sabato,Aprile 20 2024

Sanità penitenziaria a Reggio, il garante Russo: «Nuovo corso per Arghillà, dal caos alla programmazione»

Confortanti i primi risultati del Tavolo Tecnico insediato ad aprile scorso. Implementato il numero dei medici e maggiore attenzione alla tutela della salute mentale

Sanità penitenziaria a Reggio, il garante Russo: «Nuovo corso per Arghillà, dal caos alla programmazione»

«Quando si parla di sanità penitenziaria l’attenzione ricade sempre sulle carenze e sulle grandi criticità. Vero. Esistono e forse in Calabria ancor di più». Proprio per queste ragioni un anno fa, la Garante dei diritti delle persone private della libertà personale del comune di Reggio Calabria, Giovanna Russo, decise di istituire il primo tavolo tecnico sulla sanità penitenziaria.

«Tutte le istituzioni sedute ad un tavolo per verificare le criticità e individuare soluzioni. Sembra strano a queste latitudini che qualcuno non si limiti solo a raccontare esclusivamente ciò che non va, ciò che poteva essere fatto, o inveire contro qualcuno. E invece no, con la passione e il coraggio di realizzare una giustizia giusta anche per gli “Ultimi”, la Garante li ha riuniti tutti».

Il tavolo

Tre riunioni alle quali siedono sin dalla sua istituzione: per la Regione Calabria la Dirigente Maria P. Bernardi e il gruppo di lavoro Tecnico sanità Penitenziaria i dottori: Antonio Loprete Morabito, Giuseppe Seminara, Paolo Seminara su delega del Dir. Gen. Ing. Iole Fantozzi, per il Tribunale di Sorveglianza la Presidente Daniela Tortorella, la Commissaria Asp RC Lucia di Furia, il Commissario GOM di Reggio Calabria Gianluigi Scaffidi già Commissario Asp alla prima riunione del 12 aprile scorso, il Coordinatore della sanità penitenziaria dell’Asp di Reggio Calabria Luciano Lucania, i Direttori degli II.PP. di Reggio oggi guidati dal Giuseppe Carrà le Comandanti Dir. Agg.  Maria Luisa Alessi e Giuseppina Crea, la direttrice del centro di Giustizia Minorile Rosa Maria Morbegno, le O.S. di polizia penitenziaria Daniela Iiriti e Fabio Viglianti per il Sinappe, Maurizio PolicaroCosimo Lucà per OSAPP, Erminio Battista e Giuseppe Denisi per il SAPPE, Massimo Musarella per Uspp, Corrado di Martino e Antonino Bruno per USPP, il coordinatore infermieristico dell’ASP Bonfiglio, il delegato Nursind Filippo Errante, il personale medico e infermieristico dei penitenziari.

Implementato il numero dei medici

«Nessuno escluso», ha detto sin da subito la garante, convinta che il punto di osservazione principale per individuare le reali criticità fosse ascoltare chi lavora, con turni sacrificanti, più a contatto con le persone detenute. «Tra le prime criticità emerse vi era l’individuazione del monte ore di specialistica» e il primo successo avvenne con la delibera 599 del 22 Giugno 2022 di Programmazione del Fabbisogno della specialistica e la successiva previsione di implementare il numero di medici: Si è passati da un medico per 350 detenuti al giugno 2022 a n. 5 medici di guardia al marzo 2023 (1 dirigente medico e 4 medici di continuità assistenziale), sono stati assegnati gli incarichi a tre nuovi specialisti (dermatologo, ortopedico, psicologo) e implementati i servizi di fisiatria e odontoiatria; è stata avviata la campagna di prevenzione del tumore del colon retto e sono in cantiere diverse attività di prevenzione rivolte alle donne detenute.

Le criticità delle Articolazioni per la tutela della salute mentale

«A conferma che in una città che dialoga, che si confronta, che non ha timore di parlare dei problemi, si possono trovare soluzioni – dichiara la Garante Russo -. Purtroppo però non vi sono soltanto risultati. Rimane l’annoso problema del reparto di ATSM del Plesso San Pietro, oggi oggetto di ristrutturazione frettolosa e non rispettosa delle reali necessità».

