Oltre i proclami e i nastri tagliati: la mappa in chiaroscuro della sanità reggina
Non è più il sistema che ricordiamo prima del covid ma non è neanche una macchina che funziona a misura delle tante esigenze del territorio. Tra sogni e realtà la distanza da percorrere è ancora tanta

L’ospedale di Locri tra annunci e realtà: Occhiuto conferma l’arrivo di oltre 40 milioni per la struttura
Non sappiamo se l’annuncio del governatore della Calabria Roberto Occhiuto, in occasione dell’inaugurazione del reparto di oncologia, sull’arrivo di 40 milioni da destinare al nosocomio di Locri possa bastare a far guadagnare punti in termini di reputation di certo, al momento, in questo ospedale non ci vuole andare a lavorare nessuno. I concorsi continuano ad andare deserti mentre il personale ormai stremato si dimette e l’unica salvezza sono stati i cubani che hanno reso possibile continuare ad erogare servizi che, diversamente, sarebbero stati sospesi. Ma perché l’ospedale di Locri è così “repellente” o poco attraente? Basta farsi un giro in assenza di inaugurazioni o tagli di nastri. E fin dall’ingresso è possibile vedere come la struttura sia totalmente disastrata. E se l’abito non fa il monaco va detto che entrando la situazione non migliora.
I lifting effettuati negli ultimi anni hanno senza dubbio migliorato leggermente la situazione ma se sono necessari 40 milioni per mettere a norma la struttura un motivo ci sarà. Una struttura immensa che conta, però, solo 250 posti letto. Un dato effimero sempre legato alla carenza di personale. Stesso motivo rende il pronto soccorso una bomba ad orologeria dove ogni turno è una lotta per la sopravvivenza con personale stremato e ridotto all’osso. Aprire l’oncologia è stato un raggio di luce in un tunnel buio e lungo in cui da anni sembra essere intrappolato il nosocomio che, però, è di vitale importanza per un territorio troppo vasto e mal collegato per rimanere scoperto dall’unico presidio sanitario.
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