giovedì,Giugno 19 2025

Ospedale di Locri, nuove aggressioni e carenza di personale stremano il Pronto soccorso: continua l’agitazione

I sindacati degli infermieri Cislfp, Nursing up e Nursind sul piede di guerra: anomalia già segnalata. La solidarietà ai colleghi

Ospedale di Locri, nuove aggressioni e carenza di personale stremano il Pronto soccorso: continua l’agitazione

Le Scriventi Organizzazioni Sindacali tornano a denunciare, per l’ennesima volta, la drammatica condizione del Pronto Soccorso di Locri. Nella notte scorsa, due infermieri sono stati vittime di un’aggressione, episodio che riaccende i riflettori su una questione annosa: l’assenza di un presidio fisso di Polizia accanto al Pronto Soccorso, inspiegabilmente collocato in Direzione Sanitaria, peraltro chiusa nelle ore notturne

Una scelta giudicata incomprensibile e inadeguata alla luce delle continue violenze a cui sono esposti, soprattutto di notte, i professionisti sanitari. Le sigle sindacali ribadiscono che tale anomalia è già stata segnalata più volte, ma senza alcun esito concreto.

A rendere ancora più critica la situazione, è la carenza cronica di personale – infermieri e OSS in particolare – aggravata da una gestione giudicata inefficiente da parte della Direzione Sanitaria di Presidio. Proprio per queste motivazioni è stato recentemente proclamato lo stato di agitazione, a seguito dell’introduzione di un cambio compensativo ritenuto non conforme alla normativa contrattuale e penalizzante per l’organizzazione del lavoro.

Al momento, la copertura dei turni al Pronto Soccorso è garantita solo fino alla data odierna, forse fino a domani, poi il vuoto: non c’è alcuna certezza, mentre si rischia l’ennesima emergenza, con personale costretto a raddoppiare i turni. Una condizione che mette a rischio la sicurezza di operatori e pazienti, aumentando la possibilità di errori dovuti alla stanchezza accumulata.

Le organizzazioni sindacali si dicono pronte a intraprendere ogni forma di lotta consentita per difendere i lavoratori e gli utenti, chiedendo un intervento immediato e risolutivo alla Direzione Generale. Non è solo un grido d’allarme dei sindacati: è l’appello di un intero territorio che continua a riporre la propria speranza nei pochi, bistrattati dipendenti rimasti a garantire i servizi essenziali.

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