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A TU PER TU | Giannetta fiducioso sulla risoluzione dei problemi dei pazienti dializzati, rilancia su Case ed ospedali di comunità – VIDEO

Il consigliere regionale azzurro, presidente della Commissione di Vigilanza, ha affrontato i temi della sanità, criticando l’atteggiamento delle opposizioni e promuovendo l’operato di Occhiuto

A TU PER TU | Giannetta fiducioso sulla risoluzione dei problemi dei pazienti dializzati, rilancia su Case ed ospedali di comunità – VIDEO

«Credo di essere stato l’unico parlamentare che ha lasciato, tra virgolette, una comoda poltrona decidendo di rimanere in Calabria, perché credevo, e credo, che bisogna lavorare moltissimo, con amore e passione, verso la propria terra, poi magari ci saranno tempi e modi anche per pensare forse altrove, ma in questo momento penso che il mio contributo in maniera totale deve essere speso e condiviso con i miei corregionali per cercare di dare appunto un contributo per migliorare questa nostra splendida regione».

A dirlo, nelle prime battute di “A tu per tu”, la video rubrica de ilreggino.it, è Domenico Giannetta cinquantacinquenne consigliere regionale in quota Forza Italia, alla sua terza legislatura a Palazzo Campanella. Oggi, come nella legislatura precedente, è presidente della Commissione speciale di Vigilanza, ma alle spalle ha praticamente un curriculum politico che l’ha visto indossare i panni di quasi tutte le cariche istituzionali: sindaco, assessore provinciale, consigliere metropolitano, consigliere regionale, con la possibilità di approdare anche in parlamento: proclamato deputato della Repubblica nella seduta del 31 Marzo 2020, decise, il 7 maggio dello stesso anno, di rinunciare al mandato e di optare per la carica di Consigliere regionale della Calabria.

Come accennato, da qualche settimana – subentrando a Francesco Afflitto – riveste la carica di Presidente della Commissione speciale di vigilanza e nella seduta di mercoledì ha costruito l’ordine del giorno inserendo due temi importanti per Reggio, ma in generale per l’intera regione, vale a dire il “Monitoraggio sulla programmazione e sulla gestione dei pazienti dializzati nella Provincia di Reggio Calabria” e un focus sullo “stato dell’arte dei lavori di realizzazione delle Case e degli Ospedali di Comunità nella Regione Calabria”.

«Ho ricevuto come presidente della Commissione di vigilanza delle segnalazioni sulla questione dialisi all’interno della nostra provincia, considerando che ormai da moltissimi anni viviamo questa situazione e tra le altre cose paghiamo moltissimo la migrazione sanitaria, perché purtroppo per difficoltà oggettive di mancanza di posti per poter fare la dialisi, i pazienti magari si spostano nella vicina Sicilia, a Messina e quindi noi, come regione, poi paghiamo questa migrazione».

Per venire a capo della situazione odierna, Giannetta ha messo a confronto gli attori principali: dal commissario del Gom Gianluigi Scaffidi al direttore generale dell’Asp Lucia Di Furia, dal dirigente generale del Dipartimento di salute Tommaso Calabrò e Franco Puntillo in rappresentanza della Federazione italiana nefropatici trapiantati di Rene e donatori. Un confronto serrato per capire come possa anche la politica intervenire per migliorare le cose.

Giannetta: «Pazienti dializzati, il problema può essere affrontato»

«Fondamentalmente abbiamo circa 25 persone che all’interno della nostra provincia hanno difficoltà a fare dialisi. Affrontando questo tema e coinvolgendo il Dipartimento regionale si sono aperti scenari importanti, riuscendo ad avere l’impegno da parte dello stesso Dipartimento di affrontare a brevissimo questa questione in un apposito tavolo tecnico cercando le giuste soluzioni e immaginando di fare in modo che vi possa essere l’aumento di questi posti».

L’imperativo è dare una risposta concreta ai cittadini utenti che lamentano la carenza di strutture, ma anche tempi di attesa a volte inconciliabili con le cure. Dal confronto in Commissione sono però venute fuori anche altre esigenze, «perché per esempio – ha raccontato Giannetta – quando il commissario Scaffidi ha detto di non poter mandare a casa 27 pazienti dializzati, ha anche fatto intendere che non è il Gom che deve affrontare in maniera principale questa questione, che è invece una questione territoriale. Se noi la risolviamo, ha detto Scaffidi, mi liberate anche ventisette posti che al Gom io posso utilizzare per acuzie. Quindi capite bene come da questi input si è aperto un mondo che ci può mettere nelle condizioni di affrontare diverse questioni e quindi di risolverle».

