venerdì,Aprile 19 2024

Ex ospedale di Scilla, la petizione per scongiurare la chiusura arriva a Cotticelli

Il continuo depotenziamento della struttura preoccupa i cittadini che invocano l'intervento del commissario per salvare il nosocomio e concretizzare la trasformazione della Casa della Salute

Ex ospedale di Scilla, la petizione per scongiurare la chiusura arriva a Cotticelli

Parte dalla storia la relazione inviata al commissario Cotticelli, correlata da migliaia di firme a sostegno dell’ex ospedale di Scilla. La petizione presentata da Giovanni Luca Bellantoni e Francesco Rocco Picone è finalmente arrivata in mano dei vertici che, forse, riusciranno a dirimere la fitta matassa di dubbi e perplessità che campeggiano sul nosocomio scillese. Le richieste per evitare che questa struttura di ben 6 piani  venga abbandonata «in funzione delle logiche “nascoste” e redditizie di terze persone, il cui ultimo pensiero è la salute dei cittadini», sono state chiarite al commissario. 

Le richieste

«Evitare assolutamente la chiusura o i disservizi dei pochissimi reparti rimasti, assumendo subito almeno il personale necessario per una adeguata turnistica . La mancanza di assunzioni combinata con i recenti numerosi pensionamenti, ha messo in crisi sia utenza che personale. (Laboratorio di Analisi e Radiologia a rischio chiusura). Portare a compimento la trasformazione in “Casa della salute”, iter già da tempo approvato formalmente, avviato e finanziato (con circa 8 milioni di Euro), ma stranamente bloccato. Calibrare le funzioni della futura “Casa della salute”, in base al bacino di utenza ( 50.000 persone), in una visione strategica unitaria, di integrazione e/o complementarietà funzionale con le strutture operanti sul territorio della città metropolitana reggina».

La storia

Chi conosce bene e ha vissuto il declino di quest’imponente struttura ha concentrato in pochi punti salienti le criticità e le necessità che spingono, ancora oggi dopo tanti anni, a non abbandonare la lotta per scongiurare ulteriori scippi che porterebbero ad all’inevitabile chiusura

«La storia dell’Ospedale “Scillesi D’America” ha origini lontane, esattamente al 1948, quando la per la mancanza di un ospedale fu causa della morte dell’allora Sindaco di Scilla, prof. De Marco. Questo episodio indusse gli emigranti scillesi in America a fondare il comitato che, negli anni successivi, raccolse i fondi e, su suolo donato dal Comune di Scilla nel 1952, costruì il primo nucleo dell’Ospedale di Scilla, inaugurato nel 1961 e -ad imperitura memoria di ogni scillese- intitolato ai benefattori d’oltreoceano. Da allora e per quasi cinquant’anni, la struttura ospedaliera ha fatto fronte alle emergenze sanitarie dei concittadini rimasti nel povero paese. Nella sua storia recente si è visto pian piano smantellare in quasi tutte le sue funzioni. Ultimo disastro il Piano Regionale di Rientro che, con tempistiche e procedimenti amministrativi di cui si sono poste in risalto in passato numerose “stranezze”- ne decretò la chiusura come Ospedale relegandolo alla funzione di “Casa Della Salute”».

La relazione

La relazione che Bellantoni e Picone hanno allegato alla petizione vuole far comprendere il valore territoriale della struttura. Un presidio che negli anni ha fornito ottimi servizi e assistenza ma che, per scelte che ai cittadini restano ignote, è stato destinato all’oblio.

«Ovviamente questa fantomatica “Casa della Salute”, seppur finanziata e stanziata, non ha mai visto la luce, e si parla di circa 50 milioni di Euro già finanziati – ribadiscono nella relazione  – A tutt’oggi, l’ex Ospedale e non ancora Casa della Salute, rimane confinato in un limbo e cannibalizzato, ad ogni occasione propizia, dalle altre strutture agonizzanti della sanità calabrese.  Smantellate di notte le sale operatorie nuove di zecca appena costruite, in “occasione” della chiusura del Reparto di Chirurgia; attrezzature nuove di pacco di vario genere, mai utilizzate qui e “disperse” verso chissà quali più rosei lidi; personale allo stremo senza turnistica e turnover, col blocco delle assunzioni che già costiuisce presagio di chiusura per altri servizi e Reparti.

