Locri, USB scrive ad ASP e Regione: «Si risolva la vertenza degli ex corsisti OSS»
L’organizzazione sindacale chiede giustizia per i lavoratori formati e dimenticati: «Promesse disattese, serve una soluzione politica e amministrativa»

La sigla sindacale USB Sanità Calabria ha inviato una lettera alla Direzione Generale dell’ASP di Reggio Calabria, al Presidente della Regione e Commissario ad Acta Roberto Occhiuto, e all’Assessore alla Salute Giovanni Calabrese, per chiedere un atto concreto sul futuro degli ex corsisti OSS del Presidio Ospedaliero di Locri.
L’iniziativa arriva all’indomani della Delibera ASP RC n. 512 del 20 maggio 2025, che indice un avviso pubblico per soli titoli finalizzato alla formazione di una graduatoria per OSS a tempo determinato. Un segnale importante, riconosce USB, ma non sufficiente a risolvere una vicenda che si trascina da oltre un decennio.
Parliamo di lavoratori oggi impiegati come addetti alle pulizie, che nel 2010 hanno conseguito il titolo di OSS attraverso corsi regionali avviati con Delibere del 2006 e 2007. Quelle stesse delibere prevedevano una riserva del 30% nei concorsi pubblici. Il sindacato denuncia il mancato rispetto di quegli impegni normativi e la profonda contraddizione tra una sanità che soffre carenze strutturali e personale formato che resta ai margini, costretto a lavorare con contratti multiservizi e senza riconoscimento delle competenze.
Non si chiedono favori – scrive USB – ma il rispetto di promesse pubbliche formalizzate dalla Regione. Si tratta di lavoratori che meritano stabilità, dignità e valorizzazione. La questione, portata anche all’attenzione dell’ex Ministro della Salute Giulia Grillo nel 2019, era stata affidata al Commissario Saverio Cotticelli, ma l’alternarsi delle figure istituzionali ha interrotto ogni percorso di soluzione.
Oggi USB rilancia: serve un confronto serio, che porti all’introduzione di riserve nei prossimi bandi pubblici, al riconoscimento delle competenze maturate e a una sanatoria per una situazione che grida giustizia. «Il rilancio della sanità pubblica passa anche dalla giustizia sociale. Non si può costruire un sistema sanitario equo senza riconoscere la dignità del lavoro».