Interpellata nei giorni scorsi da tutte le forze di Polizia Penitenziaria, la Garante – informa una nota – ha effettuato un immediato sopralluogo ispettivo alla presenza di un autorevole rappresentante dello Stato, che ha immediatamente risposto alla necessità di verifica dell’avanzamento dei lavori. Evidenti le criticità strutturali emerse.

«Una sezione ATSM come quella di Reggio Calabria non osserva i benché minimi parametri di sicurezza, né consente di effettuare una reale “osservazione psichiatrica”- ha affermato la Garante Russo -. Serve sospendere i lavori e procedere, come concordato nella riunione del 2 febbraio scorso: con una progettazione integrata che sia il risultato di un’architettura che garantisca gli standard di vivibilità e sicurezza per i soggetti detenuti psichiatrici e di un’assistenza medica specifica per queste persone con la relativa sicurezza per il personale di polizia penitenziaria. Troppe volte negli anni è stata ristrutturata questa sezione per tornare puntualmente inagibile, troppi anni senza un percorso di osservazione serio, troppi soldi per non ottenere un risultato che miri a osservare quel principio di umanizzazione della pena che ruota sull’impianto normativo di tutto l’ordinamento penitenziario».

Arghilla, «dal caos alla programmazione»

Ma se l’ATSM è un problema per il quale il Garante Russo ha già interpellato i massimi vertici istituzionali, c’è da far conoscere un altro importante risultato che tutte le Istituzioni hanno potuto raggiungere: la riorganizzazione dell’attività sanitaria del Plesso di Arghillà.

A distanza di pochi giorni dal tavolo tecnico la commissaria Di Furia, con la solerzia del suo agire, ha incaricato il direttore sanitario aziendale, Santo Caridi e il responsabile della Casa della salute di Scilla e delle Usca,  Ernesto Giordano, di ricostruire l’assetto organizzativo e strutturale dell’area sanitaria del carcere di Arghillà.

«Grazie all’impegno dei dottori Caridi e Giordano ed al lavoro scrupoloso del Direttore Carrà si sta passando dal caos ad una programmazione più attenta alle esigenze dei detenuti: Finalmente, dopo quasi un anno, da questo mese sono stati coperti tutti i turni diurni, con grande spirito di servizio dei sanitari, e a breve sarà condiviso con la popolazione detenuta il nuovo schema organizzativo interno».

Il mondo penitenziario è difficile da leggere, difficilissimo da interpretare e apparentemente impossibile da inquadrare, ma a Reggio si sta lavorando per questo. «Il benessere della persona detenuta non può prescindere dalla qualità del lavoro del medico e degli infermieri – dichiara con convinzione la Garante -. A questi ultimi, con in testa lo staff di coordinamento infermieristico, deve andare il mio sincero ringraziamento per il loro costante impegno che ha permesso di affrontare e superare le recenti difficoltà». Ovviamente non può dirsi che vada tutto bene, non è così, le criticità rimangono tante, ma parlarsi senza addebiti di negligenze e pensare al problema nell’ottica della soluzione è la prospettiva giusta. «La sanità penitenziaria regionale, guidata dalla Dir. Ing. Iole Fantozzi, e territoriale, le sezioni del dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria e della Giustizia vogliono realizzare un modello virtuoso ed è per questo che sento di doverli ringraziare tutti. Il sol fatto di sedersi ad uno stesso tavolo e portare anche piccoli risultati è una minuscola rivoluzione verso una giustizia giusta che guardi con umanità ai diritti di tutti. Così come merita un ringraziamento sentito il collega Luca Muglia, Garante regionale dei detenuti eletto solo due mesi fa e subito attivo ed attento anche alle esigenze della sanità penitenziaria reggina. La figura del Garante Muglia rappresenta il supporto fondamentale per le attività di questo Ufficio e per tutti quelli della Regione».

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