I LEA ( Livelli Essenziali di Assistenza ) totalmente disattesi, nonostante l’ex Ospedale di Scilla fosse forse l’unica struttura sanitaria che, data l’elevata mole di utenza che copriva e che copre tutt’ora, aveva il bilancio in attivo. Lo smantellamento a cui è sottoposta questa struttura non segue nessuna logica, se non quella apparente e pretestuosa per eliminare una struttura che funziona e la cui unica colpa, forse, è quella di aver dato e di continuare a dar fastidio a qualcuno».

Le problematiche

Ma le problematiche non mancano e nel rendere noto lo stato di fatto al Commissario, Bellantoni e Picone non si spiegano come «il mai provato “risparmio economico” per le casse regionali, che sarebbe stato conseguito con la chiusura dell’ex nosocomio scillese. Nessuno ha dimostrato, dati alla mano, che un medico e un paziente costituiscano un costo meno gravoso rispetto al passato, costretti come sono oggi ad operare ed usufruire di strutture al limite del collasso. La sempre negata possibilità di accorpare  la struttura scillese con l’Ospedale Metropolitano di Reggio Calabria, non certo dal punto di vista fisico ma solo per lo svolgimento delle funzioni sanitarie (una proposta di legge in tal senso, promossa dall’ex Amministrazione Provinciale di Reggio Calabria, giace da anni in qualche polveroso cassetto del Consiglio Regionale calabro), il che avrebbe consentito di salvaguardare senz’altro meglio in primis la salute dei pazienti nonché -aspetto di non secondaria importanza- l’efficacia del servizio sanitario svolto da medici, infermieri e operatori sanitari».

Lo stato attuale

Oggi, nonostante sia ormai ridotta al lumicino rispetto alle potenzialità possedute, la struttura continua ad essere presa d’assalto dalle persone che gravitano nel circondario, e parliamo di un bacino di utenza di almeno 50.000 persone, poiché il presidio ospedaliero scillese rappresentava e rappresenta l’unico punto di riferimento per tutti quei cittadini che risiedono nel territorio della Costa Viola e in parte dell’area aspromontana.

Continuano a risultare misteriosamente spariti i fondi, già stanziati che avrebbero dato nuova linfa alla struttura. 

Il mistero dei finanziamenti spariti

«Nel novembre 2017, erano state sottoscritte nuove convenzioni regolanti i finanziamenti di diverse Case della Salute, tra le quali quella di Scilla, nell’ambito di un Piano da  € 49.315.529,20 che avrebbe dovuto assicurare interventi finalizzati a consegnare, finalmente, presidi ospedalieri in grado di garantire i Livelli Essenziali di Assistenza.

In particolare, per la Casa della Salute di Scilla erano state programmate anche preliminari attività di indagine, allo scopo di verificare le condizioni strutturali degli edifici in modo da predisporre la più idonea strategia di intervento. A tal proposito, non è inutile ricordare che questo aspetto era già stato preso in considerazione dall’ASP reggina in sede di valutazione costi/benefici che giustificò la decisione politica di trasformare lo “Scillesi d’America” in Casa della Salute. Ad oggi, fine 2019, nulla è stato fatto. Anzi si sta facendo di tutto per far chiudere gli ultimi servizi rimasti a causa di carenza di personale, in particolar modo il Laboratorio di Analisi e Radiologia. Il personale va in pensione, lasciando il già critico impiego alla sopravvivenza e ai sacrifici dei pochi rimasti e limitando artificiosamente le prestazioni sanitarie ben al di sotto della richiesta reale. Nessuna assunzione vuol dire far funzionare malamente i servizi e, alla fine, far chiudere tutto. Una strategia a lungo termine, diabolica e nascosta (in malo modo, a dire il vero), ma che è stata palesemente scoperta dalla cittadinanza. Il rischio concreto e sempre  più reale è, inutile nasconderlo, un ritorno al passato, a oltre settanta anni fa! Da queste considerazioni è nata la petizione popolare».

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