Reggio, Pediatria al Gom e il legame stretto tra buona sanità e volontariato – VIDEO
Il focus, anche su criticità e carenze ancora da superare in occasione del convegno promosso per festeggiare i dieci anni di attività al Gom dell’associazione per il Bambino in Ospedale Abio
Abio (associazione per il Bambino in Ospedale) compie 10 anni di attività presso il Grande ospedale Metropolitano di Reggio Calabria. Con l’ospedale Annunziata di Cosenza, il Gom è l’altro presidio calabrese presso il quale la fondazione, attiva in Italia dal 1978, è presente con i suoi volontari e le volontarie.
Un compleanno speciale festeggiato con il convegno sul tema “Bambini e Adolescenti al centro” svoltosi il centro Studi Antonino Spinelli del Grande ospedale metropolitano reggino.
L’iniziativa promossa in sinergia con Anna Maria Stanganelli, garante della Salute della Regione Calabria, e in collaborazione con il direttore della Unità complessa di Pediatria del Gom Domenico Minasi, ha rappresentato un’occasione per sensibilizzare la cittadinanza sull’importanza del volontariato, specialmente al servizio di bambini a adolescenti ricoverati. Sono grandi le sfide in atto con riferimento all’umanizzazione e all’interazione tra i servizi sanitari e l’associazionismo.
L’incontro si è aperto con i saluti di Gianluigi Scaffidi, commissario straordinario del Gom Reggio Calabria, e di Pasquale Veneziano presidente ordine dei Medici di Reggio Calabria. Si è concluso con gli auguri di don Stefano Iacopino, il cappellano dell’ospedale. Ad impreziosire l’incontro la storia di Giorgio e della sua mamma affidata a un video.
Traguardo e trampolino
«Dieci anni rappresentano un bel traguardo ma anche un trampolino che deve lanciarci verso il futuro. Ancora c’è moltissimo lavoro se consideriamo che in Italia oggi più del 30% dei bambini minori di diciott’anni non sono ricoverati in reparti pediatrici ma in reparti per adulti. Occorre impegnarsi in percorsi appositamente studiati, al fine di attenzionare in modo adeguato la complessiva assistenza ospedaliera alla quale hanno diritto i minorenni. Una situazione che riscontriamo anche in regioni particolarmente attrezzate.
Un appello che rilanciamo anche e soprattutto nell’occasione odierna in cui raccontiamo l’esperienza pilota che l’Abio ha avviato e consolidato qui a Reggio Calabria negli ultimi dieci anni, allestendo nel reparto spazi appropriati all’infanzia e all’adolescenza, una bellissima ludoteca. Il tutto operando in fortissima sinergia col personale medico infermieristico. Un modello da prendere ad esempio in tutta Italia». Così il presidente della fondazione Abio Italia, Giuseppe Genduso.
Traguardi e nuove sfide
«Il bambino e l’adolescente richiedono un’attenzione particolare che possiamo contribuire a prestare in ospedale grazie all’impegno dei volontari. In questi dieci anni abbiamo dato il nostro meglio ma vogliamo fare ancora di più. Cogliamo l’occasione per invitare la cittadinanza a partecipare al nostro corso di formazione al via proprio dal prossimo 4 giugno, alle ore 16 sempre qui in aula Spinelli. Basterà inviare una mail all’indirizzo abiorc@live.it per iscriversi.
Abbiamo dato il nostro contributo all’umanizzazione dell’ospedale, con la nostra presenza, le nostre iniziative e con la donazione di numerosi arredi e decori per il reparto e la corsia. L’ospedale è diventato un prolungamento della famiglia. Vorremmo estendere la nostra attività anche presso gli ambulatori pediatrici e in tutte quelle strutture dove sono presenti i bambini e adolescenti. È un progetto ambizioso, ne siamo consapevoli, ma sappiamo che la forza dei volontari è immensa se le persone scelgono di impegnarsi. Vogliamo essere presenti ovunque ci sia un bambino e un adolescente». Così Giovanna Curatola presidente Abio Reggio Calabria odv.
