venerdì,Dicembre 1 2023

Ospedale di Locri, le associazioni chiedono un incontro con Asp e Regione: «Renderlo operativo»

I rappresentanti di Casa della Salute di Siderno, DifendiAmo l’Ospedale di Locri e Corsecom Sanità hanno evidenziato tutte le carenze del nosocomio, sottolineando la necessità di trovare una soluzione

Ospedale di Locri, le associazioni chiedono un incontro con Asp e Regione: «Renderlo operativo»

I rappresentanti delle associazioni Casa della Salute di Siderno, Sasà Albanese, DifendiAmo l’Ospedale di Locri, Bruna Filippone e Corsecom Sanità, Emmida Multari, hanno inviato una missiva al presidente Regione, Roberto Occhiuto, al direttore generale dell’Asp di Reggio Calabria, Lucia Di Furia, al direttore sanitario aziendale dell’Asp, Anna Maria Renda, al direttore sanitario dell’ospedale di Locri, Giuseppe Dascoli, al sindaco di Locri, Giuseppe Fontana, e al delegato Sanità Locride dell’Asp Mariateresa  Fragomeni, per chiedere un incontro atto ad affrontare le problematiche del nosocomio di Locri.

«Noi cittadini e organizzazioni attive sul territorio – si legge nella lettera – riteniamo sia necessario affrontare, nelle loro complessità, le problematiche relative all’Ospedale di Locri. Interventi saltuari ed episodici non risolvono le mancanze strutturali e strumentali, cui la colpevole assenza, negli anni precedenti di chi era preposto a questi compiti, ha portato a uno stato pietoso la situazione  dell’assistenza sanitaria dell’Ospedale di Locri. Vogliamo che il vento di rinnovamento e di attenzione che abbiamo colto in questi giorni per quanto riguarda il problema di Cardiologia, sollevato dalla lettera del dottor Vincenzo Amodeo e le proposte uscite, dall’incontro tra la dirigente dell’Asp, Lucia Di Furia, il primario Vincenzo Amodeo e i cardiologi dell’Ospedale, prosegua in modo proficuo.

Abbiamo registrato in questo ultimo anno un cambio di marcia all’Asp di Reggio Calabria e, per questo, vorremo che si prendano in esame anche altre problematiche, che da anni sono presenti all’interno dell’Ospedale e che noi abbiamo denunciato pubblicamente, negli incontri avuti in questi anni, anche con lettere che vi abbiamo inviato. Riconosciamo gli sforzi che attualmente la Direzione Strategica dell’Asp di Reggio Calabria, nella figura della Di Furia, sta operando. Riteniamo però sia necessario non abbassare la guardia e attivarsi per ottenere il dovuto, in quanto le richieste sono per portare ad un livello, diremmo di Qualità di Base, la Sanità Pubblica locale. L’ospedale di Locri deve essere reso operativo, per assolvere pienamente la funzione di Ospedale Spoke, all’Interno dell’Asp di Reggio Calabria, come l’Ospedale di Polistena.

La prossima chiusura notturna della galleria della Limina, impone un’accelerazione verso tale completamento. A tal proposito, la conferma della presenza di Amodeo, nella funzione di Primario ad interim della Cardiologia di Locri è un passo decisivo nella giusta direzione. Pertanto siamo concordi nel richiedere, come peraltro emerso nella riunione congiunta tra lo stesso Amodeo, i cardiologi di Locri e la direttrice generale Di Furia:
la messa a norma della saletta di Cardiostimolazione attigua all’Utic
• la presenza a Locri in giorni stabiliti e concordati, di un medico formato per l’impianto dei Pace Maker
• nonché la formazione permanente dei Medici, per consentire l’acquisizione di metodiche interventistiche di Cardiostimolazione e di Ecocardiografia transesofagea, con la supervisione del dr Amodeo.

Le criticità ospedaliere comprendono anche:
• la necessaria operatività h 24, per gli esami Tac senza e con m.d.c., condizione che richiede l’assunzione di altri specialisti radiologi
la piena funzionalità della Risonanza Magnetica e dell’Endoscopia Digestiva, per permettere la disponibilità all’esecuzione di esami endoscopici anche in situazioni di urgenza, cosa al momento non possibile, per mancanza di personale medico e infermieristico.
• La Pediatria, con il punto nascita che fa oltre 800 parti l’anno e con la guardia attiva h 24 necessaria per garantire tutte le urgenze neonatali e pediatriche, si trova, da tempo, con un organico costituito dal Primario e da tre medici, di cui uno esonerato dai turni di guardia notturna.
• Negli ultimi anni, il ricorso ai medici “a gettone” è stata l’unica soluzione, che, ha consentito di non interrompere il servizio.

Un provvedimento quest’ultimo che non può continuare ad essere la soluzione permanente, soprattutto perché l’alternanza dei medici pediatri non garantisce continuità all’assistenza. Occorre inoltre considerare che la Pediatria di Locri ha ambulatori specialistici, che seguono pazienti cronici e che è anche centro di coordinamento regionale per il diabete in età pediatrica. Per far fronte a questo carico di lavoro dovrebbero essere assunti altri cinque medici, così come previsto nel recente documento aziendale riguardante il fabbisogno di personale. L’Urologia ha 3 medici e, dal 2019, non si ha la possibilità di fare più la litotrissia per i calcoli, in quanto il macchinario è rotto. Dal 2022 è stato chiesto l’acquisto del laser e non si è avuta ancora risposta. La Gastroenterologia ha 2 medici, dei quali solo uno fa diagnostica e a dicembre andrà in pensione. La gastroscopia viene fatta con un macchinario, frutto di un prestito e spesso è in riparazione. 

La Chirurgia soffre, come del resto il Reparto di Anestesia e Rianimazione, di carenza di personale, condizione che si traduce in difficoltà spesso incontrate  nella gestione degli interventi chirurgici. Era stata richiesta una colonna per laparoscopia e una piattaforma per chirurgia robotica, delle quali si è in attesa di risposta. Questo è un elenco sommario delle criticità incontrate, che dimostrano l’urgenza di interventi immediati all’Ospedale di Locri, con la speranza che non ce ne siano altre. In tal caso eventualmente vedremo di farle presenti. C’è anche da dire che per l’assistenza specialistica territoriale sarebbe necessario bandire le zone carenti della Pediatria di famiglia e sollecitare la loro aggregazione in AFT h 12.
Quest’ultimo è un nodo cruciale che, nella nostra zona, riguarda anche i Medici di medicina generale. Senza un adeguato filtro territoriale, il Pronto soccorso continuerà a essere intasato da richieste inappropriate che con una migliore organizzazione, prevista del resto dalle norme contrattuali e realizzata già in altre zone delle nostra stessa provincia, troverebbero adeguata risposta a livello territoriale. Per questi motivi, riteniamo sia necessario un incontro tra tutti i destinatari e una delegazione, formata da  medici e cittadini delle nostre associazioni, per affrontare tali questioni  con uno spirito di collaborazione, in una prospettiva di lungo periodo».

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