Il “fattore tempo” rimane un problema non da poco e da risolvere in breve tempo. «Assolutamente sì – ribadisce Giannetta – perché come si è detto in Commissione, un paziente che ha una creatinina a 5-6-7, non può sicuramente aspettare moltissimo per avere una dialisi perché altrimenti rischia di perdere il rene e quindi poi necessariamente di essere sottoposto al trapianto. Anche su questo abbiamo discusso, perché vi è stata nell’ultimo anno nella regione Calabria una fortissima sensibilità nella cultura della donazione, perché sono aumentati i donatori, cosa che in passato non era successa, e quindi ragionando in questi termini si sono trovate anche delle possibili soluzioni».

Il riferimento di Giannetta è a quanto sostenuto con forza dal segretario regionale dei pazienti dializzati che ricordava come nella nostra città vi è un centro dialisi, a Pellaro, con la possibilità di ospitare effettivamente i pazienti dializzati.
«Noi non ne abbiamo fatto una questione tra pubblico e privato. Noi abbiamo fatto una questione che i pazienti devono avere delle risposte. Se le risposte riescono ad averle con il pubblico saremo tutti più felici e contenti, altrimenti possiamo utilizzare anche altre strutture che sono pronte per dare una risposta al paziente che comunque ci garantirebbero due cose, da una parte dare una risposta ai dializzati e dall’altra risparmiare tantissimo d’emigrazione sanitaria».

Dunque, un’altra via che può essere percorsa attraverso la strada dell’accreditamento. «Se ci sono le condizioni questo può essere una delle possibili soluzioni – ammette Giannetta – perché comunque in termini economici fatti salvi alcuni principi fondamentali delle pubbliche istituzioni, che sono quello della economicità dell’efficienza e dell’efficacia, ragionando in termini di economicità, se a noi conviene accreditare una struttura privata piuttosto che pagare molti più soldi rispetto alle migrazione sanitaria sarebbe da sciocchi non pensare di farlo».

In virtù di questi elementi che sono emersi durante il confronto, Giannetta assume un impegno: «a brevissimo, nello stretto giro di qualche giorno, il direttore del Dipartimento si è impegnato a convocare un tavolo tecnico e quindi dare le giuste risposte, fondamentalmente aumentando i posti letto, andando a coprire quello che è il fabbisogno momentaneo della nostra provincia, perché consideriamo che vi è un 4% annuo di aumento di pazienti dializzati, quindi quello che oggi può essere utile e giusto nella capienza dei posti letto probabilmente fra un anno non sarà così».

«Tra marzo e giugno avvio dei lavori per Ospedali e Case di Comunità»

E siccome la sanità rimane il tema dei temi in Calabria, capace di fagocitare anche fino al 70% delle spese correnti della Regione, a Giannetta – medico e politico – abbiamo chiesto intanto un quadro generale, con il suo giudizio sull’attività del Commissario ad acta Roberto Occhiuto e poi lo stato di salute delle strutture regionali, considerando che la maggioranza compreso il presidente parla di svolta, mentre le opposizioni di propaganda. Giannetta non rinuncia ad una stoccata ai colleghi di minoranza.

«Mi sento fondamentalmente un democristiano quindi guai se non ci fosse l’opportunità e la possibilità di dare la parola a tutti e di far esprimere la propria opinione a tutti, però io credo che il centrosinistra stia veramente mistificando quella che è la realtà, perché se da un lato ci chiede conto su quelle che sono le azioni messe in campo dal governo regionale e dal Consiglio, dall’altra paradossalmente fanno una guerra e una battaglia per ottenere la guida della commissione Vigilanza, pensando di essere veramente coloro che possono vigilare al meglio, e poi su un tema importante come quello della del monitoraggio e dello stato dell’arte delle Case e degli Ospedali di comunità guarda caso in commissione la minoranza è assente».

Poi, Giannetta, offre un giudizio positivo dell’azione del Commissario: «sicuramente possiamo essere soddisfatti sul fatto che abbiamo affrontato tantissime questioni, le abbiamo risolte, stiamo dando veramente anche nel settore della sanità una narrazione diversa rispetto al passato, ma non ci possiamo ancora ritenere soddisfatti perché c’è molto altro ancora da fare».