Presto un tavolo per la Neuropsichiatria infantile in Calabria
«Abbiamo fortemente voluto, in collaborazione con la pediatria del Gom e con l’ordine reggino dei Medici organizzare questa giornata proprio per sensibilizzare la popolazione sull’importanza che le realtà associative rivestono all’interno delle strutture ospedaliere. I bambini e gli adolescenti in questi dieci anni, in particolare, hanno potuto contare sulla preziosa presenza dell’Abio che non ha soltanto accompagnato tanti bambini ma ha sostenuto anche e soprattutto le loro famiglie nel percorso difficile della malattia.
Una risorsa ancora più importante se pensiamo alle tante criticità che ancora ci sono nella nostra sanità. La carenza di medici, le difficoltà di accesso a determinate cure e prestazioni e i lunghi tempi di attesa. In particolare anche in questa occasione riaccendiamo ancora una volta i riflettori sull’assenza in Calabria di un reparto di Neuropsichiatria infantile. Per questo siamo pronti ad attivare un tavolo tecnico in Consiglio regionale con esperti e realtà associative. Lo faremo, credo, nel mese di luglio. Occorre lavorare per una sanità sempre più efficiente e il volontariato, che colgo l’occasione per ringraziare in tutte le sue molteplici articolazioni in ospedale, ha un ruolo essenziale da potenziare e valorizzare. Un sorriso a volte può valere più di un farmaco». Così Anna Maria Stanganelli, garante regionale per la Salute in Calabria.
La ricchezza del volontariato
«Nella gestione complessiva dell’assistenza ai minori il volontariato è essenziale. In particolare, i dieci anni segnati da Abio, rappresentano un traguardo importante raggiunto con grande passione, competenza, abnegazione e operando in silenzio.
Un elemento qualificante – ha sottolineato Domenico Minasi, direttore unità operativa complessa di Pediatria del Gom – che fa il paio con la buona sanità pediatrica praticata anche nel nostro reparto reggino. Nell’unità operativa reggina gestiamo anche i pazienti neuropsichiatrici in assenza di un reparto dedicato. Abbiamo, altresì, la possibilità di gestire in maniera incisiva tutte le patologie gastroenterologiche e metaboliche. Abbiamo in cura quasi 100 bambini con diabete di tipo 1. Sono solo degli esempi relativamente all’unità operativa che dirigo al Gom di Reggio e non sono le uniche e Reggio e in Calabria.
Ampliando l’ambito del nostro ragionamento, infatti, l’80% – 90% delle patologie pediatriche più comuni può tranquillamente essere gestito nella nostra Regione. Spesso si emigra senza che sia necessario, cioè non per patologie complesse ma per patologie minori. Il nostro è anche un problema culturale alimentato anche dai casi di malasanità che hanno sempre più risonanze delle storie di buona sanità di cui la nostra regione è assolutamente ricca».
Le sfide da affrontare e la buona sanità che sorprende
«Ho riscontri oggettivi di quanto affermo. In particolare nel periodo della pandemia, quando non ci si poteva spostare al nord, molti sono venuti obbligatoriamente da noi e hanno scoperto un mondo che non conoscevano.
Abbiamo anche delle criticità e della carenza sulle quali lavorare. La Calabria è una delle poche regioni d’Italia dove non ci sono posti letto ospedalieri di neuropsichiatria infantile. Questo crea veramente una difficoltà dal punto di vista della gestione di questi malati che purtroppo sono in aumento. Un recente decreto del commissario ad acta della Regione ha istituito – ma devono essere ancora attivati – una struttura complessa con posti letto presso l’azienda ospedaliera Dulbecco a Germaneto.
Spero che ci sarà la possibilità di istituire delle strutture semplici anche nell’ospedale di Reggio Calabria che in quello di Cosenza al fine di creare una rete sinergica che abbracci in tutta la regione. Una sfida aperta è anche quella relativa alla terapia intensiva pediatrica, oggi presente solo a Cosenza e in previsione anche a Germaneto». Così ha concluso Domenico Minasi, direttore unità operativa complessa di Pediatria del Gom e presidente del Coordinamento nazionale Primari di Pediatria, Conap.
- Tags
- reggio calabria