venerdì,Settembre 13 2024

Sanità in Calabria, la chirurgia vascolare tra eccellenze ed incertezze per il futuro

I medici si interrogano sul futuro delle unità operative specializzate. Cosenza, Catanzaro e Reggio presidi di eccellenza competitivi a livello nazionale. Ma con l'autonomia differenziata si rischia di perdere questo grande potenziale

Sanità in Calabria, la chirurgia vascolare tra eccellenze ed incertezze per il futuro

La sanità calabrese si trova ad affrontare un periodo di grandi incertezze, specialmente dopo l’approvazione della legge sull’autonomia differenziata. A Cosenza, Catanzaro e Reggio Calabria, vi sono i tre hub dove sono presenti unità operative avanzate di chirurgia vascolare. Veri presidi di eccellenza, capaci di competere alla pari con le altre realtà italiane ed internazionali. Queste realtà, però, rischiano di perdere preziose risorse umane e finanziarie, mentre gli investimenti necessari tardano ad arrivare. L’autonomia differenziata potrebbe peggiorare ulteriormente la situazione, favorendo le regioni del nord a discapito del meridione.

Francesco Intrieri, direttore dell’Unità Operativa Complessa di Chirurgia Vascolare dell’ospedale Annunziata di Cosenza, ha commentato sulla situazione attuale: «La Calabria ha sempre dimostrato un’alta professionalità dei medici, con i tre hub che rispondono alle esigenze del territorio: Cosenza, Catanzaro e Reggio Calabria. La chirurgia vascolare calabrese ha dimostrato di poter competere ampiamente con le chirurgie vascolari italiane e internazionali. Tuttavia, soffriamo di una carenza organizzativa a livello regionale e nazionale, con difficoltà economiche, mancanza di personale e mezzi. Anche noi, in questo momento, soffriamo di queste problematiche».

La discussione sulla necessità di investimenti nella sanità del sud è stata ulteriormente approfondita da Francesco Talarico, direttore dell’Unità Operativa di Chirurgia Vascolare dell’ARNAS di Palermo e del Dipartimento Cardiovascolare. «L’importanza di fare un focus – afferma – sulle emergenze di chirurgia vascolare è cruciale. Le urgenze vascolari, come i traumi agricoli, possono portare a invalidità permanenti o alla perdita della vita. La chirurgia vascolare gioca un ruolo essenziale nel salvare vite e arti in questi casi. La Sicilia e la Calabria hanno professionalità ed eccellenze che non hanno nulla da invidiare a nessun’altra regione».

Talarico ha poi sottolineato la necessità di investimenti in sanità, piuttosto che in opere infrastrutturali discutibili come il ponte sullo Stretto di Messina: «Noi aspettiamo il ponte come qualcosa di futuristico, ma non ha mai diviso le intelligenze, le emergenze o la condivisione del progresso scientifico. È ovvio che il ponte è una necessità, ma è il progresso scientifico quello che realmente unisce attraverso lo stretto di Messina».

La sanità calabrese si trova di fronte a una sfida complessa: mantenere e potenziare i suoi presidi di eccellenza in un contesto di risorse limitate e incertezza politica. I medici, questo, lo sanno bene. Troppo spesso chiamati a compiere veri e propri “miracoli”, quando le risorse disponibili non sono sufficienti e le difficoltà sempre più incalzanti. Lo sguardo verso il futuro non è certamente roseo: l’autonomia differenziata rischia di accentuare le disuguaglianze tra nord e sud, rendendo ancora più urgente la necessità di investimenti mirati e di una gestione più efficiente delle risorse disponibili.

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