Consumo del suolo, guida Reggio. I numeri del rapporto di Isprambiente
Pubblicati i dati dell'istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale relativi al 2018. Seguono Corigliano-Rossano e Lamezia Terme
di Francesco Bolognese
La terra è vita. Va da se che è necessario custodirla e “maneggiarla con cura”. La celebrazione nei giorni scorsi della giornata mondiale del suolo ci racconta (ahinoi) tutta un’altra storia. E non c’è di che rallegrarsi. «L’ultima generazione – rende noto Coldiretti – è responsabile della perdita in Italia di oltre ¼ della terra coltivata (-28%) per colpa della cementificazione e dell’abbandono provocati da un modello di sviluppo sbagliato che ha ridotto la superficie agricola utilizzabile in Italia negli ultimi 25 anni ad appena 12,8 milioni di ettari».
Serve una rapida inversione di tendenza perché «su un territorio meno ricco e più fragile per il consumo di suolo si abbattono i cambiamenti climatici con le precipitazioni sempre più intense e frequenti con vere e proprie bombe d’acqua che il terreno non riesce ad assorbire. Il risultato è che sono saliti a 7252 i comuni italiani, ovvero il 91,3% del totale, che sono a rischio frane e/o alluvioni».
A suffragare questo quadro poco edificante per il Bel Paese, da Nord a Sud passando per il centro, giunge il rapporto «consumo di suolo, dinamiche territoriali e servizi ecosistemici, edizione 2019”, redatto e divulgato da Isprambiente (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale). Per quanto concerne «il suolo consumato in ettari (2018) a livello comunale» (Fonte: elaborazioni ISPRA su cartografia SNPA) tra i “primi tre comuni per ogni regione”, nel nostro caso la Calabria, la città dello Stretto è 1° con 3.429 ettari di suolo consumato, seguita da Corigliano–Rossano e Lamezia Terme.
Mentre per quanto riguarda il «suolo consumato (2018) e consumo netto di suolo annuale (2017-2018) a livello provinciale” (Fonte: elaborazioni ISPRA su cartografia SNPA) la citta dei bronzi presenta ben “19.279 ettari». Occorre nel merito accelerare sull’approvazione del ddl perché, come tutti sanno,il suolo è una risorsa non rinnovabile.
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