giovedì,Marzo 28 2024

Reggio, donna invalida sfrattata dalla sua abitazione col figlio

Non si muove dal marciapiedi e rifiuta appoggio in comunità: «Siamo diventati poveri, ma siamo esseri umani»

Reggio, donna invalida sfrattata dalla sua abitazione col figlio

Reggio, donna invalida sfrattata dalla sua abitazione col figlio. La donna, ancora adesso non si muove dal marciapiedi e rifiuta di trovare appoggio in una comunità. Adele Ferraro è in mezzo a una strada. Stamattina, come annunciato, è arrivato lo sfratto per la donna invalida, e con un figlio invalido. La signora qualche tempo fa, aveva tentato il suicidio ed era stata salvata dall’arrivo degli agenti di polizia. Stamane aveva una dose di insulina ed era pronta ad iniettarsela, per la disperazione. Una storia pesante quella che ha alle spalle. In casa con un figlio che soffre di diabete e con sei gatti. Fino a qualche mese fa, era riuscita a pagare l’affitto con l’aiuto di uno zio e della madre ma, una volta deceduti, non è riuscita più a pagare. Da qui le richieste di sfratto e la consequenziale domanda, presentata nel 2018 al Comune di Reggio Calabria, di avere un alloggio.

Un errore lo ha fatto forse la signora, qualche mese fa, quando le era stato offerto un alloggio su due piani comunicanti attraverso una scala mal messa. Alloggio che aveva rifiutato, ricevendo però assicurazioni da parte del dirigente del Comune, Piccione, di un cambio. Il cambio invece c’è stato al Comune e, secondo le dichiarazioni di Giacomo Marino, di “Un mondo di mondi”, l’attuale dirigente Squillaci, subentrata a Piccione, non ha preso in mano la questione, nonostante le sollecitazioni.

Dopo il sesto accesso per sfratto ed i vari rinvii, stamattina lo sfratto si è consumato. Sarebbe stato difficile ottenere una ulteriore proroga. Il figlio della signora Adele però ha accusato un malore e, dopo qualche ora di attesa per l’arrivo di un’ambulanza, è stato ricoverato in ospedale per una forte crisi glicemica. Da stamattina invece la signora Adele è fuori di casa. Non accetta di buon grado di lasciare l’abitazione per andare a trovare riparo, almeno fino a quando non si troverà una soluzione, in una comunità. Ha lasciato i gatti dentro, guarda inerme il fabbro mentre cambia la serratura di casa. Secondo Giacomo Marino, con un po’ di buon senso però, la situazione si sarebbe potuta risolvere. Basti pensare che, solo il 13 dicembre scorso, in un incontro tenutosi presso il Comando dei vigili urbani sulla questione degli alloggi popolari, il comandante Zucco aveva dichiarato che dalle attività delle verifiche realizzate sono stati individuati 14 alloggi liberi. «Ci chiediamo quali provvedimenti siano stati presi per garantire la loro riassegnazione, secondo quanto previsto dalla normativa vigente».
Prima dello sfratto la signora aveva spiegato: «Il sindaco non interviene. Io ho diritto ad avere una casa, è dal 1999 che combatto per questa casa: da quando c’era la giunta Scopelliti, ora il sindaco Falcomatà parla di biciclette e luminarie ma mai dell’emergenza abitativa. Siamo in tanti, siamo andati più volte, ci hanno buttati fuori da palazzo San Giorgio, ma anche se siamo diventati poveri non siamo nullità».

Secondo Rosalba Marotta, del Csoa Cartella e per l’Osservatorio sul disagio abitativo «Ancora una volta dobbiamo constatare ritardi e inadempienze dell’amministrazione comunale in situazioni gravi, dove servono interventi immediati come nel caso di morosità incolpevole. Invece anche in questa situazione abbondano le lungaggini e il non agire protratto fino ad oggi. Non è possibile questa immobilità da parte del settore popolare che deve dare risposte a situazioni di emergenza».

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