riforma  che privilegia i progetti di cura e riabilitazione con misure alternative alla detenzione. Così si sono caricati le Rems di compiti impropri alimentando una disfunzione di lista di attesa per l’ingresso alla Rems di persone spesso con misura di sicurezza provvisoria che quasi sempre trovano una risposta nei contesti di cura non custodiali smentendo chi reclama un aumento delle Rems e vuole cancellare il numero chiuso.

Occorre, innanzitutto, abolire gli articoli del codice Rocco che destina i folli rei al binario speciale della misura di sicurezza, mantenendo così la separazione della logica manicomiale spesso in risalto nelle cronache giornalistiche di recente dal carcere di Reggio Calabria “un detenuto con sofferenza mentale abbandonato tra i propri escrementi in uno stato di totale abbandono”, il potenziamento delle misure non detentive può restituire cittadinanza nel rilancio dei servizi per una salute di comunità, per assicurare il pieno diritto alla tutela della salute e alla cura. Da questa consapevolezza è stata presentata alla Camera dei Deputati la proposta di legge 2939 a firma di Riccardo Magi. Come associazione di utenti e familiari Unasam Calabria sappiamo che le fragilità mentali costituiscono un importante dilemma di sanità pubblica calabrese. Le condizione di vita di chi soffre, sono rese ancora più difficili dalla crescente disaggregazione delle reti di solidarietà nei quartieri e dall’indebolimento della cultura del reciproco aiuto. Le prestazioni devono essere offerti in conformità a una visione che ogni essere umano possiede delle doti e delle risorse che possono essere sviluppate attraverso una relazione umana non giudicante e in un ambiente di vita accogliente.

Le contestazioni degli utenti e dei famigliari accrescono nell’involuzione culturale, che si sta determinando nella maggior parte dei servizi territoriali di comunità calabrese, con la ripresa e la legittimazione di pratiche coercitive e istituzionalizzanti affinchè si assume un rinnovato e urgente impegno sulla questione “Salute Mentale Partecipata dell’Essere e del Fare”.Dell’Essere in quanto essere umano nel contesto sociale, per costruire  una libertà e entità corporea, attribuendo a questo ultima maggiore valore e integrità che accresce pari diritti privilegiando la collaborazione fra pari e, del Fare” attuando percorsi inclusivi visti nella conoscenza, nel noi cioè oggi, non nel tempo che verrà, ma oggi, per renderli svincolati da ogni limitatezza per affrontare con più serenità il dopo di noi, per abbattere lo stigma trasversale, attuando la multidisciplinarità complessa  in altre parole il farmaco deve camminare in simbiosi al sociale, alla cultura  al lavoro se si vogliono dare risposte risolutive».

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