sabato,Aprile 20 2024

Ospedale di Scilla chiuso, si spegne il sogno del centro di procreazione assistita

Insieme alla struttura ritenuta non sicura dall’Asp, chiude i battenti anche un punto di riferimento per molte coppie

Ospedale di Scilla chiuso, si spegne il sogno del centro di procreazione assistita

La triste parabola dell’ospedale di Scilla ha avuto un impatto devastante per il territorio reggino. E a subire le conseguenze della decisione dell’Asp sono anche le coppie che sognano di avere un bimbo.

Proprio così, a spegnersi all’interno di una struttura ritenuta non sicura dall’Asp di Reggio Calabria è quello che doveva diventare un punto di riferimento in Calabria, il centro di procreazione medicalmente assistita. Era il 2014 quando fu tagliato il nastro di un reparto nuovo di zecca. Un gioiello che ha visto un finanziamento di oltre 300 mila euro, concorsi espletati per assumere il personale, anni e anni di lungaggini burocratiche per farlo entrare in funzione per poi vederlo crollare così come la speranza di tante coppie di poter essere aiutate nel percorso di procreazione assistita rimanendo a Reggio Calabria.

Le lotte dal 2014 in poi sono state tante per vedere questo reparto iniziare a dare i primi frutti e quando tutti erano ormai pronti a gettare la spugna, nel 2020 una delibera dell’Asp sembrava aver riacceso le speranze ma da li in poi il declino fino ad arrivare al silenzio totale.

Un reparto degno di una fiction americana, una di quelle realtà alle quali, soprattutto alle nostre latitudini, non siamo abituati. Ma di questo gioiello non resta più nulla. Una porta chiusa con dentro tante speranze. L’ennesimo baluardo di uno “spreco di denaro pubblico”. Si spengono i riflettori sul centro mentre centinaia di coppie dovranno correre ai ripari lontano da questa terra.

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