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Allarme violenza contro il personale sanitario in Calabria, medici e infermieri sotto assedio: la Uil chiede interventi immediati

Nel report presentato dalla Uil 32 episodi di aggressioni contro il personale sanitario nel 2023: pronto soccorso e reparti psichiatrici tra le aree più colpite

Allarme violenza contro il personale sanitario in Calabria, medici e infermieri sotto assedio: la Uil chiede interventi immediati

Il fenomeno delle aggressioni al personale sanitario in Calabria è un problema crescente e urgente, con episodi di violenza che, solo nel 2023, hanno coinvolto 39 operatori in 32 episodi registrati nelle strutture pubbliche. Questo contesto ha portato all’intensificazione delle campagne di sensibilizzazione e alla richiesta di maggiori misure di sicurezza nei presidi sanitari della regione, specialmente a Reggio Calabria, dove si sono verificati eventi particolarmente gravi.

La Uil Calabria e la Uil Fpl Calabria sono pronte a lanciare la campagna di sensibilizzazione «Proteggere chi ci Protegge», volta a contrastare il crescente fenomeno delle aggressioni ai danni di medici, infermieri e operatori sanitari nelle strutture ospedaliere della regione. L’iniziativa è stata presentata in una conferenza stampa presso la sede Uil di Santa Eufemia, dove è stato illustrato il report sulle aggressioni al personale sanitario in Calabria e sottolineata l’urgenza di agire.

Il Report ed il contesto delle aggressioni in Italia e in Calabria

A livello nazionale, gli episodi di violenza contro il personale sanitario sono monitorati dall’Osservatorio Nazionale sulla Sicurezza degli Esercenti le Professioni Sanitarie e Socio-Sanitarie (ONSEPS), che nel 2023 ha registrato oltre 16.000 aggressioni. Tuttavia, in Calabria, la situazione appare particolarmente critica, con episodi ripetuti che coinvolgono in primo luogo gli infermieri, con 16 casi registrati e, in misura minore, i medici con 4 casi e gli operatori socio-sanitari con 7 casi. Le aggressioni si concentrano nelle strutture di pronto soccorso e nei servizi psichiatrici, luoghi in cui le tensioni e le criticità operative sembrano alimentare reazioni violente da parte di pazienti e accompagnatori.

La distribuzione degli episodi evidenzia che le aggressioni si verificano perlopiù in giorni feriali e in fasce orarie mattutine, con il 62% degli eventi che avviene tra le mura ospedaliere. Gli episodi di violenza fisica rappresentano una quota significativa: sono stati ben 20 gli episodi, seguiti da 22 aggressioni verbali e addirittura da 4 casi di danni alla proprietà. Un dato che riflette un disagio diffuso tra l’utenza, alimentato da problematiche legate ai tempi di attesa e alla carenza di personale.

La situazione a Reggio

Nel contesto calabrese, Reggio Calabria ha visto episodi particolarmente gravi, evidenziando la necessità di un’azione urgente per garantire la sicurezza degli operatori. Tra i più recenti, lo scorso 13 settembre, una dottoressa è stata aggredita nel pronto soccorso del Gom da un paziente che pretendeva di essere visitato immediatamente. L’aggressione ha suscitato preoccupazione e allarme, seguito da un accorato appello al Prefetto del Commissario del Gom Scaffidi e dall’arrivo delle telecamere di sicurezza al nosocomio reggino, in quanto rispecchia il clima di crescente intolleranza e frustrazione verso il personale sanitario.

A questo si aggiunge il tragico omicidio della dottoressa Francesca Romeo, avvenuto il 18 novembre dello scorso anno a Santa Cristina d’Aspromonte. La dottoressa è stata colpita a morte mentre si trovava in auto con il marito, anch’egli medico, nel rientrare dal turno notturno di guardia medica. Un evento, questo, che ha segnato profondamente la comunità, evidenziando come le aggressioni al personale sanitario possano degenerare anche in atti estremamente violenti e richiedendo misure di protezione ancora più incisive e immediate.

La Campagna “Proteggere chi ci Protegge”: le misure proposte dalla Uil

In risposta agli episodi di violenza, la Uil Calabria e Uil Fpl Calabria hanno lanciato la campagna “Proteggere chi ci Protegge”, che intende sensibilizzare le istituzioni e la popolazione sull’importanza di garantire la sicurezza del personale sanitario. La campagna, che si inserisce nella più ampia iniziativa nazionale “Zero Morti sul Lavoro”, si pone come obiettivo la tutela di medici, infermieri e operatori sanitari sempre più spesso vittime di violenze fisiche e verbali.

Tra le misure concrete proposte vi è l’istituzione di posti fissi di polizia negli ospedali calabresi, come deterrente contro atti di violenza, con un’estensione degli orari di copertura per garantire una presenza continua. La richiesta include anche un potenziamento delle forze dell’ordine nei presidi sanitari, senza sottrarre risorse al controllo del territorio, per assicurare una protezione efficace e costante.

Verso un Osservatorio Regionale sulla Sicurezza Sanitaria

Per una gestione più mirata e proattiva del fenomeno delle aggressioni, sarebbe utile – secondo quanto emerso dal rapporto – l’istituzione di un Osservatorio Regionale sulla Sicurezza del Personale Sanitario, che potrebbe operare in sinergia con le autorità locali per monitorare e analizzare costantemente l’andamento delle aggressioni. Questa iniziativa consentirebbe di individuare le aree più critiche e di intervenire con azioni specifiche, come la formazione del personale per gestire situazioni di conflitto e l’introduzione di strumenti di videosorveglianza nei reparti più a rischio.

Le aggressioni al personale sanitario in Calabria, e in particolare a Reggio Calabria, rappresentano una ferita aperta nel sistema sanitario regionale, e la campagna “Proteggere chi ci Protegge” vuole lanciare un messaggio chiaro ed incisivo: rispettare e proteggere chi si dedica alla cura della salute pubblica è una priorità che richiede l’impegno di tutta la comunità, senza eccezioni.

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