venerdì,Aprile 19 2024

Formazione medici cubani, Amato: «Basta soprusi e schiaffi continui a Reggio»

Lo storico e docente universitario punta l’indice sulla Regione che decide di formare i sanitari sudamericani all’Unical e non alla “Dante Alighieri”: «Questo non è campanilismo»

Formazione medici cubani, Amato: «Basta soprusi e schiaffi continui a Reggio»

Corre sul filo dell’insegnamento della lingua italiana la polemica rispetto al primo gruppo di medici cubani giunti in Calabria per dare manforte al sistema sanitario regionale. Non si tratta di una polemica direttamente connessa a ciò cui saranno chiamati a fare i professionisti sudamericani nei nostri ospedali, ma più che altro legata alla “logistica” studiata per l’accoglienza e l’inserimento dei 50 sanitari.   

A sollevare più di una perplessità, è il professore Pasquale Amato, storico e patron del Premio di poesia mondiale “Nosside”. Strenuo difensore delle peculiarità reggine, Amato è anche un fine conoscitore della realtà cubana e quindi la sua non può essere catalogata tra le polemiche “strumentali” indicate più volte dal presidente della Regione Roberto Occhiuto.

«Pur essendo destinati alle strutture sanitarie reggine, che sono le più sguarnite di personale – fa notare in una breve nota – i primi 50 medici cubani sono arrivati a Lamezia e non a Reggio, e sono stati portati alla Cittadella di Germaneto per essere ricevuti dal Presidente (li avrebbe potuti ricevere a Reggio). Ora vengono portati a Reggio per le procedure di accesso presso l’Ufficio Immigrazione. E tuttavia saranno trasferiti a Rende per il corso di formazione linguistica che faranno all’Unical».

Insomma, una “logistica” che li sballotta da una parte all’altra della Calabria, senza che – è il ragionamento di Amato – ce ne fosse bisogno.

«Eppure – incalza lo storico prof dell’Università di Messina – a Reggio esiste, con personale docente qualificato che da decenni insegna la lingua italiana a stranieri, l’Università per Stranieri “Dante Alighieri”, unica nel Sud e Isole, e una delle tre d’Italia assieme a Perugia e Siena».

Amato, che è anche docente alla “Dante Alighieri” polemizza quindi con il primo inquilino della Cittadella: «Si faccia avanti chi si fa venire il prurito quando si parla e si scrive di “Regione Straniera”. E per favore – aggiunge – nessuno dica che siamo “campanilisti” quelli che non ci stiamo a subire soprusi e schiaffi continui».

L’invettiva del prof non risparmia però neanche i politici di casa nostra: «E per cortesia – scrive ancora – nessun politico reggino, nel caso decida di denunciare questo ennesimo smacco, apra il suo intervento con la frase “sia chiaro che non parlo per campanilismo”, gettandosi così ancora una volta la classica “zappa sui piedi”».

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