«Non si può vivere così»: l’odissea di un paziente calabrese per prenotare una scintigrafia: l’appello disperato a Occhiuto
La lettera di un paziente rivolta al Commissario ad acta Roberto Occhiuto. «Presidente, non lasci che questa voce cada nel dimenticatoio»

«Gentilissimo Presidente Roberto Occhiuto, mi rivolgo a Lei con il cuore in mano, come cittadino calabrese che ha sempre creduto nel cambiamento e nella speranza che questa terra, troppo spesso ferita, possa finalmente rialzarsi e offrire ai suoi figli la dignità che meritano». Inizia così la lettera di un paziente rivolta al Commissario ad acta Roberto Occhiuto.
«Oggi, purtroppo, ho vissuto un’esperienza che mi ha lasciato un profondo senso di frustrazione e sconforto. Ho provato a prenotare una scintigrafia renale — un esame importante per la mia salute — contattando il numero 0961 789792. Mi ha risposto una gentile signora, la quale mi ha indirizzato verso un altro numero del CUP Riuniti, il 0965 870549. Tuttavia, appena compongo questo numero, la chiamata si interrompe automaticamente, senza alcuna possibilità di parlare con qualcuno o ricevere assistenza.
Senza scoraggiarmi, ho tentato altre strade – si legge nella lettera – Ho chiamato e scritto alla Medicina Nucleare al numero 0965 397204. Mi è stato risposto di richiamare… sempre il CUP. Un labirinto senza uscita. Un rimpallo che dura ore, giorni, e che lascia solo amarezza e un senso di impotenza. Presidente, non si può vivere così. Non si può continuare a sperare nella sanità pubblica e poi ritrovarsi abbandonati in questo modo.
Mi rivolgo a Lei non solo per me, ma per tutte le persone anziane, fragili, malate, che non hanno voce, che non sanno usare la tecnologia o che si stancano di lottare contro un sistema che sembra dimenticarle. Lei ha fatto tanto per cercare di cambiare la sanità calabrese, e gliene va dato merito. Ma le chiedo con forza, con rispetto, e con tutto l’affetto che si ha per chi rappresenta le nostre speranze: aiuti a risolvere questo problema.
Presidente, non lasci che questa voce cada nel dimenticatoio. Renda reale quella Calabria che sogniamo: una terra dove curarsi non sia un privilegio, ma un diritto garantito».
Con stima e fiducia
Ranieri Calopresti.
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