«Noi abbiamo ereditato una sanità in macerie – ha continuato Giannetta – e stiamo affrontando punto per punto una serie di questioni che ci porteranno a dare risposte all’interno del delicato settore della sanità. Consentitemi di dire però che quando si parla di sanità le criticità ci sono al sud come ci sono al nord, anche in regioni virtuose come potevano essere la Lombardia e l’Emilia Romagna. Mi viene da pensare che rispetto a tantissimi fallimenti, per esempio nella costruzione di ospedali importanti della Regione, finalmente i nostri costruendi grandi ospedali vedranno sicuramente la luce entro la fine della nostra legislatura, e mi riferisco all’ospedale della Piana di Sibari e a quello del Vibonese, ma abbiamo dato sicuramente un input e un impulso importante anche all’ospedale della Piana, quello di Palmi, che sconta purtroppo un ritardo atavico su procedure burocratiche e tecniche che comunque siamo riusciti a risolvere con la conferenza di servizi, e siamo in attesa del progetto definitivo. Non dico che contiamo di finirlo entro la fine della nostra legislatura ma sicuramente di dare avvio ai lavori».

Insomma per Giannetta il bicchiere è mezzo pieno, scorgendo un’inversione di tendenza in diversi ambiti. «Quando si fanno i concorsi in Calabria, i concorsi sono dei concorsi a tempo indeterminato, siamo riusciti ad attrarre nella nostra regione personalità dal punto di vista professionale importanti, penso a Cosenza dove è giunta la pioniera della chirurgia robotica che a un certo punto ha deciso di trasferirsi in Calabria e quindi contribuire al miglioramento della nostra sanità; abbiamo avuto la possibilità di salvare nel vero senso della parola, e quindi non chiudere, alcuni ospedali importanti come gli Spoke di Polistena e Locri, proprio garantendo una continuità assistenziale soprattutto nelle emergenze-urgenze grazie a quella scelta che inizialmente fu definita dai più impopolare, quelle dei medici cubani che, lo ribadisco anche in questa occasione, non ha sottratto posti di lavoro a nessun medico italiano, anzi i cubani sono arrivati in supporto a determinate situazioni di criticità e di emergenza, che esistono tutt’oggi, perché la crisi del comparto della dirigenza medica non è una crisi che possiamo imputare alla Calabria, non ci sono medici in Italia e i medici vanno all’estero perché si vedono trattati meglio e lavorano in maggiore sicurezza»

«Il senso del confronto in Commissione va anche in questa direzione: per troppo tempo abbiamo dato priorità esclusivamente alla rete ospedaliera. Dobbiamo immaginare di rafforzare anche quella rete territoriale che ci serve da valvola di sfogo nei confronti degli ospedali che devono trattare le acuzie. La rete territoriale è fondamentale e passa inevitabilmente attraverso due strutture che sono le Case e gli ospedali di Comunità. All’appello hanno risposto presente tutti i direttori generali delle Province e hanno dato alla Commissione quella fotografia che noi abbiamo chiesto. Qualcuno è arrivato già attrezzato, lasciando un report alla Commissione stessa, altri si sono impegnati a fornircelo. Di certo il sottoscritto non si fermerà perché vorrà vederci chiaro e vorrà seguire le cose da vicino, perché credo che anche la politica abbia come dire sicuramente l’obbligo di dare indirizzi, ma anche l’obbligo di vigilare e di controllare affinché tutto quello che viene dato come indirizzo politico poi si tramuti in fatti».

La maggior parte delle Case e degli Ospedali di comunità ha sottoscritto un contratto con la ditta che ha presentato la progettazione con il cosiddetto “appalto concorso”: «su qualcuna di queste siamo non in leggero ritardo ma come sappiamo nel momento in cui si affrontano delle problematiche poi sul campo possono emergere delle criticità. Il direttore Asp Di Furia ha detto che su alcune strutture serve l’ok da parte dei Vigili del Fuoco. Ecco, queste sono delle cose che magari ci fanno perdere qualche settimana di tempo ma verranno affrontate dal Dipartimento salute nell’immediatezza, proprio per bruciare tutte le tappe e quindi consentirci tra marzo e giugno di avere l’inizio dei lavori su tutte le case e ospedali di comunità, e quindi rispettare il cronoprogramma che è sì italiano, e sì regionale, ma anche della comunità economica europea perché buona parte di queste strutture sono state finanziate dai fondi Pnrr».

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